tag:blogger.com,1999:blog-55803835789613427462024-03-13T05:01:22.079+01:00Ritorno a MiliAneddoti, curiosità, personaggi ed eventi di Mili San Marco.Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.comBlogger45125tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-52173064051301015542021-04-18T12:00:00.010+02:002021-04-18T21:50:32.718+02:00La partita del secolo<div style="text-align: justify;">
Il <b>30 agosto 2019</b> nel campo in terra battuta della fiumara di Mili San Marco si è giocata una partita leggendaria tra i giocatori che hanno dato lustro al calcio milese nell'ultimo quarantennio del secolo scorso.</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-PVdg82rGuUc/YHsGWM6CdrI/AAAAAAAAC3c/le4N8sEt_H0wQxHFukY6DIOqKlIyRa_LgCPcBGAYYCw/s1024/partita_del_secolo.png" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="1024" data-original-width="668" src="https://1.bp.blogspot.com/-PVdg82rGuUc/YHsGWM6CdrI/AAAAAAAAC3c/le4N8sEt_H0wQxHFukY6DIOqKlIyRa_LgCPcBGAYYCw/s400/partita_del_secolo.png"/></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il calcio milese ha infatti una grossa tradizione calcistica che più volte l'ha visto primeggiare in campionati di rilievo e contro squadre di tutto rispetto com'è stato già ricordato nell'articolo <a href="http://ritornoamili.blogspot.com/2012/04/squadre-da-fiumara-il-calcio-mili.html">Squadre da fiumara: il calcio a Mili</a>.
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<div style="text-align: justify;">
Su iniziativa di <b>Salvatore Messina</b> e della figlia <b>Emanuela</b>, che hanno voluto fortemente organizzare quest'evento, sono così tornati ad indossare le loro scarpette chiodate i giocatori della storica <b>Zancle</b> e dell'<b>Orchestra Sinfonica</b> per un'amichevole celebrativa, nostalgica e dal gusto retrò.
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<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Ecco le formazioni ufficiali delle due squadre:
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<div style="text-align: justify;">
<b>New Zancle:</b>
<ol>
<li>Pippo <i>"mambrino"</i> Cirinà</li>
<li>Pietro <i>"piparolo"</i> Cucinotta</li>
<li>Mimmo <i>"lamparina"</i> De Domenico</li>
<li>Pippo <i>"pippolino"</i> Costantino</li>
<li>Turuccio <i>"brioscia"</i> Messina</li>
<li>Gino <i>"catta fausa"</i> Motta</li>
<li>Dino <i>"padduzza"</i> Todaro</li>
<li>(assente)</li>
<li>Pippo <i>"napoletano"</i> Todaro</li>
<li>Pietro Lo Vecchio</li>
<li>Tanino <i>"u' diritturi"</i> De Salvo</li>
</ol>
<b>New Orchestra Sinfonica:</b>
<ol>
<li>Pippo <i>"tram picciriddu"</i> Messina</li>
<li>Paolo <i>"litro"</i> Mangano</li>
<li>Concetto Calatozzo</li>
<li>Pasquale <i>"babberi"</i> Messina</li>
<li>Pippo <i>"tram ranni"</i> Messina</li>
<li>Luciano <i>"l'avvocato"</i> Scoglio</li>
<li>Pippo <i>"caccaterra"</i> De Salvo</li>
<li>Paolo <i>"pizzaroccolo"</i> Todaro</li>
<li>Giacomo <i>"cavallo pazzo"</i> Spadaro</li>
<li>Paolo Lo Vecchio</li>
<li>Pippo <i>"focu i testa"</i> Leonardo</li>
</ol>
<b>Arbitro:</b> sig. Gianni <i>"ruppu"</i> Messina<br/><br/>
<b>Massaggiatore:</b> sig. Matteo Costantino
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Di seguito, condivido con tutti i lettori le due dirette Facebook fatte al tempo sulla nota piattaforma social. Nei due filmati sono presenti <b>Paolo Todaro</b>, scomparso nel 2020, e <b>Matteo Costantino</b>, scomparso nel 2021.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Quest'articolo vuole essere un modo per ricordarli con affetto. Buona visione.
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<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="253" src="https://www.youtube.com/embed/YlPudnQHcoY?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="253" src="https://www.youtube.com/embed/Ne6n4wlo_BQ?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-3012439795237769592019-03-10T10:30:00.002+01:002023-09-04T21:27:09.407+02:00Giovanni Parisi: la guerra nei Balcani<div style="text-align: justify;">
La notte del <b>1º dicembre 1941</b> il distaccamento di <b>Bučje</b>, piccolo villaggio Serbo al confine col Montenegro, veniva attaccato da circa 200 guerriglieri locali. Un’aggressione che un piccolo gruppo di soldati, 19 militari della Regia Guardia di Finanza, ha contrastato con coraggio ed audacia ma che alla fine ha visto il trionfo dei ribelli.
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<div style="text-align: justify;">
Tra i superstiti di quel tragico combattimento, avvenuto all’ombra della più famosa battaglia di <b>Pljevlja</b>, il <i>miloto</i> <b>Giovanni Parisi</b> di cui cercheremo di ricordarne la figura e le gesta.
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-R99vhZEJyAg/Ufj4k8M1KOI/AAAAAAAABiI/EJ3YYXBGYUk/s1600/Giovanni24.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-R99vhZEJyAg/Ufj4k8M1KOI/AAAAAAAABiI/EJ3YYXBGYUk/s400/Giovanni24.jpg" width="268"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Parisi all'età di 24 anni</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Secondo di quattro fratelli, Giovanni nacque a Mili San Marco il <b>15 aprile 1904</b>. Nel paese nativo trascorre i propri anni giovanili, consegue la 4a elementare ed impara il mestiere del falegname. Purtroppo conosce, ancor bambino, gli effetti che la grande guerra aveva prodotto nel messinese soprattutto la fame del <b>1918</b>, conseguente all’affondamento di numerosi piroscafi che trasportavano viveri nelle acque dello Stretto.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>20 novembre 1923</b>, a soli 19 anni, si arruola nella Regia Guardia di Finanza. Dapprima presta servizio nella legione territoriale di Trento, poi in quella di Bari, di Messina, di Trieste e, per finire, di Firenze dove resterà fino al <b>10 giugno 1940</b>, data che segna l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale.</div>
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<a name='more'></a><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Y5fOJirHN4I/WZwOeY0L_GI/AAAAAAAACbw/522rCsmNZxgiBZ-jtNrI3LvLVIw8n7FVQCPcBGAYYCw/s1600/Giovanni_19anni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-Y5fOJirHN4I/WZwOeY0L_GI/AAAAAAAACbw/522rCsmNZxgiBZ-jtNrI3LvLVIw8n7FVQCPcBGAYYCw/s640/Giovanni_19anni.jpg" width="268"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Parisi all'età di 19 anni</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Per ben capire gli anni in cui Giovanni si muove bisogna fare una piccola sintesi degli eventi più importati che sono accaduti, in Italia, in quegli anni.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Dal <b>30 ottobre 1922</b> era salito al governo <b>Benito Mussolini</b>. Sotto il suo potere il <b>2 ottobre 1935</b> prese il via la campagna d'Etiopia e il <b>9 maggio 1936</b> venne proclamato la nascita dell’Impero.
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<div style="text-align: justify;">
Con il desiderio del fascismo di allargare sempre più i propri confini iniziano i primi tentativi di espandere la propria influenza verso l’Europa centro orientale. Tuttavia con l’<i>Anschluss</i> tedesca dell’Austria nel <b>1938</b> e con l’occupazione di Praga e di tutta la Cecoslovacchia nel marzo del <b>1939</b>, la situazione nei Balcani volgeva a favore della potenza germanica.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il ministro degli esteri del Duce, <b>Galeazzo Ciano</b>, vede le conquiste tedesche come una situazione umiliante nei confronti degli italiani; così il <b>7 aprile 1939</b> l'Italia occupò l'Albania e due giorni dopo ne sancì l'annessione.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>22 maggio 1939</b> Benito Mussolini strinse il <i>Patto d'Acciaio</i> con la Germania nazista e il <b>1 settembre 1939</b>, con l’invasione della Polonia sempre da parte della Germania, iniziava ufficialmente la seconda guerra mondiale.
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-PIq5c43uoMc/Ufj4j62lAsI/AAAAAAAABhw/foFD260fFXc/s1600/Compagnia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="251" src="https://4.bp.blogspot.com/-PIq5c43uoMc/Ufj4j62lAsI/AAAAAAAABhw/foFD260fFXc/s400/Compagnia.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Compagnia della Guardia di Finanza</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>25 marzo 1941</b> anche la Jugoslava decide di allearsi con l’Asse ma un colpo di Stato supportato dai britannici appena due giorni dopo mette in dubbio la partecipazione della Jugoslavia nell’alleanza. Per questo motivo <b>Hitler</b> decide di invadere il popolo slavo.
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<div style="text-align: justify;">
Dopo una campagna rapidissima, la Jugoslava firma la resa il <b>17 aprile 1941</b>.
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>21 aprile 1941</b> Ciano incontra, a Vienna, <b>Von Ribbentrop</b>, ministro degli esteri della Germania nazista, da cui apprende, senza poter trattare, quali territori Hitler avesse deciso di spartire con l’Italia e gli altri alleati dell’Asse. Alla penisola spetta il Kosovo, alcune zone della Macedonia, il Montenegro, Cattaro e la parte meridionale e più povera della Slovenia con alla capitale Lubiana.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Tutto il territorio del Montenegro fu occupato e presidiato dalla 18ª Divisione fanteria Messina, dai Reali Carabinieri, dal Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza e dalla Guardia di Finanza.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-qDrMya9GcsQ/WZwQrN6g2ZI/AAAAAAAACb4/dRothjMegDU-UBx3KoE-ZYqdf-pXqAbGgCLcBGAs/s1600/Montenegro.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://4.bp.blogspot.com/-qDrMya9GcsQ/WZwQrN6g2ZI/AAAAAAAACb4/dRothjMegDU-UBx3KoE-ZYqdf-pXqAbGgCLcBGAs/s640/Montenegro.png" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Territori montenegrini durante la II Guerra Mondiale (1941-1944)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>26 aprile 1941</b> Giovanni Parisi viene destinato al VI Battaglione con il quale raggiunge il porto di Bari e da cui s’imbarcherà alla volta di Durazzo per poi raggiungere le zone più interne della penisola balcanica.
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<div style="text-align: justify;">
Il Montenegro inizialmente sotto un governo civile, passa sotto un controllo di tipo militare dopo pochi mesi, nel luglio 1941, in seguito ad una pesantissima rivolta interna. Il primo governatore è <b>Pirzio Biroli</b>, repressore durissimo, per poter essere d’esempio verso tutti i rivoltosi.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>12 luglio 1941</b> fu proclamato a Cettigne, sotto il protettorato dell'Italia, il libero e indipendente Regno di Montenegro. Il giorno seguente la popolazione montenegrina insorse, sotto la guida di alcuni ufficiali nazionalisti del disciolto esercito e di importanti esponenti del Partito Comunista Jugoslavo.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
L'insurrezione popolare ebbe successo e in sette giorni prese il controllo delle campagne sconfiggendo i reparti del Regio Esercito Italiano e impadronendosi di ingenti quantitativi di armi e altro materiale bellico. Come reazione il Comando Supremo del Regio Esercito Italiano trasferì in Montenegro sei divisioni, ottenendo così la riconquista e il controllo quasi totale del territorio.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
La controreazione montenegrina e slava fu la creazione strutturata di numerose formazioni partigiane con una forte presenza di comandanti, tra cui spicca quello di <b>Josip Broz</b> più conosciuto con il nome di battaglia di <b>Tito</b>.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-PLKlTbV_tfA/Ufj4jkjFNFI/AAAAAAAABho/kgKMzTXN4a4/s1600/Camionetta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="251" src="https://3.bp.blogspot.com/-PLKlTbV_tfA/Ufj4jkjFNFI/AAAAAAAABho/kgKMzTXN4a4/s400/Camionetta.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Parisi alla guida di una camionetta</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>novembre 1941</b> le formazioni partigiane comuniste organizzarono circa 5.000 uomini per conquistare la città di Pljevlja, sede della 5ª Divisione alpina <i>Pusteria</i>. Il <b>1º dicembre 1941</b> ci fu la più sanguinosa battaglia dei partigiani slavi contro gli italiani. Le perdite in vite umane furono altissime da entrambe le parti: 74 morti tra gli italiani, 203 morti tra gli Jugoslavia.
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<div style="text-align: justify;">
La stessa notte anche il distaccamento di <b>Bučje</b> veniva attaccato violentemente da circa 200 ribelli comunisti. Il Comandante, Sotto-brigadiere Giovanni Di Pietto sistemava subito a difesa i 19 militari dipendenti, cercando di tenere a distanza gli aggressori. Cadeva subito il finanziere Michele Nobile addetto al rifornimento di una arma automatica.
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<div style="text-align: justify;">
Alle 8 del mattino, all’intimazione di resa, pena la morte, il comandante Di Pietto rispondeva con un netto rifiuto e continuava a resistere. <b>Giovanni Parisi</b> viene ferito gravemente accasciandosi al suolo. Arriva un'altra intimazione di resa e ancora un'altro rifiuto, finché esaurite le munizioni l’eroico manipolo di Fiamme Gialle cede e viene catturato ad eccezione proprio di <b>Giovanni Parisi</b> lasciato abbandonato nella caserma perché gravemente ferito alla caviglia.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Giovanni Parisi resterà ferito sul posto per 7 giorni: da lunedì 1 dicembre a lunedì 8 dicembre giorno in cui verrà trasportato all’infermeria di <b>Prijepolje</b> del battaglione Bolzano. Il sopravvivere ad una lunga agonia di ben 7 giorni, al freddo dicembrino Jugoslavo, ferito e senza cibo sono per Giovanni il frutto di un miracolo, ed essere salvato proprio l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, lo porterà per tutta la sua lunga vita ad avere una devozione assoluta verso la Madonna.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TGik6KLEKiY/WZwWfhGcrcI/AAAAAAAACcI/2ZxUJwVWqKgqVhn33oB3T-nHh0NJu-tGgCLcBGAs/s1600/Nave_Sicilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-TGik6KLEKiY/WZwWfhGcrcI/AAAAAAAACcI/2ZxUJwVWqKgqVhn33oB3T-nHh0NJu-tGgCLcBGAs/s640/Nave_Sicilia.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nave <i>Sicilia</i> a Bari, 1941</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Inizierà per lui un lunghissimo calvario: ospedale da campo n.643, ospedale attendato n.73, ospedale da campo n. 445, ospedale da campo n.176 e ospedale da campo n.833.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>31 maggio 1942</b> viene imbarcato sulla nave ospedaliera <i>Sicilia</i>. Sbarcherà a Bari dove resterà ricoverato nell’Ospedale Militare di Riserva di Gioia del Colle sino al <b>3 giugno del 1943</b>. Quella ferita lo renderà permanentemente non idoneo al servizio militare, e dopo una convalescenza lunga più di tre anni verrà collocato in congedo assoluto.
</div>
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<div style="text-align: justify;">
La diagnosi: esiti permanente di ferita di arma da fuoco al piede sinistro con anchilosi dell’articolazione tibio-astragalica.
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<div style="text-align: justify;">
Rientrato a Mili San Marco, Giovanni Parisi inizia a cercare un nuovo lavoro. Lo troverà presso la Sanderson-Bosurgi di Pistunina, una delle più antiche ditte agrumarie del mondo, dove il 2 febbraio 1945 è assunto con la qualifica di portiere e dove vi lavorerà fino al <b>8 agosto 1964</b>, data del suo pensionamento.
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-A4tMxrPOU0I/WZxVWAPbAlI/AAAAAAAACcc/VMJh0jhW15gM7yLlXhsdQRkpzUzVZhJ_wCPcBGAYYCw/s1600/Stabilimento%2BSanderson-Bosurgi%252C%2B1932.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://4.bp.blogspot.com/-A4tMxrPOU0I/WZxVWAPbAlI/AAAAAAAACcc/VMJh0jhW15gM7yLlXhsdQRkpzUzVZhJ_wCPcBGAYYCw/s400/Stabilimento%2BSanderson-Bosurgi%252C%2B1932.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stabilimento Sanderson-Bosurgi, 1932 in un quadro di Louis Christian Hess</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Fondata nel 1817 dall'inglese William Sanderson, la proprietà dell’azienda era passata negli anni alla famiglia Bosurgi: il chimico messinese Giuseppe Bosurgi, sino al 1935, la moglie Adriana Caneva di Rivarolo sino al 1963, i figli Leone ed Emilio fino al fallimento dell’azienda nel 1981.
