La chiesa parrocchiale del villaggio di Mili San Marco è senza dubbio, almeno architetturalmente, l'edificio ecclesiastico più bello tra quelli dislocati lungo la I Circoscrizione del comune di Messina. Ma se ancora oggi possiamo ammirarla e goderla lo dobbiamo fondamentalmente all'opera di due sacerdoti del passato che si sono impegnati affinché venisse ricostruita e riparata.
Chiesa di San Marco Evangelista |
Come già raccontato nell'articolo Le dodici piaghe di Mili San Marco, l'attuale edificio parrocchiale è stato interamente distrutto in seguito alla grande alluvione del 13 Novembre 1855. Venne riedificato e restituito alla comunità dei fedeli soltanto nel 1864 grazie a una ingente somma di denaro elargita dall'allora sovrano del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II di Borbone, a perenne riconoscenza dei fatti del 1810 in cui i milesi e gli abitanti dei villaggi vicini respinsero il tentativo di sbarco dei francesi agli ordini di Gioachinno Murat (leggi l'articolo I milesi contro le truppe francesi di Giocchino Murat).
Quello che non viene detto sui libri che trattano la storia del nostro territorio è che tale somma di denaro è stata ottenuta grazie all'impegno e all'intraprendenza di Padre Pietro Restuccia, all'epoca dei fatti cappellano curato di Mili San Marco, che ottenne dalla munificenza reale il denaro e gli aiuti necessari alla riedificazione del tempio dedicato all'Evangelista.
Le spoglie del religioso, morto il 2 Agosto 1894, sono sepolte nel nostro cimitero, fonte inesauribile di collegamenti con il passato, e la sua tomba è ubicata esattamente alla destra della piccola chiesetta cimiteriale.
AL SAC. D. PIETRO RESTUCCIA
NATO IL 19 GIUGNO MDCCCXIX (1819)
MORTO IL 2 AGOSTO MDCCCLXXXXIV (1894)
PER MOLTI ANNI CAPPELLANO CURATO
DELLA PIEVE DI MILI
CUI DOPO L'ALLUVIONE DEL 13 NOV. MDCCCLV (1855)
OTTENNE DALLA MUNIFICENZA REALE
LARGHI SOCCORSI
PER LA RIEDIFICAZIONE DEL MAGNIFICO TEMPIO
DEDICATO AL PATRONO S MARCO EVANGELISTA
CON ANIMO RICONOSCENTE
FRANCESCO MICARI NIPOTE AMATISSIMO
O. M. P.
NATO IL 19 GIUGNO MDCCCXIX (1819)
MORTO IL 2 AGOSTO MDCCCLXXXXIV (1894)
PER MOLTI ANNI CAPPELLANO CURATO
DELLA PIEVE DI MILI
CUI DOPO L'ALLUVIONE DEL 13 NOV. MDCCCLV (1855)
OTTENNE DALLA MUNIFICENZA REALE
LARGHI SOCCORSI
PER LA RIEDIFICAZIONE DEL MAGNIFICO TEMPIO
DEDICATO AL PATRONO S MARCO EVANGELISTA
CON ANIMO RICONOSCENTE
FRANCESCO MICARI NIPOTE AMATISSIMO
O. M. P.
Probabilmente, Padre Restuccia ha trovato nel sovrano una persona sensibile e già predisposta ad aiutare il piccolo paese del messinese. Infatti, Ferdinando II di Borbone nel Settembre del 1848 consentì alla propria squadra navale di bombardare Messina nel tentativo, riuscito, di sedare un'insurrezione fomentata dagli Inglesi per ostacolare la politica del regnante ed impadronirsi dell'isola. Si è trattato alla fine del combattimento tra due eserciti ma i danni agli edifici della città ci sono stati comunque. Per farsi perdonare dai messinesi il 12 Febbraio 1852 dichiarò Messina porto franco come parziale risarcimento per i danni causati proprio da quei bombardamenti. È quindi probabile, come dicevo, che anche la richiesta di Padre Restuccia sia stata considerata dal sovrano come una buona occasione per continuare ad aiutare la popolazione messinese e per questo non venne osteggiata minimamente.
Ferdinando II di Borbone |
La chiesa non subì più altri danni per quasi tutto il mezzo secolo successivo arrivando indenne all'inizio del XX secolo.
Il 28 Dicembre 1908, Lunedì, alle ore 5.21 del mattino, nella piena oscurità e con gli abitanti in parte immersi nel sonno, un terremoto, che raggiunse il 10° grado della scala Mercalli, accompagnato da uno tsunami, mise a soqquadro le coste calabro-sicule con numerose scosse devastanti.
I crolli a Mili San Marco sono stati contenuti ma tra gli edifici danneggiati ci fu anche la chiesa del paese in cui cadde parte del muro perimetrale, esattamente una porzione di parete alla destra del crocifisso in legno. L'opera di ricostruzione, sebbene non paragonabile a quella del 1864, è stata portata avanti da un altro sacerdote del tempo, Padre Federico Maria Colaianni all'epoca cappellano di Mili San Marco.
QUI RIPOSA
SAC. FEDERICO MARIA
COLAIANNI
CAPPELLANO DI MILI SAN MARCO
DI ANNI 86 M 8 7 1919
VITA MUTATUR NON TOLLITUS
SAC. FEDERICO MARIA
COLAIANNI
CAPPELLANO DI MILI SAN MARCO
DI ANNI 86 M 8 7 1919
VITA MUTATUR NON TOLLITUS
A lavori ultimati, purtroppo, è stato celato l'affresco originale che si trovava dietro al crocifisso coprendolo con la raffigurazione pittorica che tutti conosciamo. La sovrintendenza ai beni culturali anni addietro si è interessata al ripristino del dipinto originale, ma in questo tempo di vacche magre e con un forte disinteressamento per la salvaguardia del patrimonio storico non si è ancora proceduto a nulla.
La Crocifissione |
Anche le spoglie di Padre Colaianni si trovano nel camposanto di Mili San Marco, esattamente nella terrazza alle spalle della chiesetta cimiteriale. Sulla sua lapide una bellissima locuzione latina contenuta nel primo prefazio del rito cattolico della messa per i defunti: vita mutatur non tollitur traducibile con la vita non è tolta ma mutata. Richiama il significato cristiano della morte, che viene vista non come la fine dell'esistenza ma l'inizio di una vita nuova e migliore.
Bibliografia:
G. M. Allone, S. Vadalà, Il III quartiere Normanno, Messina, E.D.A.S., 1995
G. M. Allone, S. Vadalà, Il III quartiere Normanno, Messina, E.D.A.S., 1995
Questo tuo spaziare nella storia antica del nostro bellissimo paese, ci riconduce un pò alle nostre radici Milesi che molti di noi sconoscono.
RispondiEliminaQuindi, con orgoglio ti dico: Grazie Marco Todaro.