ARTICOLO AGGIORNATO. DATA DI PRIMA PUBBLICAZIONE 25 SETTEMBRE 2011
La ballata del camiddu e dell'omu sabbaggiu, ovvero del cammello e dell'uomo selvaggio, raffigura lo scontro tra il Gran Conte Ruggero d'Altavilla e un saraceno appiedato e vuole significare la conquistata libertà da parte del popolo siciliano e il loro riappropriarsi del territorio, dei costumi e della propria cultura.
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Ruggero I di Sicilia |
Il bagaglio storico che questa pantomima porta dietro con se è ricchissimo e lo vedremo in dettaglio nel seguito di quest'articolo. Sappiate già da adesso che la danza in questione è un ballo di lotta, di conquista e di morte e solo l'ignoranza sull'origine di questa tradizione ha portato, in certe realtà, a una degenerazione dello spettacolo con balletti caratterizzati dallo scherno e dal ridicolo.
Ai giorni nostri, questa tradizione continua a sopravvivere in molti villaggi del Messinese, come a Santo Stefano Medio, Torre Faro o ad Alì Superiore, così come in molti altri paesi della Sicilia e della Calabria. Anzi, ci sono una serie d'indizi che, verosimilmente, posso farci affermare che la paternità di questa pantomima spetti proprio al paese di Santo Stefano Medio.
A Mili San Marco, in passato, u' camiddu e l'omu sabbaggiu si rappresentava in occasione dei festeggiamenti del santo patrono, nella seconda domenica di Agosto, e ancor prima nell'ultima domenica di Maggio. La ballata aveva luogo nell'ex-campo di calcio della fiumara e dava la possibilità a tutti i paesani di godere dello spettacolo in una cornice quasi fiabesca.
Eccezionalmente, nell'estate del 2013, u' camiddu e l'omu sabbaggiu hanno «duellato» nuovamente nel nostro villaggio, stavolta però nella Piazza centrale del paese. Inserito nel calendario Estate in Piazza 2013, è stato grazie ad una iniziativa personale di Pippo Leonardo se questa antica tradizione ha rivissuto nuovamente nonché l'occasione per farla conoscere a molti dei presenti e per emozionare quanti già l'annoveravano tra i propri ricordi.