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<div style="text-align: justify;">
Nel <b>28 agosto 1950</b> il Comandante Generale della Guardia Finanza, Generale Raffaele Pelligra, conferisce a Giovanni Parisi la croce al merito di guerra.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-F8ruqKaY_OA/Ufj4kkj21RI/AAAAAAAABiA/qfuf3VcJ04k/s1600/Croce_al_merito_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hspace="5" src="https://3.bp.blogspot.com/-F8ruqKaY_OA/Ufj4kkj21RI/AAAAAAAABiA/qfuf3VcJ04k/s400/Croce_al_merito_2.jpg" width="180"></a></td><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-eTwPgg6PfqU/Ufj4kaISzLI/AAAAAAAABh4/pg3Gwb6vH8A/s1600/Croce_al_merito_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hspace="5" src="https://4.bp.blogspot.com/-eTwPgg6PfqU/Ufj4kaISzLI/AAAAAAAABh4/pg3Gwb6vH8A/s400/Croce_al_merito_1.jpg" width="180"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Croce al merito di guerra</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Croce al merito di guerra</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Nella comunità milese <b>Giovanni Parisi</b> è stato uno dei collaboratori più cari del compianto Padre Antonio Irrera, ed assieme a Paolo Merlino, a suor Sistina, alla sig.na Graziella e a tutte le persone che per ben 50 anni si sono affiancate, ha prestato un servizio importante nella chiesa di Mili San Marco, impegnato su vari fronti: dal ministero liturgico all’associazionismo.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-ChPQ-3gRGBA/Ufj4jzxC_UI/AAAAAAAABiM/PEpsAlI02xc/s1600/Altare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-ChPQ-3gRGBA/Ufj4jzxC_UI/AAAAAAAABiM/PEpsAlI02xc/s400/Altare.jpg" width="275"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gruppo parrocchiale</td></tr>
</tbody></table>
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<div style="text-align: justify;">
Il <b>15 aprile 2004</b> ha festeggiato i suoi 100 anni circondato dall’abbraccio di tutto il paese che ha festeggiato con lui il raggiungimento dell’importante traguardo. Ad omaggiare il fortunato traguardo anche un riconoscimento dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, di cui era socio fin dal 1945.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-K4StymnHKvQ/XEM3UWPGpKI/AAAAAAAACfc/8URvbBkZz1EFKQ2uHGDYf5GDRqu6wgapwCLcBGAs/s1600/Giovanni%2BParisi%2B100.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-K4StymnHKvQ/XEM3UWPGpKI/AAAAAAAACfc/8URvbBkZz1EFKQ2uHGDYf5GDRqu6wgapwCLcBGAs/s320/Giovanni%2BParisi%2B100.png" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Parisi festeggia i 100 anni</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Giovanni Parisi moriva il <b>3 febbraio del 2006</b>, all'età di 101 anni. Questo articolo è dedicato al suo coraggio e alla sua memoria nonché al ricordo di tutti i valorosi militari che parteciparono a quello scontro epico.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Bibliografia e link:</b></span><br/>
M. Poveromo, <i>I nostri morti nella guerra 1940-1945 - Vol.II</i>, Udine, T.E.A.G.F, 1949<br/>
Luca De Fassi, <i>Occupazione italiana nei [...]</i>, <a href="https://lucadefassi.wordpress.com/premesse/" target="_blank">lucadefassi.wordpress.com</a>, [02/07/2017]<br/>
Wikipedia, <i>Seconda guerra mondiale</i>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale" target="_blank">www.wikipedia.org</a>, [02/07/2017]<br/>
Wikipedia, <i>Occupazione italiana del Montenegro [...]</i>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Occupazione_italiana_del_Montenegro_e_del_Sangiaccato" target="_blank">www.wikipedia.org</a>, [02/07/2017]
</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-68386920513247452302015-08-15T12:00:00.000+02:002015-08-19T11:12:40.377+02:00C'era una volta il GS Ospedale Piemonte<div style="text-align: justify;">
Sul finire degli anni '60 nasceva a Messina il <b>GS Ospedale Piemonte</b>, stella del calcio dilettantistico cittadino, al cui successo indiscusso di quegli anni hanno contribuito diversi «miloti». Su tutti svetta <b>Pippo Todaro</b>, storico libero giallorosso per oltre dieci anni, ma anche <b>Pino Sisalli</b> e <b>Pietro Lo Vecchio</b>.
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-JXHavKdTfeg/U_cXQ7WmTaI/AAAAAAAABwA/BcVGO60Y9fc/s1600/Anno-1973.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-JXHavKdTfeg/U_cXQ7WmTaI/AAAAAAAABwA/BcVGO60Y9fc/s1600/Anno-1973.jpg" height="312" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong>Gruppo Sportivo Ospedale Piemonte, 1973</strong></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caldo, Passeri, Puntoriero, Santoro, Sisalli, La Rosa, Bonfiglio, Greco<br/><i>Accosciati:</i> Gallo, Velardi, Gazzetta, Morgante, Todaro</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Al nosocomio di Viale Europa da tempo si organizzavano tornei interni che coinvolgevano il personale medico ed infermieristico, come ricorda proprio un emozionato <b>Pippo Todaro</b>, al tempo allievo del corso infermieri, ma non si era mai andati oltre l'ordinaria attività ricreativa. Eppure a qualcuno non sfuggirono le singolari individualità che emergevano in quei semplici tornei.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1967</b> su iniziativa di uno sparuto ma affiatato gruppo di tecnici, dirigenti, ed atleti veniva costituito il <b>Gruppo Sportivo Ospedale Piemonte</b> destinato a diventare negli anni dominatore assoluto dei tanti tornei aziendali organizzati nella nostra città. Questa la composizione dello staff dirigenziale e tecnico:
</div>
<br/><a name='more'></a>
<table id="hor-minimalist-b" style="margin-top:-12px">
<tbody>
<tr><td> </td><td> </td></tr>
<tr><td><b>Presidente:</b></td><td><i>Franco Caldo</i></td></tr>
<tr><td><b>Vice presidenti:</b></td><td><i>Mimmo Mancuso, Paolo Lo Giudice</i></td></tr>
<tr><td><b>Componenti:</b></td><td><i>Casella, Passeri, Gallo</i></td></tr>
<tr><td><b>Staff Medico:</b></td><td><i>Dott. Puntoriero</i></td></tr>
<tr><td><b>Collaboratori:</b></td><td><i>Pippo Puzzolo, Vittorio Siracusa</i></td></tr>
<tr><td><b>Massaggiatore:</b></td><td><i>Cucivera</i></td></tr>
<tr><td><b>Allenatore:</b></td><td><i>Foti detto «manico di martello»</i></td></tr>
<tr><td><b>Addetto Stampa:</b></td><td><i>Paolo Lo Giudice</i></td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I colori sociali che vennero scelti furono il giallo e il rosso mentre i primi incontri si giocarono sul terreno del Campo Sportivo Bisconte. Ovviamente non potevano mancare le mascotte ufficiali del gruppo rappresentate dal «piccolo» <!--Anronello--> Caldo e dalla «piccola» Mancuso.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Tutta la squadra inizia una dura e severa preparazione sotto la guida attenta del maestro <b>Foti</b>, detto «manico di martello», un allenatore professionista molto conosciuto in Sicilia e Calabria. La cornice che il mister sceglie per per gli allenamenti è quella dei monti Peloritani, luogo in cui tutti avrebbero goduto di un ambiente accogliente e di una realtà paesaggistica di assoluta qualità: basti pensare al clima fresco e all'aria pura dei nostri monti. La preparazione è dura e molto impegnativa e nulla ha da invidiare a quella fatta dai veri professionisti. Ma piuttosto che scoraggiare la squadra, fortificò lo spirito di gruppo che divenne sempre più unito al punto che nessuno mai si permise di saltare un solo allenamento.
</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-KBh1VhDP9v8/U_cXS8HBAJI/AAAAAAAABwI/fh6GpJ-pmok/s1600/Squadra1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-KBh1VhDP9v8/U_cXS8HBAJI/AAAAAAAABwI/fh6GpJ-pmok/s1600/Squadra1.jpg" height="266" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong>Gruppo Sportivo Ospedale Piemonte, 1974</strong></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caldo, Bonfiglio, Monaco, Todaro, Puntoriero, Lo Giudice, Santoro, Siracura, Foti<br/><i>Accosciati:</i> Passeri, Morgante, Gazzetta, Sisalli, Velardi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>1967</b> è anche l'anno in cui il neocostituito gruppo sportivo partecipa alla sua prima competizione, il <i>Trofeo della Zammara</i>, organizzato dal CUS Messina. Il torneo era molto sentito in città e puntualmente richiamava miglia di tifosi sul campo dell’Arsenale militare. Molti i calciatori «famosi» che parteciparono a quello storico torneo come il portiere Ciancia, assai conosciuto nella vicina Calabria, i due tornanti Garigliano e Rundo, l’estroso funambolo Mollura, detto «Pelè», o il compianto Totò Aversa, grande fuoriclasse del calcio regionale ed in seguito giocatore della Serie A.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>GS Ospedale Piemonte</b> si aggiudicò quello storico torneo arrivando in finale senza mai subire alcuna sconfitta.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un altro torneo da ricordare è il <i>Trofeo D’Amico</i>, una competizione sportiva organizzata dai pompieri di Messina in memoria di un vigile del fuoco caduto in servizio. Qui la squadra da battere era proprio quella dei vigili, molto forte e ben messa in campo, con il bravissimo portiere Chirieleson ed il forte centroavanti Pino. Accanto a loro la figura dell'indimenticabile Capitano Crucitti, dirigente sportivo e sostenitore numero uno della squadra dei vigili.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Anche questo torneo è stato vinto dal <b>GS Ospedale Piemonte</b> confermando inequivocabilmente che la squadra era davvero «imbattibile».
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-DGiFelT1KaU/U_cXL5ht_jI/AAAAAAAABvs/Dum1gsTrGGw/s1600/13-05-1975%2B(2).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-DGiFelT1KaU/U_cXL5ht_jI/AAAAAAAABvs/Dum1gsTrGGw/s1600/13-05-1975%2B%282%29.jpg" height="286" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong>Stadio Giovanni Celeste, 1975</strong></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ma la competizione che forse è entrata maggiormente nei ricordi di un'intera generazione di messinesi ed in particolare nel cuore di tutti coloro che a quegli incontri parteciparono è il <i>Trofeo Capria</i>. Un torneo calcistico tra i più sentiti e combattuti della città seguito, ogni anno, da migliaia di appassionati che dagli spalti dello stadio Giovanni Celeste incoraggiavano la propria squadra.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Organizzato dal <b>GS Ospedale Piemonte</b> il torneo era intitolato alla memoria del Prof. Vito Capria, ostetrico proprio dell'Ospedale Piemonte nonché stimato professionista messinese, tragicamente scomparso in un incidente stradale.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1977</b> ricorreva la quarta edizione di questo torneo aziendale e le squadre che vi parteciparono furono ben diciotto e precisamente:
</div>
<table id="hor-minimalist-b" style="margin-top:-12px">
<tbody>
<tr><td> </td><td> </td></tr>
<tr><td>Arciconfraternita Dei Rossi</td><td>Arsenale</td></tr>
<tr><td>ATM</td><td>Autostrada</td></tr>
<tr><td>ENEL</td><td>Ferrovia</td></tr>
<tr><td>Finanza</td><td>Gazzetta del Sud</td></tr>
<tr><td>GS Ospedale Piemonte</td><td>IMSA</td></tr>
<tr><td>Navi Tragehtto</td><td>Policlinico</td></tr>
<tr><td>Poste</td><td>Provincia</td></tr>
<tr><td>Viglili del Fuoco</td><td>Vigili Urbani</td></tr>
</tbody>
</table>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
L’animatore della riuscita del trofeo è stato <b>Franco Caldo</b> che con vera missione ha portato avanti una gestione tutt'altro che facile; ma non possiamo non citare il lavoro encomiabile dei fratelli <b>Vincenzo</b> e <b>Francesco Barbalaci</b> coinvolti, anche loro, in prima linea per la buona riuscita della competizione.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le squadre erano di altissimo livello calcistico e c’era molto agonismo tra le varie formazioni in campo. Il <b>GS Ospedale Piemonte</b> primeggiava sempre merito anche dell'agguerritissimo capitano <b>Giulio Santoro</b>, autentico gladiatore da campo che dal suo lato non lasciava passare mai alcun avversario. Il gioco della squadra ricordava molto quello dell'Ajax, fortissima formazione Olandese che in quegli anni dominava il mondo, e forse era anche questo che la rendeva una squadra speciale perlomeno agli occhi dei tanti sostenitori che ogni volta accorrevano ad ammirarla contribuendo, con il loro tifo sfrenato, a dare tanta carica e allegria all'intero gruppo.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-qnoGe3yWzvE/U_cXLtPa-7I/AAAAAAAABv0/UJOk9iQYgrI/s1600/11-08-1975.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-qnoGe3yWzvE/U_cXLtPa-7I/AAAAAAAABv0/UJOk9iQYgrI/s1600/11-08-1975.jpg" height="290" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong>Trofei messi in palio per il IV Trofeo Capria</strong></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il prof. <b>Giulio Santoro</b> è stato per molti anni il capitano della squadra o come lui stesso preferiva soprannominarla dell'«armata Bracaleone». Una persona generosa sia dentro sia fuori il campo di calcio. Ad ogni occasione portava la squadra a festeggiare nei migliori locali cittadini e spesso non mancava di omaggiare, a turno, i vari componenti della squadra. Tra i tanti una bicicletta a <b>Benedetto Velardi</b> e una costosa cinepresa all'allenatore <b>Foti</b>, donata dopo un primo lancio di ortaggi poi culminato tra gli applausi e i complimenti di tutti. In quegli anni, <b>Velardi</b> è stato una tra i giocatori più rappresentativi del gruppo e il suo gioco ricordava molto quello di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Omar_S%C3%ADvori" target="_blank">Omar Sívori</a>, giocatore della Juventus dal 1957 al 1965 e del Napoli dal 1965 al 1969.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Q931w-9dgrw/U_ceiK8rScI/AAAAAAAAByU/tTWY9vXjrco/s1600/Santoro.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Q931w-9dgrw/U_ceiK8rScI/AAAAAAAAByU/tTWY9vXjrco/s1600/Santoro.png" height="400" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Giulio Santoro</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La IV edizione del <i>Trofeo Capria</i> è stata vinta dal <b>GS Ospedale Piemonte</b> e anche questa nuova e meritata vittoria ha contribuito ad alimentare quell'aurea di imbattibilità, fin qui più volte citata, che circondava la squadra.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le edizioni del <i>Trofeo Capria</i> hanno avuto il privilegio di essere dirette da una «star» d'eccezione, l'arbitro internazionale <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tullio_Lanese">Tullio Lanese</a>. In particolare, le partite iniziali e tutte le finali del torneo sono state dirette da un giovane <b>Lanese</b> prima che questi diventasse il personaggio pubblico che tutti conosciamo.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Sono molti poi i tornei ed i trofei a cui il <b>GS Ospedale Piemonte</b> ha partecipato negli anni successivi ma ricostruirne la storia non è lavoro semplice sopratutto per l'alta difficoltà a reperirne le fonti. Tra i tanti incontri che affiorano alla mente anche quelli contro il famoso <b>Bar Irrera</b>, giocati ogni Lunedì sera nel campo di Bisconte. Mai il bar Irrera è riuscito a battere la squadra giallorossa nonostante gli innumerevoli cambi di elementi che ogni settimana presentava nel tentativo di primeggiare sulla squadra ospedaliera.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-5rt49ukl05w/U_cXc3y_3jI/AAAAAAAABww/-xhLKifbA1c/s1600/Vizzini.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-5rt49ukl05w/U_cXc3y_3jI/AAAAAAAABww/-xhLKifbA1c/s1600/Vizzini.png" height="320" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Michelangelo Vizzini</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Da ricordare ancora <b>Pippo Aneri</b>, portiere di grande professionalità che ha poi giocato anche nell'ACR Messina, il massaggiatore <b>Cucivera</b>, collaboratore in seguito del Torino FC, gli accompagnatori, <b>Pippo Puzzolo</b> e <b>Vittorio Siracusa</b>, il mister <b>Salvatore Fazio</b> vero conoscitore del calcio giovanile e non, cosi come il maestro della fotografia <b>Michelangelo Vizzini</b> storico fotoreporter messinese, ad ogni occasione accanto alla squadra del nosocomio.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Vizzini, per chi non lo conoscesse, rappresenta la memoria storica di Messina e la sua Rolleiflex ha immortalato fatti e personaggi memorabili. In ben 70 anni di onorata attività i suoi scatti hanno documentato la dolce vita messinese, la Rassegna Cinematografica all'Irrera a Mare, il Circuito dei Laghi di Ganzirri, le competizioni di calcio, tennis e basket, il Teatro dei Dodicimila e di Rivista, la vita universitaria e molto, molto o altro ancora.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
A tutti loro, ed in particolare ai nostri tre «miloti», va un <b>grazie di cuore</b> per aver regalato alla città di Messina anni di sano agonismo e di divertimento.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-bmWwK9SZn6A/U_cX49UbTnI/AAAAAAAABxA/gTbiNtvpVcI/s1600/Squadra5-SMILE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-bmWwK9SZn6A/U_cX49UbTnI/AAAAAAAABxA/gTbiNtvpVcI/s1600/Squadra5-SMILE.jpg" height="292" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Momenti: vittoria di un torneo</b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-YbVny_deRAg/U_cXa7IS-pI/AAAAAAAABwk/T699iTw2Wio/s1600/Squadra5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-YbVny_deRAg/U_cXa7IS-pI/AAAAAAAABwk/T699iTw2Wio/s1600/Squadra5.jpg" height="296" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Momenti: vittoria di un torneo</b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-rBdk3iCt-CE/U_cXMLVluYI/AAAAAAAABv4/z3V7BdJWHbI/s1600/13-05-1975%2B(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-rBdk3iCt-CE/U_cXMLVluYI/AAAAAAAABv4/z3V7BdJWHbI/s1600/13-05-1975%2B%281%29.jpg" height="286" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Giovanni Celeste, 1975</b></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mancuso, Velardi, Siracusa, Santoro, Cusmà, Morgante, Fiorentino, Sisalli<br/>Gallo, Di Stefano, Perdicucci, Puntoriero, Lo Giudice.<br/><i>Accosciati:</i> Casella, Gazzetta, Bartolone, Passeri, Todaro, Bonfiglio, Lo Vecchio</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-pieoSD3eL3c/U_cXV48in_I/AAAAAAAABwQ/p2qvEDH3X7w/s1600/Squadra2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pieoSD3eL3c/U_cXV48in_I/AAAAAAAABwQ/p2qvEDH3X7w/s1600/Squadra2.jpg" height="286" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Giovanni Celeste, 1976</b></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caldo, Bonfiglio, Gallo, Fiorentino, Passari, Santoro, Pontoriero, Vermiglio<br/>Lo Giudice, un calciatore, il vicepresidente Mancuso<br/><i>Accosciati:</i> Velardi, Cusmaà, Gazzetta, Morgante, Bartolone, Todaro, Perdichizzi, Sisali</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-pwMSGT6jtWU/U_cXYKTRluI/AAAAAAAABwY/-de_KI1Opz8/s1600/Squadra3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-pwMSGT6jtWU/U_cXYKTRluI/AAAAAAAABwY/-de_KI1Opz8/s1600/Squadra3.jpg" height="285" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Campo Sportivo Bisconte</b></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Morgante, Monaco, Pontoriero, Santoro, Vermiglio, Passari, Greco<br/><i>Accosciati:</i> Picca, Todaro, Bonfiglio, Sisalli, Gazzetta, Gallo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-MqUHfej_MPw/U_cXbIk7YlI/AAAAAAAABwo/ZNd6EGG9ul4/s1600/Squadra4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-MqUHfej_MPw/U_cXbIk7YlI/AAAAAAAABwo/ZNd6EGG9ul4/s1600/Squadra4.jpg" height="286" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Colli San Rizzo</b></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Picca, Caldo, Bonfiglio, Passari, Pontoriero, Santoro, Monaco, Lo Giudice, Foti<br/><i>Accosciati:</i> Siracusa, Todaro, Sisalli, Gazzetta, Velardi, Morgante</td></tr>
</tbody></table>
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio <b>Pippo Todaro</b> per avermi fornito le foto e tutte informazioni necessarie alla scrittura di questo articolo.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-86590356382610201492014-10-26T12:00:00.000+01:002014-10-29T19:07:33.902+01:00Origine del nome Mili<div style="text-align: justify;">
L'origine del toponimo <b>Mili</b> è tuttora dubbia nonostante esistano ben tre ipotesi che cercano di spiegarne il significato. Delle tre tesi una è verosimilmente più convincente delle altre ma questo è solo un mio parere, consideratelo tale.
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-6GrAUrvkB5k/Ux22l_nn3WI/AAAAAAAABtI/OEPd7bdqdjY/s1600/toponimo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-6GrAUrvkB5k/Ux22l_nn3WI/AAAAAAAABtI/OEPd7bdqdjY/s1600/toponimo.jpg" height="400" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Toponimo Mili</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il toponimo <b>Mili</b> sopravvive in quattro centri abitati situati pochi chilometri a sud di Messina: Mili Marina e Mili Moleti sulla strada litoranea, Mili San Marco, in posizione più elevata a circa 75m sul livello del mare, e Mili San Pietro, ancora più all'interno, a circa 200m d'altitudine.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
All'inizio del XX secolo esistevano solo gli ultimi due centri, Mili San Marco, detto allora<b> Mili Inferiore</b>, e Mili San Pietro, denonimato <b>Mili Superiore</b>. Oggi è indiscutibile che il nome dato ai due villaggi derivi proprio dalla fiumara Mili, sua cui valle essi si affacciano, ma cosa significa esattamente Mili?
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella monografia <i>Ciriaco o Melaios</i> di Enrica Follieri, del <b>1973</b> la studiosa fa risalire l'etimologia del nome Mili a μύλος cioè «mola», «macina» e, in età successiva, «mulino». La fiumara Mili pertanto dovette trarre il nome dai mulini posti su di essa e azionati dalla sua corrente: del resto già nel diploma di fondazione si parla di un mulino (<i>molendinum</i>) <i>qui constituit Abbas in fluvio Mili</i>, per cui il conte Ruggero concede l'esenzione da aggravi fiscali, aggiungendo che l'abate ha la potestà di <i>alia constituere ubi voluerit in praedicto fluvio</i> ovvero la libertà di costruirne di nuovi.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
I Proff. Matteo Allone e Stello Vadalà, nel loro libro sul Quartiere Normanno del <b>1995</b>, si collegano alle origini greche dell'agglomerato e fanno derivare il nome Mili da <i>milia</i> ovvero frassino, luogo di boschi. Effettivamente, ancora oggi, la nostra vallata rappresenta una delle zone più fertili e produttive del versante ionico del messinese dal momento che, come si legge nelle cronache antiche «se le piogge sono rare fruttificano le montagne, se abbonda l'umido, fruttifica il litorale. Le principali produzioni del terreno [...] sono: il vino, l'olio, la seta, gli agrumi, vi si respira un'aria sana [...]».
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Infine, su <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Mili_San_Marco" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">Wikipedia</a> è possibile leggere che l'esame di alcuni codici greci provenienti dall'abbazia basiliana di Santa Maria, diversi dei quali custoditi presso la Biblioteca vaticana in Roma, riportano la forma greca del toponimo (μηλον), che è fondamentale per risalire al significato: μηλον (mèlon), che significa <i>ovino</i>, da cui <i>luogo di pascoli</i>.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le tre formulazioni non si contraddicono per nulla, anzi ognuna di esse ha la propria valenza. Personalmente però preferisco la prima ipotesi: quella che fa derivare il nome Mili da «mola», «macina», «mulino». Sembrerebbe ricollegarsi alle origini più antiche della vallata di Mili, quell'epoca, ormai lontanissima, in cui i mulini erano parte integrante del territorio.
</div>
<br />
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Bibliografia e link:</b></span><br/>
E. Follieri, <i>Ciriaco O Melaios</i> (Ciriaco di Mili), Como, SugarCo Edizioni, 1988</br>
G. M. Allone, S. Vadalà, <i>Il III quartiere Normanno</i>, Messina, E.D.A.S., 1995<br/>
Wikipedia, <i>Mili San Marco</i>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Mili_San_Marco" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">www.wikipedia.org</a>, [25/10/2014]</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-21854976738126964992014-03-15T10:15:00.000+01:002014-10-25T22:44:52.171+02:00Ciriaco di Mili: il grande amanuense<div style="text-align: justify;">
Fra gli amanuensi italo-greci più operosi sul finire del secolo X ha ricoperto un ruolo fondamentale la figura di <b>Ciriaco</b>, monaco e prete, che lo storico francese <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Batiffol" target="_blank">Pierre-Henri Batiffol</a> ipotizzò essere nato proprio a <b>Mili</b>.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-5IMYLi0AQE0/Ux69mX9quSI/AAAAAAAABtc/udYxwERz-P4/s1600/amanuense.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-5IMYLi0AQE0/Ux69mX9quSI/AAAAAAAABtc/udYxwERz-P4/s1600/amanuense.jpg" height="400" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Miniatura che raffigura un amanuense al lavoro</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il nome di <b>Ciriaco</b> appare nelle sottoscrizioni di due noti manoscritti custoditi nella Biblioteca Vaticana, il <i>Vat. gr. 2020</i> e il <i>Vat. gr. 2138</i>. Le due sottoscrizioni furono trascritte, studiate e riferite al copista da Pierre Batiffol, pioniere degli studi sui monoscritti e sulle biblioteche delle badie greche del meridione, che pubblicò nel libro l'<i>Abbaye de Rossano</i> del <b>1891</b>. Ed è proprio da una di tali sottoscrizioni che monsignor Battiffol ritenne di poter desumere che Ciriaco fosse originario di <b>Mili</b> al punto che molti altri studiosi hanno in seguito ripetuto la notizia dell'origine messinese di Ciriaco.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma chi erano gli amanuensi? Erano delle figure professionali che per mestiere ricopiavano i manoscritti. Nel Medioevo questo lavoro era perlopiù affidato ai <b>monaci</b>, che copiavano i testi in una stanza adiacente alla biblioteca, detta <i>scriptorium</i>. Era una delle stanze più importanti delle abbazie, ed era l’unica ad essere sempre riscaldata. Qui il monaco copista trascriveva i testi in silenzio, interrompendo il suo lavoro solo per le preghiere; di rado era aiutato da un altro confratello che dettava e controllava, a sua volta, eventuali errori del testo.
</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Ogni libro era trascritto da un solo amanuense, mentre le decorazioni, a volte, potevano essere realizzate anche da altri monaci. In una sola giornata di lavoro un amanuense riusciva a riempire ben quattro fogli di pergamena, con grande attenzione e fatica, come ci dice uno stesso di loro: «annebbia la vista, incurva la schiena, schiaccia le costole ed indolenzisce il corpo».
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il più antico tra i due manoscritti di Ciriaco è un Evangelario, il <i>Vat. gr. 2138</i>, dalla cui stessa sottoscrizione apprendiamo essere stato ultimato, a Capua, il <b>12 giugno 991</b>. È un codice di lusso come dimostra il suo formato, la buona qualità della pergamena, gli ampi margini e la presenza di numerose ed eleganti miniature. Il codice entrò quasi subito nella biblioteca Criptense di Grottaferrata, dove vi restò almeno fino al <b>1752</b>, poi nella ricchissima biblioteca del cardinale <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Silvio_Passionei" target="_blank">Domenico Passionei</a>, nella Biblioteca Angelica in Roma, nel <b>1763</b>, e infine nella Biblioteca Vaticana.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Vat. gr. 2020</i>, invece ha un'aspetto più modesto, è scritto con grafia di modulo minore ed ha un'ornamentazione meno importante. In realtà è un manoscritto composito, costituito almeno da due parti, entrambe sottoscritte e recanti il nome di Ciriaco. Non si conoscono le biblioteche che hanno ospitato il codice nei secoli successivi, a parte il convento di San Basilio a Roma, dove vi arrivò alla fine del XVII, e la Biblioteca Vaticana, sua ultima meta.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Una sottoscrizione presente nell'opera riporta proprio l'epiteto su cui si basò monsignor Batiffol per affermante che Ciriaco era originario di <b>Mili</b>:
</div>
<br/>
<style type="text/css">
#bullettinu, #cummentu
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}
</style>
<div id="bullettinu" style="margin-top: -5px;">
<b>Ciriaco ό μελαὶοϛ</b>
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un appellativo che per lo storico transalpino della Chiesa non poteva prestarsi a fraintendimenti: <i>Ciriaco o melaios</i> ovvero <b>Ciriaco di Mili</b>.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Della vita di Ciriaco non conosciamo molto perché quando gli storici iniziarono ad interessarsi alla sua figura si erano già recisi i fili della memoria. Sappiamo solo che esercitò la sua attività di copista, monaco e sacerdote a Capua, in Campania, che realizzò almeno due codici, e che forse veniva davvero da Mili, cresciuto magari all'ombra del piccolo cenobio dedicato a San Basilio, esistente a Mili Superiore, e sulle cui rovine, alla fine del XI secolo, verra poi edificato il Monastero di Santa Maria. </div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Gli storici che considerano Ciriaco come originario di Mili, sposano proprio questa tesi, supponendo proprio che l'abbazia di fondazione normanna sia sorta sul posto di un'altra più antica, che sarebbe stata distrutta dagli Arabi: da questa primitiva abbazia Ciriaco sarebbe fuggito, «come tanti altri obbligato ad emigrare nel continente durante l'invasione araba».
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;">
<tbody>
<tr>
<td style="text-align: center;"><img border="0" height="320" hspace="5" src="http://1.bp.blogspot.com/-oflELbgnqes/UyBk2r5nXSI/AAAAAAAABuc/Ue2JX325Akg/s1600/abbaye_de_rossano.jpg" width="179" /></td>
<td style="text-align: center;"><img border="0" height="320" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-2hf3Jz9fVE8/UyBkYC6ZOHI/AAAAAAAABtw/99hXwLmoWz4/s1600/Studi_di_filologia.jpg" width="179" /></td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Abbaye De Rossano, 1891</td>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">Byzantina et Italograeca, 1997</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<div style="text-align: justify;">
La filologa <b>Enrica Follieri</b> in una monografia del <b>1973</b> dedicata all'amanuense, <i>Ciriaco, o melaios</i> appunto, fornisce una chiave di lettura che contrasta con le deduzioni di Batiffol. Attraverso un'attenta disamina sulla forma <i>Mili</i> riportata nei documenti del tempo, in particolare quelli riferiti al cenobio di Santa Maria, arriva a dissentire totalmente con la tesi dell'eminente prelato. La studiosa peraltro individua su altri manoscritti lo stesso vocabolo, uno dei quali in una trascrizione fatta da un copista anonimo, contemporaneo di Ciriaco.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Non entro nei tecnicismi che hanno portato la Follieri a trarre le sue conclusioni e consiglio, a chi volesse approfondire, la lettura integrale del suo scritto. Voglio però ricordare una sua stessa osservazione riportata tra le pagine del saggio:
</div>
<blockquote class="paper">
<div style="text-align: center;">
<i>Se μελαὶοϛ non equivale a «originario di Mili», quale valore</br>ha questo vocabolo nella sottoscrizione di Ciriaco?</i>
</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Una cosa è certa. Dobbiamo ringraziare Ciriaco perché grazie ai suoi lavori e alla sua «firma» diversi studiosi, nel tempo, hanno disquisito sul nostri villaggi proiettando in nome di Mili nell'universo culturale.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Bibliografia:</b></span><br/>
A. Acconcia Longo, L. Perria, A. Luzzi, <i>Enrica Follieri. Byzantina et Italograeca. Studi di filologia e di paleografia</i>, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1891<br/>
E. Follieri, <i>Ciriaco, o melaios</i> (Ciriaco di Mili), in Zetesis, Antwerpen-Utrecht, 1973</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-43205637152401074072013-09-29T20:00:00.000+02:002013-09-30T12:19:59.668+02:00Il teatro a Mili negli anni '60: interpreti principali<div id="aggiornamento">ARTICOLO AGGIORNATO. DATA DI PRIMA PUBBLICAZIONE <b>18 NOVEMBRE 2012</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Il paese di <b>Mili San Marco</b> vanta una tradizione teatrale di tutto rispetto, che a onor del vero continua ancora oggi, e negli anni sessanta ha visto un decennio particolarmente fecondo di interpreti e di compagnie.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-FGPkDMdaqzg/UJ685v0juRI/AAAAAAAABME/RCp7hHC4l24/s1600/La_cantata_dei_pastori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://1.bp.blogspot.com/-FGPkDMdaqzg/UJ685v0juRI/AAAAAAAABME/RCp7hHC4l24/s400/La_cantata_dei_pastori.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cantata dei pastori</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
In questo articolo ci concentreremo, in modo particolare, sulla compagnia che chiameremo di «San Domenico» ovvero su quel gruppo di persone che svolgevano attività teatrale nella <b>chiesa di San Domenico</b> e che, nonostante la pochezza di mezzi, arriverà a conquistare il grande pubblico del <b>Teatro Savoia</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il gruppo in questione nasce negli anni '60 dalle ceneri di una compagnia ancora più vecchia formata da <b>Santino Magale</b>, <b>Ciccio Intersimone</b> e <b>Nino Spadaro</b> (<i>muzzuni</i>). Non trovando nel villaggio dei locali idonei a svolgere la normale attività di laboratorio teatrale, si rivolgono al vicino paese di Mili Marina dove ottengono dall'allora parroco, <b>Padre Federico Nunzio</b>, l'autorizzazione ad utilizzare i locali della vecchia chiesa dove iniziano, con molti sacrifici, a coltivare la loro passione per l'antica e nobile arte del teatro.</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Purtroppo, il periodo presso la vetusta chiesa seicentesca non dura molto ed il gruppo è costretto nuovamente a cercare una nuova sede. Si rivolgono allora ai sigg. <b>Romeo</b> di Mili San Marco a quali chiedono il permesso di poter usare i locali della piccola chiesa di San Domenico. La richiesta, com'è facile intuire, viene accolta favorevolmente e da qui ha inizio un periodo ricco di appuntamenti con il palcoscenico e più in generale con il paese.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La zoccolo duro di questo gruppo di attori era composto da <b>Ciccino Sanfilippo</b>, <b>Franco Munafò</b>, <b>Lorenzo Cirinà</b>, <b>Mimmo Locandro</b>, <b>Nino Messina</b> (<i>tram</i>), <b>Salvatore De Salvo</b> (<i>mascularu</i>), il professore <b>Nino Sanfilippo</b> (<i>cazzottu</i>), <b>Dino Todaro</b> (<i>padduzza</i>), <b>Pippo Speranza</b>, <b>Dino Spadaro</b> e <b>Nino Messina</b> (<i>ruppo</i>), questi ultimi due interpreti, comici sopraffini.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Moltissimi sono stati poi i ragazzi di allora utilizzati come comparse nelle varie recite e rappresentazioni. Del gruppo ha anche fatto parte, per un breve periodo, <b>Pietro Castriciano</b> poi emigrato a Milano in cerca di lavoro.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Registi della compagnia di «San Domenico» erano il sig <b>Freni</b> e il sig. <b>Morello</b>.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-oGeA8Qhwm0I/UJ685FLDDzI/AAAAAAAABL8/nUWZlftj5zg/s1600/Ciccino_Sanfilippo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://1.bp.blogspot.com/-oGeA8Qhwm0I/UJ685FLDDzI/AAAAAAAABL8/nUWZlftj5zg/s400/Ciccino_Sanfilippo.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ciccino Sanfilippo</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Con questo gruppo ha collaborato anche il bravissimo <b>Ciccio Intersimone</b>, attore drammatico, «famoso» per recitare in «<i>patti i cannaluvari</i>» drammatiche. Con lui la compagnia ha portato in scena il dramma in tre atti <i><b>La gloriosa canaglia</b></i>, di Carlo Repossi, allestendo lo spettacolo presso le scuole elementari di Mili e avvalendosi della regia del prof. <b> Oteri</b>.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La messa in scena di commedie in quel periodo è stata molto prolifica:</div>
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</style>
<table id="hor-minimalist-b" style="margin-top:-12px">
<tbody>
<tr><td> </td></tr>
<tr><td>- <b>Ho ucciso mio figlio</b></td></tr>
<tr><td>- <b>Il fornaretto di Venezia</b></td></tr>
<tr><td>- <b>La cantata dei pastori</b></td></tr>
<tr><td>- <b>La notte di Natale</b></td></tr>
<tr><td>- <b>Tre mariti senza moglie</b></td></tr>
<tr><td>- <b>Signore voglio essere il vostro cameriere particolare</b></td></tr>
</tbody>
</table>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
A questi si aggiungono tre lavori preparati con un'attenzione particolare, tutti diretti dal prof. <b>Morelli</b> e rappresentati al cinema di Mili Moleti, sono:</div>
<table id="hor-minimalist-b" style="margin-top:-12px">
<tbody>
<tr><td> </td></tr>
<tr><td>- <b>La passione di Gesù</b></td></tr>
<tr><td>- <b>Civitoti in pretura</b> (di Nino Martoglio)</td></tr>
<tr><td>- <b>Don Felice senza Felicità</b>, (di Edoardo De Filippo)</td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La compagnia si evolve a teatro promiscuo, grazie all'arrivo di due ragazze che accettarono, per i tempi ci voleva davvero coraggio, di recitare con il gruppo del paese: sono la sig.na <b>Cristaudo</b> e la sig.na <b>Deodato</b> indimenticabili nel ruolo di Maria e di un Angelo nella commedia sacra <i><b>La cantata dei pastori</b></i>, opera del teatro religioso tardo-seicentesco (di Andrea Perrucci), in cui viene rappresentata la nascita di Gesù. Le stesse reciteranno anche ne <i><b>La Passione di Gesù</b></i>.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-B0Sa0oK8aZ4/UJ685soWPPI/AAAAAAAABMA/GKL00ARLI9M/s1600/Teatro_Savoia1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" hspace="8" src="http://4.bp.blogspot.com/-B0Sa0oK8aZ4/UJ685soWPPI/AAAAAAAABMA/GKL00ARLI9M/s400/Teatro_Savoia1.jpg" /></a></td><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-EMUZOyuk1FE/UhNSmxQ-azI/AAAAAAAABkw/pk-qCel1Ijc/s1600/Locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" hspace="8" src="http://2.bp.blogspot.com/-EMUZOyuk1FE/UhNSmxQ-azI/AAAAAAAABkw/pk-qCel1Ijc/s400/Locandina.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Teatro Savoia</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gazzetta del Sud, 24/03/1967</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Tra il <b>1930</b> e il <b>1970</b> era attivo a Messina il <b>Teatro Savoia</b>. Ricadeva nel tratto a valle della via XXVII Luglio ad angolo con la via Natoli. Conteneva millecento persone ed era inoltre dotato di un tetto meccanico apribile che consentiva di poter effettuare spettacoli anche nei periodi estivi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1967</b> la compagnia di Baccaria che rappresentava ogni anno la <i><b>Passione</b></i> al Teatro Savoia si sciolse, e venne chiesto alla compagnia di «San Domenico» di rappresentarla. L'opera, intitolata <b>Il Nazzareno</b>, fu un successo e il ricordo di quella serata e ancora vivo in molti di coloro che vi assistettero. Straordinarie le interpretazioni di <b>Lorenzo Cirinà</b> (<i>Gesù</i>) e <b>Pippo Speranza</b> (<i>Ponzio Pilato</i>) ma bravissimi anche tutti gli altri attori della compagnia.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo, nel momento di massimo splendore il gruppo si sciolse e dopo ben sette anni di onorata carriera la compagnia milese scomparve definitivamente.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-zgdSRfLGAgA/UhNSm18n30I/AAAAAAAABks/EvUumF-YZrs/s1600/Il_Nazareno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="282" src="http://1.bp.blogspot.com/-zgdSRfLGAgA/UhNSm18n30I/AAAAAAAABks/EvUumF-YZrs/s400/Il_Nazareno.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lorenzo Cirinà e Pippo Speranza</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni a seguire ci furono diversi tentativi di far rivivere la magia che quel cast artistico aveva creato. Lodevoli in tal senso i tentativi di <b>Mimmo Locandro</b>, trasferitosi nel frattempo nella città di Torino, e di <b>Pippo Speranza</b> di dare vita ad un progetto che realizzasse la messa in scena di uno spettacolo teatrale nei villaggi di Mili e Mili Marina nel periodo estivo. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1994</b> quel progetto si realizzò, con l'aiuto proprio di alcuni elementi del paese di Mili Marina. Fu un successo ma rimase l'amaro in bocca, perché a recitare del vecchio gruppo della compagnia di «San Domenico» c'era solo Locandro.</div>
<br />
<img border="0" height="82" src="http://1.bp.blogspot.com/-mOZneeS62Ns/UNHf7Nyy8cI/AAAAAAAABQQ/R7dYYXwDN-U/s1600/Shout.jpg" style="border: 0;" width="400"/><b>21/08/2013</b>
<br />
<div id="cummentu" style="margin-bottom:20px;margin-top:0px;">
Ricevo e pubblico, non senza una certa emozione, una lettera del nostro compaesano <b>Lorenzo Cirinà</b> in quegli anni impegnato in prima linea nelle varie attività teatrali.
</div>
<blockquote class="paper">
<div align="right" ><i>Gallarate 16-7-2013</i></div>
<br/>
<div align="justify"><i>Sono Lorenzo Cirinà, nato a Mili S. Marco il 3-7-1940, ed ivi abitante fin quasi alla fine degli anni '60 e poi emigrato al Nord per ragioni di lavoro.</i></div>
<br/>
<div align="justify"><i>Ho visitato su internet il sito <b>Ritorno a Mili</b> e posso affermare che le notizie riportate ed i personaggi citati hanno rappresentato per me un gradito ritorno al passato ed un tuffo negli anni della giovinezza.</i></div>
<br/>
<div align="justify"><i>Essendo stato anch'io, allora come oggi, un appassionato di teatro, voglio apportare il mio contributo documentale con due pezzi che credo unici: una foto dello spettacolo <b>Il Nazzareno</b>, dato al Teatro Savoia di Messina, ed il relativo annuncio pubblicato sulla Gazzetta del Sud in data 24-3-1967.</i></div>
<br/>
<div align="justify"><i>Nella foto sono ritratto io nella parte del "Nazzareno" e la buonanima di Pippo Speranza nella parte di "Pilato".</i></div>
<br/>
<div align="justify"><i>Infine una riflessione: il futuro di una comunità non può fare a meno di ergersi sulla sua memoria storica. Complimenti a chi ha creato il sito.</i></div>
<br/>
</blockquote>
<br/>
<div style="background-color: #f4f4f4;font-size:small; padding: 5px; text-align:justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio <b>Mimmo Locandro</b>, per avermi fornito una dettagliata e preziosa ricostruzione dei fatti di quegli anni nonché per le foto de <i>La cantata dei pastori</i> e di Ciccino Sanfilippo, e <b>Lorenzo Cirinà</b>, per la sua lettera, la foto de <i>Il Nazzareno</i> e per l'annuncio uscito sulla Gazzetta del Sud.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-38498638774652150732013-08-18T12:00:00.001+02:002023-07-06T17:39:33.004+02:00Il conte Ruggero, u' camiddu e l'omu sabbaggiu<div id="aggiornamento">ARTICOLO AGGIORNATO. DATA DI PRIMA PUBBLICAZIONE <b>25 SETTEMBRE 2011</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La ballata del <b><i>camiddu e dell'omu sabbaggiu</i></b>, ovvero del <i>cammello e dell'uomo selvaggio</i>, raffigura lo scontro tra il Gran Conte Ruggero d'Altavilla e un saraceno appiedato e vuole significare la conquistata libertà da parte del popolo siciliano e il loro riappropriarsi del territorio, dei costumi e della propria cultura.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-IcPDOmjnPzY/TmNMAdrxo2I/AAAAAAAAAKY/R1IG6HXfpGQ/s1600/ConteRuggero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-IcPDOmjnPzY/TmNMAdrxo2I/AAAAAAAAAKY/R1IG6HXfpGQ/s400/ConteRuggero.jpg" width="282" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ruggero I di Sicilia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il bagaglio storico che questa pantomima porta dietro con se è ricchissimo e lo vedremo in dettaglio nel seguito di quest'articolo. Sappiate già da adesso che la danza in questione è un ballo di lotta, di conquista e di morte e solo l'ignoranza sull'origine di questa tradizione ha portato, in certe realtà, a una degenerazione dello spettacolo con balletti caratterizzati dallo scherno e dal ridicolo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ai giorni nostri, questa tradizione continua a sopravvivere in molti villaggi del Messinese, come a <b>Santo Stefano Medio</b>, <b>Torre Faro</b> o ad <b>Alì Superiore</b>, così come in molti altri paesi della Sicilia e della Calabria. Anzi, ci sono una serie d'indizi che, verosimilmente, posso farci affermare che la paternità di questa pantomima spetti proprio al paese di Santo Stefano Medio.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A <b>Mili San Marco</b>, in passato, <i>u' camiddu e l'omu sabbaggiu</i> si rappresentava in occasione dei festeggiamenti del santo patrono, nella seconda domenica di Agosto, e ancor prima nell'ultima domenica di Maggio. La ballata aveva luogo nell'ex-campo di calcio della fiumara e dava la possibilità a tutti i paesani di godere dello spettacolo in una cornice quasi fiabesca.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Eccezionalmente, nell'estate del <b>2013</b>, <i>u' camiddu e l'omu sabbaggiu</i> hanno «duellato» nuovamente nel nostro villaggio, stavolta però nella Piazza centrale del paese. Inserito nel calendario <i>Estate in Piazza 2013</i>, è stato grazie ad una iniziativa personale di <b>Pippo Leonardo</b> se questa antica tradizione ha rivissuto nuovamente nonché l'occasione per farla conoscere a molti dei presenti e per emozionare quanti già l'annoveravano tra i propri ricordi.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Il cammello, le armi e l'armatura del saraceno sono costruite mediante listelli di canna su cui poi vengono fissati petardi, mortaretti e fiaccole, che rendono più suggestiva l'atmosfera. Vengono quindi indossati da due figuranti che si occupano di mimare lo scontro che finisce sempre con la vittoria del <i>camiddu</i> sull'<i>omu sabbaggiu</i>. Tra gli storici animatori, nostri compaesani, vanno ricordati <b>Santo Sanfilippo</b>, <b>Salvatore Di Blasi</b>, <b>Placido Sanfilippo</b> e <b>Ciccio Di Blasi</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel filmato seguente è rappresentata proprio la ballata del 2013, con <b>Pietro Oteri</b> nella parte dell'<i>omu sabbaggiu</i> e <b>Peppe Culici</b>, arzillo ultraottantenne, in quella del <i>camiddu</i>. Il motivo di accompagnamento, tecnicamente un saltarello, è invece suonato dalla banda <i>Giacomo Puccini</i> di<b> Mili San Marco</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/dDlUO7XU7tM?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vediamo meglio e in dettaglio quali sono le origine storiche di questa pantomima tra realtà, mito e leggenda.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra la fine del <b>1060</b> e gli inizi dell'anno <b>1061</b> I normanni intendono perseguire un ambizioso obiettivo: liberare l'isola dal dominio saraceno e restituirla alla Chiesa di Roma. Il raggiungimento di tale obiettivo è facilitato dalle lotte intestine che assillano i tre emiri che dominano ad Enna, <b>Ibn al Awas</b>, nel territorio di Mazara e di Trapani, <b>Abdullah Ibn Haukal</b> e nel territorio che comprende Catania e Siracusa, dove regnava l'emiro <b>Ibn at-Timnah</b>.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-PEw_ZDoMVf0/Tn4O_eUno6I/AAAAAAAAAOo/A1cWfC2duZI/s1600/Emirati_di_Sicilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="223" src="http://4.bp.blogspot.com/-PEw_ZDoMVf0/Tn4O_eUno6I/AAAAAAAAAOo/A1cWfC2duZI/s320/Emirati_di_Sicilia.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Emirati di Sicilia, 1060</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L'occasione per invadere l'isola viene offerta al Conte Ruggero d'Altavilla, quando nel febbraio del 1061 si trova in Calabria, a Mileto. È quì, infatti, che riceve la visita di Ibn at-Timnah, che chiede aiuto per combattere il forte esercito del cognato Ibn al Awas, signore di Enna, presso cui si è rifugiata la moglie Maimuna. In cambio della collaborazione, Ibn at-Timnah offre al Gran Conte Ruggero il dominio su <b>Val Demone</b>, <b>Val di Mazara</b> e <b>Val di Noto</b> ovvero su tutta la Sicilia.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La prima impresa di Ruggero e dell'emiro alleato, alla fine del febbraio del 1061, non va per nulla bene. I cavalieri normanni, sbarcati presso l'odierna <b>Torre Faro</b>, effettuano una scorreria cercando di controllare le strade che da Messina portano alle roccaforti di <b>Rometta</b>, <b>Tripi</b>, <b>Milazzo</b> e <b>Monforte</b>. I saraceni, nel frattempo, hanno potenziato le difese della città di Messina e dei colli sicché Ruggero, in procinto di sferrare l'attacco per conquistare la città dello Stretto, temendo di rimanere sconfitto, anche a causa dell'arrivo di un forte contingente saraceno dalla vicina Catania, preferisce ritirarsi al Faro e varcare lo Stretto, rimandando ad altra occasione l'attacco al saraceno.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ruggero, dopo il fallimento della prima spedizione, comprende infatti che solo un attacco repentino può mettere in ginocchio la città di Messina. L'occasione la coglie nel tiepido mese del Maggio 1061 quando sbarca, provenendo da Reggio, a <b>Calcare</b> nei pressi dell'odierna<b> Tremestieri</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La storia ci fornisce alcuni elementi che sono all'origine della tradizione di cui ci occupiamo. Le fonti documentarie riferiscono infatti che il piccolo esercito normanno, composto da circa <b>500</b> cavalieri, appena sbarcato alle primissime luci dell'alba, si scontra con un drappello di saraceni, provenienti da un vicino castello, che portano salmerie e denari alla guarnigione saracena di Messina. La vicinanza ai luoghi dello sbarco di Ruggero, lascia supporre che il drappello saraceno, provenisse dal vicino castello presente in <b>S. Istaphin</b>, nome con cui geografo arabo <b>Idrisi</b> chiamava il paese di Santo Stefano Medio.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In aiuto di Ruggero, per conquistare Messina, sopraggiunge il fratello <b>Roberto il Guiscardo</b> con altri <b>1500</b> uomini che sbarcano nei pressi della città. Questa volta l'impresa ha successo e la sorpresa dell'azione mette in ginocchio Messina.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-BQ-wKll9oyw/TmOGw9nARsI/AAAAAAAAAKc/1WTI81gdyqs/s1600/Roberto_e_Ruggiero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-BQ-wKll9oyw/TmOGw9nARsI/AAAAAAAAAKc/1WTI81gdyqs/s400/Roberto_e_Ruggiero.jpg" width="272" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Roberto il Guiscardo e il Conte Ruggero</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ruggero e Roberto, insieme a Timnah, iniziano la conquista dell'isola. Nel <b>1071</b> cade Catania, nel <b>1072</b> viene conquistata Palermo, nel <b>1077</b> e nel <b>1079</b> è il turno, rispettivamente, di Trapani e di Taormina. Nel <b>1085</b> cade Siracusa, nel <b>1086</b> Agrigento e finalmente la conquista termina con la presa di Noto nel <b>1091</b>. Trent'anni, quindi, furono necessari al Conte Ruggero per sottomettere l'isola al suo dominio.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-CsNVj3XU23I/TmOPBIkc23I/AAAAAAAAAKg/X7ek9jgYjus/s1600/Chiavi_di_Palermo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="280" src="http://1.bp.blogspot.com/-CsNVj3XU23I/TmOPBIkc23I/AAAAAAAAAKg/X7ek9jgYjus/s320/Chiavi_di_Palermo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ruggero di Sicilia che riceve le chiavi di Palermo</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La leggenda vuole che Ruggero, battuto il piccolo drappello che proveniva dal castello di Santo Stefano, entrasse nella città di Messina a dorso di un <b>cammello</b> sottratto ai <b>saraceni</b>. Di tale cammello si sarebbe conservata in città la pelle per alcuni secoli. Riferiscono i cronisti che il simbolo di un cammello, per molti anni, venne portato in processione durante le feste dell'Assunta e durante le feste patronali i genere. La tradizione rivive soprattutto in Agosto, in occasione della passeggiata dei <b><i>Giganti</i></b>, Mata e Grifone. Secondo la leggenda, i dominatori della citta di Messina, furono i testimoni oculari dell'entra trionfale di Ruggero a dorso del cammello.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'impresa di Ruggero alimentò, in particolare, la fantasia delle popolazioni dell'area dello Stretto ed anche del resto dell'Isola. Intorno alla sua figura ed alle sue gesta fiorì una serie di leggende che normalmente si compendiano nel cosiddetto <i><b>ciclo normanno</b></i> in cui prevale fortemente l'elemento religioso. Basti pensare all'apparizione di San Giorgio a Ruggero, che riesce a mettere in fuga trentamila arabi a Cerami, o a quella di San Silvestro a Troina, o ancora a tutti gli interventi della Madonna avvenuti in altre battaglie.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Tkhz8c5ETqc/TnC23z3pl3I/AAAAAAAAAN4/1IuBEBz2ARA/s1600/Madonna_Milizie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="245" src="http://3.bp.blogspot.com/-Tkhz8c5ETqc/TnC23z3pl3I/AAAAAAAAAN4/1IuBEBz2ARA/s400/Madonna_Milizie.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Madonna delle Milizie, Scicli (RG)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
A Messina si ricorda ancora la leggenda di Ruggero che, assorto a guardare la costa siciliana dalle rive della Calabria, rinuncia all'aiuto della fata <b>Morgana</b>, sorella di Re Artù, apparsagli su un cocchio trainato da sette cavalli nel bel mezzo dello Stretto. Ruggero infatti vuol conquistare l'isola con la fede in Cristo e non con la magia e l'inganno.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di tutte le gesta del cosiddetto <i>ciclo normanno</i> s'impossessò la cultura popolare rappresentata dai cantastorie, dal Teatro dei Pupi e dai mastri carradori, che riportarono sui <i>masciddari</i> dei carretti, ovvero sulle loro sponde, le battaglie dei cavalieri normanni guidati da Ruggero contro i saraceni. Si deve principalmente al patrimonio orale dei cantastorie la possibilità, per noi moderni, di conservare traccia e custodire la memoria in vari modi: canti popolari, favole, leggende, pantomime, eccetera, eccetera.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il popolo messinese e la gente dei villaggi vicini, testimoni della vittoria di Ruggero, attribuirono all'impresa un carattere divino. L'intervento soprannaturale della Madonna determinò per l'appunto il trionfo della cristianità sugli infedeli; di ciò ne sono testimonianza diretta le costruzioni religiose fatte edificare da Ruggero in tutta l'Isola, una per tutte la chiesa di <b>Santa Maria</b> nel vicino Mili San Piero.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-cJtAhup5klA/TnDBXrohGVI/AAAAAAAAAN8/vQeb_Zu9C2Q/s1600/Santa_Maria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="http://3.bp.blogspot.com/-cJtAhup5klA/TnDBXrohGVI/AAAAAAAAAN8/vQeb_Zu9C2Q/s400/Santa_Maria.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiesa di Santa Maria in Mili San Piertro</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Man mano che la conquista della Sicilia procedeva, le gesta di Ruggero venivano celebrate dal popolo affinchè ne venisse tramandato alle discendenze future il ricordo. E ancora oggi, dopo più di <b>mille anni</b>, <i>u' camiddu e l'omu sabbaggiu</i> sono tra noi a testimoniarlo.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
<i>A Cameiuzza i focu</i>, <a href="http://www.aramoni.it/page.aspx?id=268&title=A-Cameiuzza-i-focu-Origine-storiche " title="Vai al sito della fonte" target="_blank">www.aramoni.it</a>, [27/09/2011]
</div>
<br />
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> un particolare ringraziamento a <b>Francesco Todaro</b> che ha realizzato il video inserito nel presente articolo, disponibile in originale su <a href="http://youtu.be/BWQRLbjBDpY" target="_blank">YouTube.</a></div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-63796066635904985332013-03-24T19:57:00.001+01:002013-08-29T13:25:05.145+02:00Giuseppe Garibaldi a Mili Marina<div style="text-align: justify;">
È possibile che <b>Giuseppe Garibaldi</b> sia stato ospite del paese di <b>Mili Marina</b>? Con buona probabilità si, anche se non esistono riferimenti scritti ma soltanto alcune storie tramandate verbalmente di cui sono venuto a conoscenza.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-q-QQF6zeOtY/UF8Tn9PO2HI/AAAAAAAABJE/NnZMIW9Nnqo/s1600/Garibaldi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-q-QQF6zeOtY/UF8Tn9PO2HI/AAAAAAAABJE/NnZMIW9Nnqo/s400/Garibaldi.jpg" width="310" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giuseppe Garibaldi, 1866</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La marinota <b>Concettina Munagò</b> narrava spesso che la propria madre le raccontava un episodio che vedeva Giuseppe Garibaldi ospite presso una casa di <b>Mili Marina</b>. Il racconto le era stato tramandato a sua volta dalla bisnonna che probabilmente è stata testimone della vicenda.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La sig.ra Concettina da qualche anno non è più tra noi ma sono sicuro che in molti la ricorderanno, soprattutto a <b>Mili Marina</b>. Appartenente ad una famiglia numerosa, tre sorelle e due fratelli, è stata dirimpettaia della casa dei miei genitori per diversi anni, prima di trasferirsi nuovamente a <b>Mili Marina</b>, suo paese natale. Ricordo che lei e una sua sorella che le faceva visita più volte hanno raccontato di questo episodio e in questo articolo cercherò di verificarne l'attendibilità.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Garibaldi ha visitato la città di Messina per ben due volte: nel <b>1860</b> e nel <b>1882</b>, anno della sua morte avvenuta il 2 Giugno.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cominciamo proprio da quest'ultima visita: il settantaquattrenne Generale giunse a Messina la mattina del <b>27 Marzo 1882</b> con il vapore Marco Polo; con lui erano la moglie Francesca Armosino, i figli Menotti, Manlio e Clelia, Achille Fazzari e alcuni suoi fedelissimi. I siciliani stavano per celebrare il VI centenario dei Vespri e per l'occasione, Garibaldi, era stato invitato a Palermo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I messinesi accorsero festosi per acclamarlo, ma vedendolo ammutolirono. Garibaldi ormai era l'ombra di sé. Venne portato all'albergo <b>Belle Vue</b>, nella Palazzata, per un breve riposo. Nessuna visita, nessun ricevimento, niente feste, niente discorsi. Il giorno stesso, prima di proseguire il suo tragitto, rivolse un’affettuosa lettera di commiato diretta «ai miei cari e fedeli Messinesi», che venne riportata per intero dalla Gazzetta di Messina del 28 Marzo.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-mJP3oMLPAzg/UL4KT38EnFI/AAAAAAAABOM/JJ01ntbvXuY/s1600/Palazzata.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://2.bp.blogspot.com/-mJP3oMLPAzg/UL4KT38EnFI/AAAAAAAABOM/JJ01ntbvXuY/s400/Palazzata.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Palazzata e statua del Nettuno prima del terremoto del 1908</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Questa ipotesi è quindi da escludere</b>. Andiamo ad analizzare quella più famosa avvenuta il 27 Luglio del 1860, dopo la caduta di Milazzo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I libri di storia ci dicono che Garibaldi entrò a Messina, il <b>27 Luglio 1860</b>, in un caldo e afoso pomeriggio estivo, e ci confermano la sua presenza in città almeno fino al <b>2 Agosto</b> quando Giuseppe Garibaldi decide d'incontrarsi con l'ufficiale borbonico <b>Tommaso Clary</b>. Verosimilmente si è soffermato in città almeno fino al 12 Agosto giorno in cui Garibaldi s'imbarca per raggiungere la Sardegna, al fine di sbloccare una situazione con le autorità piemontesi e far partire nuovi volontari per la Sicilia.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In queste giornate di permanenza nella città dello stretto, con buona probabilità, ha visitato molti luoghi «strategici» di Messina e <b>Mili Marina</b>, in quegli anni, era un «luogo strategico» essendo divenuto un importante meta di villeggiatura per le facoltose famiglie della borghesia mercantile, che proprio nel piccolo paese avevano deciso di costruire le loro ville.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Peraltro, a quel tempo, nel villaggio sembra che vivesse un Tagliavia, parente del più famoso <b>Pietro Tagliavia</b>, armatore palermitano e azionista maggioritario della società di navigazione <i>La Trinacria</i>. I discendenti diretti di quel Tagliavia oggi sono i Caminiti, gestori della locale farmacia, ed è proprio da una discussione fortuita con <b>Rossella Caminiti</b> e con <b>Francesco Garufi</b> che sono venuto a conoscenza di questo raccordo con il loro «celebre» antenato, che non ha fatto altro che rafforzare e confermare questa tesi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Ad avvalorare il tutto esisterebbero delle lettere autografe di Garibalidi indirizzate alla famiglia Tagliavia, che in passato sono state donate al ex-presidente del senato <b>Giovanni Spadolini</b> e di cui non si sa più nulla. Immagino siano andate ad arrichire l'archivio documentario della <a href="http://www.nuovaantologia.it" target="_blank">Fondazione Spadolini Nuova Antologia</a> ma anche su questo bisognerebbe indagare opportunamente.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-UGtL7yoA4Ls/UUr1bd2eINI/AAAAAAAABV4/Z1Rk0Ii4bwI/s1600/Spadolini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="232" src="http://2.bp.blogspot.com/-UGtL7yoA4Ls/UUr1bd2eINI/AAAAAAAABV4/Z1Rk0Ii4bwI/s400/Spadolini.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Spadolini con parte della sua collezione.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Come dicevo, <b>Pietro Tagliavia</b>, era un amatore palermitano che nel <b>1869</b> darà vita a <i>La Trinacria</i> una società di navigazione famosissima al tempo, dotata di una flotta mercantile moderna e «preziosa» per tonnellaggio e qualità del naviglio che, in seguito, la famiglia <b>Florio</b> acquisterà per buona parte.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di umili natali, Pietro, si era inizialmente dedicato all'attività del padre (Federico) che curava l'approvvigionamento delle navi che facevano scalo a Palermo. Si trasferì in Inghilterra, per un lungo periodo dove perfezionò la conoscenza della lingua e soprattutto si aprì a nuovi orizzonti. Al ritorno in patria, avviò un'attività di noleggio marittimo, assumendo la rappresentanza di alcune compagnie straniere, i cui vapori all'ancora nel porto di Palermo approvvigionarono di armi gli insorti del <b>1860</b>, tra i quali il fratello Giuseppe, caduto affrontando le truppe borboniche nelle campagne di Monreale, qualche giorno prima dell'ingresso in città di Garibaldi. E a Garibaldi, che gliene sarà sempre grato, Pietro donò <b>2000</b> fucili <b>Remington</b> acquistati in Inghilterra, a dimostrazione di una partecipazione alle vicende risorgimentali forte e sentita.
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;">
<tbody>
<tr>
<td style="text-align: center;">
<img border="0" hspace="5" src="http://4.bp.blogspot.com/-ObX1fgr34-0/UUsDBqjNykI/AAAAAAAABWc/oeaNfB0tw5I/s1600/Storia_dei_Florio.jpg" width="200" />
</td>
<td style="text-align: center;">
<img border="0" hspace="5" src="http://1.bp.blogspot.com/-CfSUcx18Ip0/UUsDBt_krYI/AAAAAAAABWg/E1auANb6dOA/s1600/I_Florio.jpg" width="200" />
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">Storia dei Florio, 2007</td>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">I Florio, 2008</td></tr>
</body>
</table>
<div style="text-align: justify;">
Onestamente non sapremo mai le reali motivazioni che hanno spinto Garibaldi a visitare Mili Marina, ma è verosimile che sia venuto nel villaggio per incontrare la famiglia Tagliavia, a riconoscenza della gradita donazione di armi e, chissà, forse per incontrate lo stesso Pietro qualche mese dopo l'<b>insurrezione di Palermo</b> datata 30 maggio 1860.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pare pure che nella medesima occasione Garibaldi abbia donato un fucile ad un abitante delle zona e che, tutt'oggi, questo cimelio sia custodito dai discendenti diretti, qualcuno ha detto in <b>Galati Marina</b>, ma anche in questo caso non ho avuto elementi sufficienti per approfondire.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'edificio in cui avvenne questo incontro non è dato saperlo. Forse potrebbe essere uno di quelli in foto, o meglio ciò che c'era al loro posto nell'estate del <b>1860</b>, ma vi prego di considerarla solo un ipotesi forzata ed immaginaria. In realtà le uniche costruzioni nella zona di cui si ha un riscontro storico sono l'antica chiesetta dedicata al San Paolino, risalente al 1600, e il palazzo d'Alcontres, costruito alla fine dell'ottocento (a Mili Moleti).
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Xn4vAUhYaRw/UU7tVXmJWYI/AAAAAAAABW4/Nb6UFg5XYGs/s1600/Casa_Garibaldi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-Xn4vAUhYaRw/UU7tVXmJWYI/AAAAAAAABW4/Nb6UFg5XYGs/s400/Casa_Garibaldi.jpg" width="310" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Via Nazionale, Mili Marina</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Concludendo. Quest'analisi mi porta a ritenere che la storia tramandata dalla sig.ra Concetta sia un storia vera, sconosciuta ma autentica, che va a costituire un nuovo ed importante tassello del passato dei nostri villaggi. Sarebbe stato bello conoscere esattamente dove avvenne quell'incontro, magari per ricordarlo a futura memoria con una targa commemorativa, ma anche senza questo elemento rimane, a mio avviso, un fatto interessante.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-78225063616504585322013-02-07T18:30:00.000+01:002013-08-29T13:24:14.813+02:00A patti i cannaluvari: Il processo, 1993<div style="text-align: justify;">
In occasione del Carnevale del <b>1993</b> lo storico gruppo «Bitto-Leonardo-Messina» porta in scena una deliziosa farsa, dal titolo <b>Il processo</b>, nella quale vengono rappresentate le vicende di un maldestro onorevole, corrotto e truffaldino.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-rsSCOnCInuQ/UREaihxJltI/AAAAAAAABVI/PShmKCE0X7I/s1600/il_processo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-rsSCOnCInuQ/UREaihxJltI/AAAAAAAABVI/PShmKCE0X7I/s400/il_processo.jpg" width="280" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il processo, 1993</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il gruppo trae pieno spunto dai fatti di <b>Mani pulite</b>, scoppiati nel <b>1992</b>, in cui un pool di magistrati della Procura di Milano porta a galla un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti tra il mondo politico italiano e quello finanziario. È la cosiddetta <b>tangentopoli</b> che coinvolgerà senatori, deputati, ministri, imprenditori e perfino ex presidenti del Consiglio.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Si ride frequentemente e con gusto, sia per le situazioni inscenate sia per alcune battute davvero ben congegnate; una su tutte: «<i>veni 'ca bedda figliola che ti fazzu 'na picca i scola</i>» detta da un focoso giudice (<b>Pietro Bitto</b>) alla sfrontata figlia del politico interpretata da <b>Pasquale Messina</b>. Una menzione particolare va inoltre fatta a <b>Masino Grasso</b> ed alla sua caratteristica interpretazione di un avvocato.
</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Gli interpreti, in rigoroso ordine di apparizione, sono:</div>
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</style>
<br/>
<table id="hor-minimalist-b" summary="Employee Pay Sheet">
<thead>
<tr>
<th scope="col">Personaggio </th>
<th scope="col">Interprete</th></tr>
</thead>
<tbody>
<tr><td>Onorevole</td><td>Pippo Messina I</td></tr>
<tr><td>Moglie</td><td>Pippo Messina II</td></tr>
<tr><td>Figlia</td><td>Pasquale Messina</td></tr>
<tr><td>Prete/Presentatore</td><td>Pippo Leonardo</td></tr>
<tr><td>Maresciallo</td><td>Pietro Romeo</td></tr>
<tr><td>Carabiniere</td><td>Giuseppe Cardile</td></tr>
<tr><td>Giudice</td><td>Pietro Bitto</td></tr>
<tr><td>Consigliere</td><td>Gianni Bitto</td></tr>
<tr><td>Avvocato dell'accusa</td><td>Masino Grasso</td></tr>
<tr><td>Avvocato della difesa</td><td>Nino De Salvo</td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra i tanti momenti presenti nel video ce n'è uno utile a capire come eravamo solo qualche decennio fa: la chiamata tra la figlia dell'Onorevole e il suo fidanzatino avviene utilizzando uno dei <b>primi cellulari</b> allora in commercio, un pesantissimo «mattone» del tempo che smuove la pazienza del padre, preoccupato, al sentire quelle lunghe civettate, di dover poi pagare una bolletta salatissima per tutte le interminabili chiamate "in <b>telesezione</b>" della giovane.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un ultima curiosità: la registrazione riporta la data del <b>24 Febbraio 1993</b>. Significa che la ripresa è stata effettuata dopo la mezzanotte del <b>martedì grasso</b>, di quello stesso anno, quando già si era in periodo quaresimale. Ma questa è stata sempre la normalità per il nostro paese abituato a dire addio al Carnevale solo alle prime luci dell'alba di ogni <b>mercoledì delle ceneri</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/1a22WGA9YFo?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-20238485358756414312013-01-13T22:18:00.003+01:002018-03-27T10:29:28.568+02:00Mili San Marco in FM: storia della radio di paese<div style="text-align: justify;">
Nello stesso anno in cui a Milano veniva fondata Radio Deejay (<b>1982</b>), nel paese di <b>Mili San Marco</b> nasceva un'emittente radiofonica privata frutto della passione e della caparbietà di un gruppo di intrepidi ragazzi: <b>Radio Antenna San Marco</b>.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-FzGKykRzKJw/UOdLRlyFPtI/AAAAAAAABQw/JUOn5qam1Ug/s1600/Radio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-FzGKykRzKJw/UOdLRlyFPtI/AAAAAAAABQw/JUOn5qam1Ug/s400/Radio.jpg" width="277"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Radio Antenna San Marco, 1982-1986</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
In questa immagine sono raffigurate alcune delle persone che hanno prestato le proprie braccia e il proprio tempo alla radio ma, in realtà, i protagonisti di questa avventura sono molti di più e nel prosieguo di questo articolo cercherò di citarli tutti (ci spero). Ma partiamo dall'inizio.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Siamo nel <b>1977</b>: <b>Biagio La Fauci</b> e <b>Piero De Pasquale</b> sono due bambini con una forte passione per gli apparecchi radio. Sono così innamorati delle varie trasmissioni radiofoniche del tempo che il loro gioco preferito consiste proprio nel «fare radio». Dalla loro fantasia nasce <b>Radio Cunigghiaru</b> che qualche giorno dopo trasformeranno nella più altisonante <b>Radio Interferenza Galattica</b>. Tutto ancora era solo un gioco, e nessuno di loro aveva ne i mezzi economici ne la conoscenza per irradiare un vero segnale radio, ciononostante, <b>Biagio</b> e <b>Piero</b> cercavano di dare un «corpo» alla loro fantasia.
</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Nel giardino della casa di Biagio c'era una stanza, un ex <i>«cunigghiaro»</i> appunto, che i due ragazzi potevano sfruttare quando e come volevano. Il primo passo consistette nel far somigliare <b>Radio Interferenza Galattica</b> quanto più possibile ad un vero studio radio. I due partirono dalla fine e si dedicarono alla costruzione di una <b>insegna</b> sfruttando il fatto che il nonno di Biagio era un falegname e che aveva parecchio legname a disposizione. <b>Biagio</b> e <b>Piero</b> presero un pezzo di legno compensato, tre metri per due, una quantità industriale di pittura, «offerta» sempre dal nonno di Biagio, e crearono una bellissima insegna da collocare all'esterno del locale. Com'è facile intuire, il nonno di Biagio non fu per nulla contento quando scoprì il tutto. Ad ogni modo, realizzata l'insegna serviva uno <b>spotlight</b> per illuminarla. Lo crearono infilando una lampada normale, da un centinaio di watt, in un tubo per lo scarico dell'acqua bianco, da 10 cm, in modo che il cono di luce prodotto illuminasse solo l'insegna. L'effetto fu stupendo!
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un aneddoto: alla prima prova di questo spotlight casalingo i risultati non furono dei migliori. Il tempo di raggiungere la Fontana dell'Amore per vedere il risultato che la luce era già calata, quasi fino a spegnersi completamente, mentre una scia di fumo risultava ben visibile. In pratica si era sciolto il tubo e alla fine esplose anche la lampada causando un piccolo blackout a casa di Biagio.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-j_lTiAJiCzc/UOdgYn7Q8nI/AAAAAAAABRI/yqosFlLGSZY/s1600/Biagio_%2526_Piero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="https://3.bp.blogspot.com/-j_lTiAJiCzc/UOdgYn7Q8nI/AAAAAAAABRI/yqosFlLGSZY/s400/Biagio_%2526_Piero.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Fauci e De Pasquale a Radio Antenna San Marco</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Arriviamo al <b>1980</b>: è tempo di scuole superiori per <b>Biagio</b> ed è proprio qui che inizia ad imparare le prime e semplici basi dell'elettrotecnica. Con l'aiuto di un insegnante di <i>Montaggio Elettronico</i> e degli assistenti di laboratorio, monta il suo primo micro trasmettitore FM. Un giocattolo in pratica, ma funzionava a dovere. Con le dovute modifiche e una piccola antenna autocostruita, dalla sua abitazione riusciva a coprire abbastanza bene tutto il paese di Mili. L'unico problema era la stabilità in frequenza che durante le ore di trasmissione slittava di alcune centinaia di kilohertz. Ma diciamo che a quei tempi non era un vero problema perché le radio avevano la sintonia meccanica pertanto, appena si cominciava a sentire male, si spostava istintivamente l'antenna, si ruotava il pomellino della sintonia e tutto tornava alla normalità.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Pian piano vennero coinvolti altri soggetti: <b>Pippo Cucinotta</b>, <b>Pippo Pandolfino</b>, <b>Salvo D'Arrigo</b> e <b>Giuseppe Mangano</b> (<i>Peppello</i>) appassionato di Gianni Togni. Fu proprio Pippo Cucinotta a condurre il primo vero programma della radio. Aveva parecchi ascoltatori in tutto il paese grazie alla pubblicità che lo stesso si era fatta, ogni mattina, sull'autobus che lo portava a scuola. Il programma andò in onda per un certo numero di domeniche. Trasmetteva un programma di musica varia con dedica, quelle stesse dediche che Pippo raccoglieva durante la settimana in giro per il paese e sul «9 sbarrato». I dischi e le audiocassette erano di sua proprietà ed ogni volta arriva in radio armato di borse e zaino pieni zeppi. </div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Tra i primi conduttori radiofonici non possiamo non ricordare <b>Pippo Pandolfino</b> e il suo involontario tormentone, "bella, molto bella questa canzone".
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La radio al tempo trasmetteva ancora abusivamente su frequenze che non le erano state assegnate. Per far fronte alle spese, che iniziavano ad essere cospicue, oltre all'autofinanziamento, un altro mezzo di sostentamento consisteva nel fare la colletta, porta a porta, per il villaggio. Con l'aiuto di un compaesano, <b>Nino Sanfilippo</b>, si costituì finalmente una associazione senza scopo di lucro denominata <b>Radio Antenna San Marco</b> e, dopo formale richiesta, arrivò pure il momento dell'assegnazione di una frequenza libera da parte della Polizia Postale.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-G5OJCGicpYg/UPULlX30ICI/AAAAAAAABT4/9kco6Dcw5vI/s1600/RadioMaps.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="233" src="https://4.bp.blogspot.com/-G5OJCGicpYg/UPULlX30ICI/AAAAAAAABT4/9kco6Dcw5vI/s400/RadioMaps.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Posizione degli studi radio nel territorio di Mili</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La vecchia sede, intanto, non andava più bene per cui si decise di trasferire tutto nella «Casa degli Spiriti», storica sede della radio, in <b>Via Rota</b> a <b>Mili San Marco</b>. Era <b>Piero</b> che le aveva dato quel nome. La chiamò così perché essendo fuori dal paese, in campagna, la notte suscitava una sensazione di paura. A questo si aggiungeva il fatto che spesso la luce pubblica era spenta, per cui ci si trovava, praticamente, al buio a chiudere la porta con accendini e lampade di fortuna. Inoltre, quando si usciva dalla radio bisognava spegnere la luce dalla regia che si trovava in una camera più interna, e questo costringeva l'ultimo che andava via a percorre la stanza antecedente nella totale oscurità. Il costo di affitto che veniva pagato era davvero basso, solo 35.000 £ (circa 18 €).
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
L'ingresso nell'<i>entourage</i> della radio avveniva per fasi; c'erano i soci fondatori e i normali sostenitori. Ognuno contribuiva economicamente come poteva alle spese vive dell'emittente radiofonica che, lo ricordo ancora, era autofinanziata. I soci più importanti, oltre ai due padri fondatori (<b>La Fauci</b>-<b>De Pasquale</b>), sono stati i fratelli <b>Manuele</b> e <b>Sandro Bellingheri</b>, <b>Erminio</b> e <b>Pippo Cucinotta</b>, <b>Matteo Cannata</b>, <b>Paolo Calatozzo</b>; e poi <b>Salvo Restuccia</b>, <b>Salvatore Prisa</b>, <b>Nuccio Aquilia</b> e <b>Matteo Muscolino</b>.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Gran parte delle apparecchiature di supporto all'attività radiofonica, trasmettitori, equalizzatori e quant'altro, sono state costruite dallo stesso <b>Biagio</b>. I kit venivano ordinati telefonicamente da <b>Nuova Elettronica</b>, una rivista famosa ancora oggi, che poi spediva il tutto per posta e in comode scatole di montaggio.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr> <td style="text-align: center;"><img border="0" height="300" hspace="5" src="https://4.bp.blogspot.com/-1Q_aH2t0mP0/UPADJ-cpcpI/AAAAAAAABTQ/gvky4hz0_qk/s320/Nuova_Elettronica_80.jpg"></td><td style="text-align: center;"><img border="0" height="300" hspace="5" src="https://4.bp.blogspot.com/-nkbV2SRxdaE/UPADJyqKP1I/AAAAAAAABTU/-92ZeFRDM7w/s320/Nuova_Elettronica_81.jpg"></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nuova Elettronica, n.80, 1982</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nuova Elettronica, n.81, 1982</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Decisi far giungere il segnale di <b>Radio Antenna San Marco</b> anche in città inizia un periodo di sopralluoghi nel nostro territorio per capire dove collocare alcuni ripetitori; Mili infatti è in una zona d'ombra radio per la gamma FM rispetto alla città di Messina per cui, se si voleva ottenere l'obiettivo prefissato, era necessario l'installazione obbligatoria di alcuni ripetitori.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il primo venne montanto al <b>Torrente Guidara</b> dove, al tempo, c'era un chiosco estivo, aperto al pubblico, gestito dal papà di <b>Pippo Cucinotta</b>. Biagio e Piero vi trasportano, a piedi, da Mili, un palo d'antenna lungo ben sei metri che installarono sul posto. Un secondo ripetitore fu operativo, per circa sei mesi, a Mili Marina nella proprietà di <b>Francesco Garufi</b>, e un altro fu attivo, per un periodo di tempo, a casa di <b>Stefano Pistorio</b>, nel paese di Tremestieri.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La verifica della copertura del segnale veniva fatta andando il giro per le strade dei nostri villaggi con una storica <b>Fiat 600</b>, del papà di Piero, e una piccola radio portatile a batterie visto che quella montata sulla vettura era solo AM.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il vicinato attiguo alla sede della radio aveva spesso da ridire su quest'attività radiofonica. Fra il vedere <b>Biagio</b> arrampicarsi su di un antenna alta <b>15 metri</b> per gli interventi di manutenzione o i <b>disturbi</b> causati dai trasmettitori che facilmente si staravano, essendo autocostruiti e di media qualità, molti sono stati coloro che hanno reclamato. Alla fine il tutto si concludeva con le solite scuse e la promessa che il problema non si sarebbe più ripresentato.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-b5qPbV_d_rw/UOrepcIMBUI/AAAAAAAABSs/j1P5cTYozHo/s1600/Meme_Faces.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="221" src="https://4.bp.blogspot.com/-b5qPbV_d_rw/UOrepcIMBUI/AAAAAAAABSs/j1P5cTYozHo/s400/Meme_Faces.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Disturbi causati dai trasmettitori</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il palinsesto della radio e i relativi conduttori sono stati abbastanza variegati. Le trasmissioni iniziavano alle <b>7.00</b> del mattino con un programma di musica di vario genere di <b>Salvo Restuccia</b>. Non avendo le apparecchiature per trasmettere in automatico, bobbinometri o registratori a bobina, questo era l'unico modo per garantire l'inizio delle trasmissione ogni giorno (una persona fisica in regia). A Salvo anche il grande merito di aver trasmesso le dirette degli incontri sportivi dal torrente di Mili, utilizzando il suo baracchino.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
C'era poi <b>Nino De Domenico</b> che trasmetteva musica dance, <b>Ketty Romano</b> che conduceva un programma di musica italiana, Pippo D'Amico e Antonio Causarano con un programma di heavy metal, Tina Pilato con un programma di musica di vario tipo, <b>Sara Messina</b> (<i>tram</i>) e <b>Tonina Prisa</b> che conducevano, in coppia, degli speciali su Claudio Baglioni e sui Pooh.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Quasi tutti i dischi utilizzati in radio venivano comprati di fronte il Teatro in Fiera dove c'era un centro riparazioni di flipper, jukebox e videogiochi da bar; erano proprio loro che rifornivano tutti i jukebox di Messina e provincia con le ultime novità discografiche. Stiamo parlando di <b>45 giri speciali</b>, perché queste versioni avevano su ambedue i lati un successo del momento che non erano dello stesso autore. Questo perchè selezionando la combinazione di <b>lettera</b> e <b>numero</b> sul jukebox si doveva sempre poter ascoltare un brano conosciuto o di successo. Il pacchetto, rigorosamente chiuso, conteneva sette dischi, perciò quattordici brani di autori diversi, e rappresentava un buon risparmio.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Col tempo, la radio si trasformò in un centro di aggregazione stile bar anni '70; in pratica, un piccolo frigo, bibite, macchinetta del caffè, tavolini e carte. Le serate per molti ragazzi trascorrevano così, in semplicità, e sono molte le giovani coppie che si sono formate proprio grazie ai contatti avuti in questo contesto.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La radio è stata attiva dal <b>1982</b> al <b>1986</b>: prima che il progetto «radio di Mili» svanisse per sempre, c'è stata la fusione con una radio di Larderia, Radio Studio Centro, e il cambio di denominazione in favore di <b>Radio Vega</b>. Questa unione è durata poco, a causa incomprensioni e litigi, e si è tornati presto al vecchio nome.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
I ragazzi intanto partivano per il servizio militare e le collaborazioni, giorno dopo giorno, iniziavano a scemare. Partiti <b>Biagio</b> e <b>Piero</b> nessuno poté più seguire la radio adeguatamente e da quel momento preciso <b>Radio Antenna San Marco</b> si conquistò per sempre un posto nel grande libro dei ricordi del nostro paese.
</div>
<br />
<div style="background-color: #f4f4f4;font-size:small; padding: 5px; text-align:justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio <b>Biagio La Fauci</b> e <b>Piero De Pasquale</b> per avermi fornito una dettagliata e preziosa ricostruzione dei fatti di quegli anni nonché la foto utilizzata nel presente articolo. Un ulteriore ringraziamento ad <b>Erminio Cucinotta</b> per il suo contributo.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-4356411883362670422012-12-09T18:45:00.000+01:002013-08-29T17:53:54.410+02:00A patti i cannaluvari: Show Tram, 1988<div style="text-align: justify;">
Siamo nel <b>1988</b> e in occasione delle festività del Carnevale viene rappresentata, nelle varie sale del paese, questa <b>Show Tram '88</b> articolata farsa allestita dalla penultima generazione di «<i>pattari</i>» <i>milisanmarcoti</i>.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Mliga18uoFs/UMRXCFKuxAI/AAAAAAAABPE/IuNPzAkRPzI/s1600/ShowTram.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-Mliga18uoFs/UMRXCFKuxAI/AAAAAAAABPE/IuNPzAkRPzI/s400/ShowTram.jpg" width="301" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Show Tram, 1988</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Un artigianale manifesto invita tutte le ragazze di Mili San Marco a partecipare ad un concorso di bellezza che premierà la più bella del villaggio. Occasione ghiotta che verrà accolta sia dalle «bellissime» del paese sia da chi bella non lo è proprio, arrivando a stuzzicare anche l'interesse di una signora attempata e piacente che non riuscirà a resistere dall'iscriversi al concorso.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vanno in scena situazioni stereotipate per questo gruppo di interpreti, come il fidanzato cornuto o la fidanzata sciantosa, cavalli di battaglia riproposti in molte delle loro <i>patti i cannaluvari</i>, ma questo significa <b>garanzia del risultato</b> e la risata è sempre dietro l'angolo. Si ride per le battute sicuramente, ma anche per la forte caratterizzazione di alcuni dei personaggi in scena come, per fare qualche nome, <b>Mimmo Alibrandi</b>, <b>Marco Calatozzo</b> o il compianto <b>Rosario De Rosa</b>, a riprova ancora una volta del talento intrinseco che questo gruppo possedeva.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Gli interpreti, in rigoroso ordine di apparizione, sono:</div>
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</style>
<br/>
<table id="hor-minimalist-b" summary="Employee Pay Sheet">
<thead>
<tr>
<th scope="col">Personaggio </th>
<th scope="col">Interprete</th></tr>
</thead>
<tbody>
<tr><td>Presentatore</td><td>Pietro Lo Vecchio</td></tr>
<tr><td>Miss <i>ghianu a chesa</i></td><td>Pippo Leonardo</td></tr>
<tr><td>Miss Bottesco/Figlia</td><td>Pasquale Messina</td></tr>
<tr><td>Miss Fontana dell'Amore</td><td>Salvo Restuccia</td></tr>
<tr><td>Miss Marodda</td><td>Nino De Salvo</td></tr>
<tr><td>Miss Baracca Pompa</td><td>Paolo Lo Vecchio</td></tr>
<tr><td>Miss Gesù e Maria/Mamma</td><td>Pippo Messina II</td></tr>
<tr><td>Fidanzato</td><td>Pietro Bitto</td></tr>
<tr><td>Organizzatore/Presentatore</td><td>Pippo Messina I</td></tr>
<tr><td>Miss Santa Caterina</td><td>Mimmo Alibrandi</td></tr>
<tr><td>Miss Contrada Rota</td><td>Rosario De Rosa</td></tr>
<tr><td>Parucchiere</td><td>Marco Calatozzo</td></tr>
<tr><td>L'aiutante Bernardo</td><td>Gianni Bitto</td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche questa farsa ha una sua <b>morale</b>: la denuncia di un modello troppo in voga ai nostri giorni, in cui l'importante è apparire, e la denuncia a sua volta di concorsi pilotati, evidenziando come le votazioni che incoronano i vari vincitori, nelle fasi di casting o nelle finali vere e proprie, spesso non sono trasparenti.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Augurandovi una buona visione anticipo a tutti i lettori che sono in «preparazione» altre storiche e divertenti <i>patti i cannaluvari</i> che verranno messe sulle pagine del blog <b>Ritorno a Mili</b> nei primi mesi del nuovo anno.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/_m46alQz-ws?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-63063267285769084392012-10-14T12:45:00.001+02:002023-07-06T17:34:50.415+02:00Ballata di Ferragosto in Piazza, 1991<div style="text-align: justify;">
Il nostro compaesano <b>Marco Prestianni</b> ci regala un ultimo video, sicuramente il più emozionante tra quelli già pubblicati, in cui filma minuziosamente una piazza del paese gremita in ogni angolo e con molta gente intenta a ballare e divertirsi.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-gOzpEPvly3o/UHRa2oWX4iI/AAAAAAAABKY/AJBG7cwcBFU/s1600/ferragosto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-gOzpEPvly3o/UHRa2oWX4iI/AAAAAAAABKY/AJBG7cwcBFU/s400/ferragosto.jpg" width="301" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ferragosto a Mili San Marco, 1991</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L'occasione è una serata danzante organizzata per il <b>Ferragosto</b> del 1991 nella Piazza centrale di <b>Mili San Marco</b>. Quell'anno la festività cadeva di Giovedì e a spopolare tra valzer, tarantelle e mazurche troviamo i classici della trasmissione tv <i>Indietro Tutta</i>, del 1987, da <i>Sì, la vita è tutt'un quiz</i> a <i>Vengo dopo il tiggì</i>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel piazzale è ancora presente la vecchia pavimentazione, non c'erano le panchine e il telefono della SIP è in bella mostra sul muro perimetrale. Molte sono le persone immortalate dall'obiettivo a cominciare dal compianto <i>Maccu ministraru</i> e dalla sua classica tenuta da ballo: camicia aperta e canotta bianca. Nel video compare anche lo stesso <b>Marco</b> (Prestianni) con la moglie <b>Giovanna</b> ripreso, probabilmente, da Fabio o da Stefano, uno dei suoi due figli.</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Anche per questo video vale il discorso già fatto per gli altri: la videocassetta originale è ormai alla fine fisica e il video non è esente da imperfezioni. Resta, a mio avviso, un bellissimo ricordo della Mili anni '90 e per questo ringrazio l'autore, da molti anni ormai non più tra noi, per essere stato un «reporter speciale» del blog <a href="http://ritornoamili.blogspot.it">Ritorno a Mili</a>, più di vent'anni prima.</div>
<br/>
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/eShgdWQ-Qmw?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br/>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-75092512227042119832012-10-08T21:52:00.000+02:002013-08-29T13:22:21.944+02:00Festeggiamenti di San Marco, 1991<div style="text-align: justify;">
Nell'Agosto del <b>1991</b>, nel paese di <b>Mili San Marco</b>, si sono tenuti regolarmente i festeggiamenti del santo patrono ma, per l'occasione, il programma previsto é stato particolarmente ricco di iniziative religiose, di spettacolo e sportive.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-AEohtCzVtq4/UHGOvQfTVbI/AAAAAAAABJg/l9uM-LxFSSY/s1600/Festa_Mili_1991.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-AEohtCzVtq4/UHGOvQfTVbI/AAAAAAAABJg/l9uM-LxFSSY/s400/Festa_Mili_1991.jpg" width="301" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Festeggiamenti di San Marco, 1991</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Fino al <b>2011</b> la festa di San Marco, la cui vera ricorrenza è il <b>25 Aprile</b>, era tradizionalmente organizzata nella seconda settimana del mese di Agosto al fine di consentire ai tanti paesani che vivono nel «continente», e che tornano in paese per le ferie, di vivere un momento di festa nel villaggio.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1991</b>, come dicevo, si è organizzata una festa più importante del solito, forse seconda solo a quella del 1981, con predica-panegirico di Padre Pio di Paternò, sfilata per le vie del paese della <i>Banda i L'Umbrillara</i>, raduno bandistico dei corpi musicali di Faro Superiore, Salice, Sant'Agata e Mili San Marco, nonché con la presenza di <b>Antonella Ruggiero</b> famosa, allora, per aver partecipato all'edizione di Sanremo del 1986 e per essere la caposquadra campana in <i>Gran Premio</i>, lo spettacolo Rai condotto da Pippo Baudo del 1990.</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
E ancora, le esibizione del tenore <b>Carmelo De Salvo</b>, del soprano <b>Grazia Reina</b> e del pianista <b>Salvatore Messina</b>, gli spettacoli di musica leggera e varietà con il complesso Superstars Show, il gruppo artistico Le Oceania e il comico calabrese Maurizio Scuncia, in arte <i>Micu 'u Pulici</i>, inventore del folk comico sceneggiato.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un cameraman d'eccezione, il compianto <b>Marco Prestianni</b>, ha immortalato quei momenti, gli stessi che oggi condivido con tutti voi. Purtroppo il VHS originale risulta già essere deteriorato dal tempo, e la qualità complessiva non è delle più soddisfacenti. Resta comunque un bellissimo spaccato della Mili di «ieri» in cui, purtroppo, le persone che non sono più tra noi sono davvero tante.</div>
<br/>
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/kzMGz40KGCA?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br/>
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/63iGITl-YBw?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br/>
<div style="text-align: center;">
<iframe width="450" height="338" src="http://www.youtube.com/embed/b4wSaYf6CKE?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br/>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-25128076277973115952012-09-23T21:00:00.000+02:002012-09-23T23:32:40.571+02:00Amore e arretratezza a Mili San Marco<div style="text-align: justify;">
In passato, nel paese di <b>Mili San Marco</b>, erano in voga delle usanze, figlie di un'arretratezza culturale diffusa, che interessavano sia le coppie che decidevano di convivere sia le ragazze in età di matrimonio.</div>
<br>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-XiNlj1x4xUU/UEoLS5L9PjI/AAAAAAAABGk/-_74WxGx13M/s1600/Balcone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://2.bp.blogspot.com/-XiNlj1x4xUU/UEoLS5L9PjI/AAAAAAAABGk/-_74WxGx13M/s400/Balcone.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Balcone con tapparelle chiuse</td></tr></tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Nei primi anni del dopo guerra se una donna o una vedova si accompagnava con un uomo al di fuori dei sacramenti cristiani, la gente del paese venutolo a sapere, si radunava sotto la casa degli innamorati e per tutta la notte, faceva un gran baccano con urla, fischi, coperchi di pentole, ecc. Tutto questo per contestare ed evidenziare l'«illegale» posizione della coppia di innamorati, a cui non restava altra scelta che barricarsi dentro casa.
</div>
<br>
<div style="text-align: justify;">
Una scena surreale e di cattivissimo gusto che riporta alla mente l'episodio pirandelliano de <i>La Giara</i>, in cui Zi' Dima rimasto intrappolato dentro il grosso recipiente è costretto a sorbirsi per tutta la notte i balli e i canti che i paesani facevano intorno alla giara stessa. Ma nel racconto di Pirandello il contesto era totalmente diverso e la festa era stata organizzata proprio dallo stesso Zi' Dama per far innervosire Don Lolò Zirafa.</div>
<br>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Fortunatamente queste esibizioni milesi ebbero fine una <b>cinquantina d'anni fa</b> quando i paesani, per non fare uno «sgarbo» ad un medico condotto del tempo, misero fine a questa pratica rozza e incivile, definitivamente.</div>
<br>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ktTU31Cx35c/UEoK2XGf41I/AAAAAAAABGU/5WkeugpDCaM/s1600/Giara.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="302" src="http://2.bp.blogspot.com/-ktTU31Cx35c/UEoK2XGf41I/AAAAAAAABGU/5WkeugpDCaM/s400/Giara.gif" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Franco Franchi, Ciccio Ingrassia ne <i>La Giara</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
C'era poi l'usanza della <b>fuitina</b>, di cui ho personalmente traccia fino al <b>1990</b> ma che probabilmente potrebbe contemplare anche casi più recenti che mi sfuggono. La fuitina identificava l'<b>allontanamento</b> di una coppia di giovani aspiranti coniugi dai rispettivi nuclei familiari di appartenenza, allo scopo di rendere esplicita (o meglio far presumere) l'avvenuta consumazione di un atto sessuale completo in modo da porre le famiglie di fronte al «fatto compiuto» e inducendole a concedere il consenso per le nozze dei fuggitivi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Da premettere che la «fuga d'amore» non era un'usanza esclusiva di <b>Mili</b> ma era in voga in tutto il meridione, specialmente in Sicilia e Calabria.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La <b>fuitina</b>, come dicevo, era frequente tra giovani innamorati che sceglievano la via più breve per accelerare i tempi della loro unione. Raramente si sceglieva la <i>fuiùta</i> tra giovani appartenenti a famiglie della borghesia, cosa che invece avveniva con più frequenza tra giovani dei ceti più bassi. Spesso poi questa pratica era <b>progettata</b> e <b>messa in atto</b> con l’approvazione delle famiglie, quando le condizioni economiche non consentivano di affrontare le spese per lo sposalizio in Chiesa, e il rinfresco da offrire agli invitati.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo, allora, c’erano famiglie molto povere che non avevano soldi né per il corredo né per lo sposalizio. Dovendo, tuttavia, anche loro mettere su famiglia, adottavano il sistema economico e sbrigativo della <b>fuitina</b>, con i due innamorati che scappavano di nascosto (si fa per dire) dei genitori.
A fatto compiuto, dopo alcuni giorni trascorsi in un casolare o in casa di parenti od amici consenzienti, doveva seguire immancabilmente il <b>matrimonio riparatore</b>, senza festa alcuna. Entravano infatti in gioco questioni legate principalmente all’onore della donna, che non poteva più rientrare nella famiglia d’origine una volta che aveva perso il suo stato di purezza originario.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Alla <b>fuitina</b> romantica, di chi vedeva il loro amore ostacolato dalle famiglie, se ne contrapponeva una forma <b>barbara</b> e di <b>rilievo penale</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Qualche volta la ragazza non era consenziente e allora le cose si complicavano non poco. Lo spasimante, non potendo ottenere per vie usuali la mano di una ragazza, la sequestrava con l’aiuto di altri complici e la violentava. A questo punto la giovane non poteva più rifiutare il matrimonio riparatore col suo stupratore poiché, non essendo più illibata, nessuno l’avrebbe più cercata e voluta.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-xMAaOPoN6jY/UF7JjhbVCUI/AAAAAAAABH4/QcJD9b4rh8w/s1600/La_moglie_piu_bella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-xMAaOPoN6jY/UF7JjhbVCUI/AAAAAAAABH4/QcJD9b4rh8w/s400/La_moglie_piu_bella.jpg" width="272" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La moglie più bella, 1969</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il rapitore poteva essere denunciato e subire anche una pesante condanna penale, ma si preferiva sempre cancellare tutto con il solito matrimonio riparatore.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo <b>544</b> del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale qualora fosse stato seguito dal cosiddetto «matrimonio riparatore», contratto tra l'accusato e la persona offesa. La violenza sessuale era considerata oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Abrogato l’art. 544, la nuova legge n. <b>442</b> del <b>05/08/1981</b>, ha abolito la possibilità di cancellare con il matrimonio una violenza sessuale.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Se questa forma brutale di <b>fuitina</b> oggi appartiene alle pagine più scure del nostro passato il merito va all'alcamese <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola" target="_blank">Franca Viola</a>, che si oppose alle consuetudini del tempo, non accettò il matrimonio riparatore e fece arrestare il suo rapitore diventando un personaggio simbolo della libertà e dell'emancipazione femminile.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il film <b><i>La moglie più bella</i></b>, con Ornella Muti, si ispira vagamente alla storia di questa ragazza (anche sei nei titoli di testa si nega ogni riferimento a fatti reali) e offre uno spaccato di vita siciliana degli anni '60 considerevole e importante.</div>
<br/>
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio <a href="https://www.facebook.com/natale.parisi.94" target="_blank">Natale Parisi</a> per il contributo dato a questo articolo, in particolar modo alla prima parte dello stesso («le esibizioni dei miloti») e al raccordo con il simpatico episodio de <i>La Giara</i> di Luigi Pirandello.</div>
<br />Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-64212081058551758562012-09-09T13:00:00.000+02:002012-09-10T12:05:57.112+02:00Il 9 barrato: il più mitico degli autobus<div style="text-align: justify;">
Il <b>9 barrato</b>, anzi il «9 sbarrato» come veniva chiamato da tutta la popolazione, è stato un autobus in forza all'ATM di Messina che ha servito, con onore, almeno tre generazioni di milesi e col quale molti di noi sono cresciuti.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-dufFjHzi38s/UDubS6jlkDI/AAAAAAAABDI/o51kYkUt-CE/s1600/Autobus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="260" src="http://1.bp.blogspot.com/-dufFjHzi38s/UDubS6jlkDI/AAAAAAAABDI/o51kYkUt-CE/s400/Autobus.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fiat 405 Menarini, 1960</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Questo mezzo, ogni giorno, con corse intervallate tra loro di 50 minuti, copriva la distanza che separa il paese di Mili Superiore dal centro cittadino. Per alcuni anni, e solo negli orari di punta (7.30 e 12.50), è stato affiancato da un <b>sussidio</b> con capolinea nel villaggio di <b>Mili San Marco</b>. A queste due corse in particolare, e ai suoi autisti, è dedicato il presente articolo in cui cercheremo di ricordare il mitico <b>Fiat 405 Menarini</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
In occasione della 3<sup>a</sup> edizione della Notte della Cultura, 2011, lo storico autobus del <b>1960</b> è uscito dal deposito di via La Farina per raggiungere piazza Unione Europea dove è stato possibile ammirarlo e a cui la foto di apertura si riferisce.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La foto in realtà ritrae un modello a due tonalità di verde, ma per il sussidio veniva utilizzato anche un veicolo bicolore <b>giallo-bianco</b>. Il «9 sbarrato» era l'autobus di tutti: i nostri nonni lo prendevano per fare la spesa in centro, i nostri padri per andare a lavoro, le nostri madri per le compere importanti in città e tutti i ragazzi e bambini per raggiungere le scuole: Tremestieri prima e gli istituti superiori del centro dopo.
</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Riconoscibile per la sua tipica carrozzeria bombata, il Fiat 405 Menarini montava un motore da 11548 cc, ed era disponibile in due lunghezze da 10 e da 11 m. A differenza di altri 405 che montavano carrozzerie Casaro o Viberti, il «nostro» montava una carrozzeria prodotta dalla bolognese <b>Menarini</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Mentre la produzione dei 405 Casaro e Viberti si ferma ai primi anni '60, la produzione del <b>Monocar Menarini 1001</b> (nome reale del modello) partono dal 1958 e arrivano con la produzione per l'estero, fino al 1969. L'ATM, Azienda Trasporti Messina, ne acquista diverse unità nel 1960 che serviranno gli abitanti del centro città e dei villaggi limitrofi almeno fino al 1985.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-OATE5cU-100/UD3X8Ho63uI/AAAAAAAABEw/Py7g5zjRn3g/s1600/Autobus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="260" src="http://1.bp.blogspot.com/-OATE5cU-100/UD3X8Ho63uI/AAAAAAAABEw/Py7g5zjRn3g/s400/Autobus.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fiat 405 Menarini, 1960</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il 411 Menarini, è stato il mio bus preferito da bambino, ma questo l'ho scoperto in età adulta. Su questo autobus sono avvenuti molti episodi goliardici e divertenti, animati, in modo particolare, da chi in quegli anni viveva la propria adolescenza. </div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Tra i tanti autisti ricordo con affetto <b>Nicola Corrieri</b>, un gentiluomo senza pari, che alla guida si trasformava in un autentico scatenato, nonché al suo «vizio» di allargarsi in zona Provinciale, sorpassando le file di autobus ferme per far salire i passeggeri (che significava lasciare molti compaesani alla fermata) e alla sua frase di circostanza <i>arreti c'è l'autru</i>. Oppure, come non ricordare la velocità che lo stesso faceva prendere all'autobus sulla SS114, nella discesa immediatamente dopo la caserma dei Carabinieri di Tremestieri con tanto di strombazzata?
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni nuove vetture si sono succedute al vecchio <b>Menarini</b>, e queste hanno continuato a fare la spola tra il paese di Mili San Pietro e il centro città, anche se con una nuovo numero (<b>8</b>) e su un tragitto più corto del vecchio itinerario.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>25 Febbraio 2012</b>, in occasione della 4<sup>a</sup> Notte della Cultura è stato possibile riammirare per le vie del centro lo storico mezzo, questa volta esposto a piazza Duomo per il Rotary Club Messina. Non sono stati pochi i messinesi che l’hanno immortalato nel suo lento passaggio per le strade della città.
</div>
<br/>
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> le foto del Fiat 405 Menarini, modificate per la preparazione del presente articolo, sono copyright dell'archivio fotografico Ferrovie Siciliane, e disponibili in originale sul loro sito <a href="http://www.ferroviesiciliane.it/" target="_blank">www.ferroviesiciliane.it</a>.</div>
<br />Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-46493173390464987742012-06-17T23:00:00.000+02:002013-08-29T13:21:30.028+02:00Mili San Marco terra di monaci<div style="text-align: justify;">
La vallata di Mili ha vissuto un'intensa vita monastica nel corso dei secoli passati, non solo per la presenza del famoso monastero di Santa Maria in Mili San Pietro, ma anche per l'esistenza di almeno altri tre cenobi «minori» dislocati proprio su quello che oggi è il territorio di <b>Mili San Marco</b>.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-6nNRCz4Y_do/T9SzyzUjO3I/AAAAAAAABBU/eYOM-Vi4Gg4/s1600/Antico_convento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-6nNRCz4Y_do/T9SzyzUjO3I/AAAAAAAABBU/eYOM-Vi4Gg4/s400/Antico_convento.jpg" width="275" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Antico convento in Mili San Marco</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Mi riferisco ad un'<b>antico convento</b> edificato nei pressi della vecchia stradina che porta al cimitero, alla più nota chiesa di <b>San Nicola</b> e ad un presunto monastero sito in <b>contrada Tanniti</b>, di cui oggi non esiste più traccia alcuna.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Non è possibile stabilire quando questi edifici siano stati costruiti ma possiamo azzardare, almeno per la chiesa di San Nicola, di essere attorno al <b>1500</b>. Il primo edificio, quello ai «piedi» della vecchia strada per il cimitero, presentava sulla propria facciata, sopra la porta d'ingresso, uno stemma papale trafugato in epoca recente. Questo particolare potrebbe farlo appartenere all'<b>ordine cistercense</b>, un ordine monastico di diritto pontificio che nel loro stemma riporta una <b>mitria</b> e due <b>pastorali</b>. Oggi la facciata è crollata all'80% ma è ancora possibile ammirarla.
</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Il secondo cenobio sorgeva dove oggi si trovano i ruderi, della chiesa cosidetta di <b>San Nicola</b>, in cui restano visibili delle nicchie d'altare e qualche stipite con fregio cinquecentesco (leggi <a href="http://ritornoamili.blogspot.it/2011/10/le-chiese-di-mili-san-marco-il-mistero.html">Le chiese di Mili San Marco: il mistero della croce</a>).
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
L'ultimo monastero, secondo una tradizione puramente orale, sorgeva in <b>contrada Tanniti</b>, e probabilmente era un convento con funzione «strategiche» che serviva il monastero di Santa Maria. L'esistenza di questi conventi riempiva i sentieri e le mulattiere del tempo di monaci e confratelli contribuendo a creare un'atmosfera unica e estremamente suggestiva.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-AFB9m9pk87E/T9S3HCAXhMI/AAAAAAAABBg/Eu88WsruYOM/s1600/Scorcio_San_Nicola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-AFB9m9pk87E/T9S3HCAXhMI/AAAAAAAABBg/Eu88WsruYOM/s400/Scorcio_San_Nicola.jpg" width="260" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rudere della Chiesa di San Nicola</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Secondo la leggenda la vita monastica siciliana ha inizio con l'arrivo dalla Palestina di <b>San Ilarione</b> nel <b>363</b>. La caduta dell'Impero Romano d'occidente nel <b>476</b> favorisce un rafforzamento delle cultura greco-bizantina nella Sicilia orientale che «sboccierà» nella costruzione di numerosi <b>monasteri basiliani</b>, le cui tracce rimarranno indelebili nel Valdemone (triangolo Taormina-Messina-Milazzo).</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
I monasteri basiliani appartenevano alla chiesa bizantina ed erano autonomi e retti da un abate a vita eletto dai monaci. I religiosi conducevano vita cenobica ispirata al <b>San Basilio</b> di Cesarea, detto il grande Santo e dottore della Chiesa, fratello di Gregorio di Nissa che studiò a Costantinopoli ed Atene. Ordinato sacerdote praticò per un certo periodo di tempo l'ascetismo, poi tornò a Cesarea, dove fu attivo nella lotta contro l'arianesimo, credo dell'imperatore <b>Flavio Giulio Valente</b>. Vescovo di Cesarea vi pronunciò famosissime omelie, scritti ascetici, dogmatici, epistole. Importante fu la sua opera di legislatore della vita monacale.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il monachesimo dell'ordine basiliano si diffonde in Sicilia già dal <b>370</b>, avendo San Basilio inviato suo fratello, <b>San Pietro</b> vescovo di Sebaste, con la sua regola in lingua greca, tradotta da Ruffino, per propagarla nell'isola e nella penisola. Tuttavia la sua presenza diviene massiccia dal <b>533</b>, a seguito della conquista dell'isola da parte del generale bizantino <b>Flavio Belisario</b>. In tale epoca l'ordine basiliano assume caratteri contemplativi ed eremitici, spesso «sostenitore di incisive teorie filosofico-politiche al governo» e non di rado anche al papato.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un cenobio, ispirato alla vita del santo di Cesarea, venne costituito in questa epoca in <b>Mili San Pietro</b>, dove, in seguito, al tempo del Conte Ruggero verrà edificato il Monastero di Santa Maria.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
L'istituzione di tali ordini conventuali non deve far credere che la religiosità sia penetrata tra larghi strati della popolazione, sopratutto nelle campagne, che a quei tempi viveva ai margini di una società elitaria e oppressiva.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;">
<tbody>
<tr>
<td style="text-align: center;">
<img border="0" hspace="5" src="http://1.bp.blogspot.com/-vRffut8yF_E/T9ThzHzrqyI/AAAAAAAABB0/3UjtEaaAiD8/s1600/San_Ilarione.jpg" width="200" />
</td>
<td style="text-align: center;">
<img border="0" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-rYAabsPnsGc/T9ThzN2t-fI/AAAAAAAABBw/NQn88BELdok/s1600/San_Basilio.jpg" width="200" />
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Ilarione</td>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Basilio</td></tr>
</body>
</table>
<div style="text-align: justify;">
La penetrazione musulmana nella Sicilia orientale e le conseguenti distruzioni operate dai Saraceni non spengono la tradizione monastica, pur se, logicamente, subisce una crisi. Gli arabi conquistano Messina nell'<b>843</b>, Taormina nel <b>902</b> e, dopo una lunghissima resistenza, Rometta nel <b>965</b>. Data l'epoca di lotte e di miseria è probabile che i monaci si siano limitati a occuparsi nell'opera di copisti, sopratutto di testi sacri necessari per la vita conventuale, mentre generalmente la loro giornata trascorreva, secondo la tradizione orientale, «aut legendo, aut scribendo, aut agricoltura laborando».</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La conquista normanna della Sicilia, avvenuta tra il <b>1060</b> e il <b>1080</b> ad opera del Conte Ruggero, pone fine a quasi due secoli di dominio musulmano e restituisce l’isola alla cristianità. Inizia l’organizzazione giuridico-amministrativo della Sicilia, seguita dalla restaurazione e dalla fondazione delle istituzioni religiose.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Fino al <b>1061</b> in Sicilia non esisteva alcun <b>monastero latino</b>, essendo i precedenti monasteri basiliani bizantini: durante la dominazione normanna «ve ne furono fondati una cinquantina, di cui una decina sono nel messinese, da Tusa a Tremestieri e soprattutto nella o presso la città». L’edificazione della Badia di Santa Maria risale proprio a questi anni (<b>1090</b>).</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-zjgUxan7kGQ/T9sUCYP6WdI/AAAAAAAABCI/DFvmBpMKnTs/s1600/Tanniti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="250" src="http://4.bp.blogspot.com/-zjgUxan7kGQ/T9sUCYP6WdI/AAAAAAAABCI/DFvmBpMKnTs/s400/Tanniti.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Contrada Tanniti, Mili San Marco</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Tra il <b>1131</b> e il <b>1134</b> il re <b>Ruggero II</b> provvede alla sistemazione dei monasteri siciliani, trasferisce la sede vescovile da Troina a Messina e attribuisce il titolo di archimandrita al padre superiore del monastero del Santissimo Salvatore, da lui stesso fatto erigere nella zona falcata del porto in memoria dei dodici patrioti messinesi impiccati dagli arabi perchè sostenitori dei Normanni.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
L’istituzione di monasteri e vescovadi ad opera dei Normanni non fu senza beneficio per gli abitanti dei casali, in quanto «il primo passo alla trasformazione del villanaggio fu attuato proprio nei territori dei monasteri e dei vescovadi, i quali ridussero largamente le <b>angarie</b>, cioè gli oneri personali e le prestazioni reali».</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Va ricordato, ancora, che durante il regno di <b>Federico II</b> (1198-1250) il sovrano dotò le coste ioniche di fortificazioni, favorì la realizzazione di strade e si prodigò alla costruzione di diversi <b>monasteri cistercensi</b>, sopratutto nel messinese. Lo stesso imperatore, alla sua morte, volle essere vestito con saio dei Cistercensi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel XIV secolo i monasteri basiliani subiscono una profonda crisi, causata dalla alienazione a privati dei beni ecclesiastici e, soprattutto, dall'opposizione degli <b>Svevi</b> che gli preferiscono i Cistercensi, sia per motivi politici sia perché il territorio era troppo vasto perché restasse solo dominio dei monaci.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1290</b> il legato pontificio scriveva a papa <b>Nicolò V</b> che moltissimi monasteri greci della diocesi di Messina risultavano abbandonati in completa miseria. La crisi religiosa si acuisce sempre più, tant'è vero che nel <b>1328</b> risultavano presenti due o tre monaci per monastero.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1355</b> le abbazie basiliane furono date in commenda: «i commendari non abitavano nelle abbazie, affidavano l'amministrazione dei beni a procuratori con conseguenti alienazione e usurpazioni», come risulta da visite regie compiute negli anni successivi. La crisi si accentuò nel <b>1421</b>, quando papa <b>Martino V</b> esentò i monaci basiliani dalla giurisdizione archimandriale, assegnandoli rendite autonome e indipendenti.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Le notizie storiche ci portano poi al <b>1650</b>, in cui sappiamo che esistevano ancora sei monasteri greci nei casali di San Filippo, Mili, Massa, Gesso e Bordonaro sotto abati greco-latini questo nonostante il tentativo effettuato alla fine del '500 dall’archimandrita di Messina, <b>Felice Novello</b>, di abolire e di distruggere gran parte dei monasteri siciliani. In contrapposizione, negli stessi anni, si registra una rinascita dei monasteri cistercensi, che, dipendenti dalla Congregazione romana, assumono funzioni di noviziato, come avviene nel vicino villaggio di Larderia, presso il monastero di Santa Maria di Roccamotore.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-DHL6oL93yYo/T9zpnBoLC6I/AAAAAAAABCg/dEDDE02npQM/s1600/Chiesa_Normanna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://2.bp.blogspot.com/-DHL6oL93yYo/T9zpnBoLC6I/AAAAAAAABCg/dEDDE02npQM/s400/Chiesa_Normanna.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiesa di Santa Maria in Mili</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Era uso che i conventi si occupassero dello sfruttamento dei terreni provvedendo a bonifiche, all’introduzione di altre colture, soprattutto vigneti, e alla coltura del baco da seta, accudito in costruzioni attigue ai monasteri, attrezzate di caldaie e manganelli utili al successivo <i>nutricato</i>, termine dialettale che si riferisce proprio all'attività della bachicoltura.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La vita dei monasteri, sopratutto in quelli di Roccamotore e di Santa Maria in Mili, comincia a arguire. Un primo durissimo colpo arriva nel <b>1860</b> dopo l'annessione della Sicilia al nuovo Regno d’Italia di Vittorio Emanuele II; il colpo mortale giunge con il terremoto del <b>1908</b>, che contribuisce al definitivo abbandono di numerosi edifici religiosi e complessi conventuali.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
In questo breve excursus storico si collocano, in modo indefinito, i tre conventi di <b>Mili San Marco</b>, di cui purtroppo non sapremo mai né chi sia stato a costruirli né quale sia l'anno esatto della loro costruzione, ma che comunque sono parte integrante del nostro «glorioso» passato.</div>
<br />
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Bibliografia:</b></span><br/>
E. Tocco, <i>La Sicilia in Pericolo</i>, Como, SugarCo Edizioni, 1988</br>
G. M. Allone, S. Vadalà, <i>Il III quartiere Normanno</i>, Messina, E.D.A.S., 1995</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-57574685177941216532012-05-27T12:00:00.000+02:002014-10-12T16:21:24.611+02:00L'aereo abbattuto a Mili: storia degli eventi<div style="text-align: justify;">
Il <b>30 Gennaio 1943</b>, in piena seconda guerra mondiale, un <b>B-24 Liberator</b> della Air Force statunitense veniva abbattuto dalla contraerea dell'Asse e dopo un volo incerto di diverse miglia il veicolo precipitava proprio in «contrada Milese».</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-2ciwsBEDedc/T5WACsJKZbI/AAAAAAAAA7I/o37U1Nbs1qk/s1600/Liberator.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="310" src="http://4.bp.blogspot.com/-2ciwsBEDedc/T5WACsJKZbI/AAAAAAAAA7I/o37U1Nbs1qk/s400/Liberator.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un B-24 Liberator</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La città di Messina ha pagato un pegno altissimo a causa della guerra subendo ben <b>4</b> bombardamenti navali e addirittura <b>2805</b> bombardamenti aerei, da parte della colazione anglo-americana. Una di quelle bombe è caduta, inesplosa, vicino al camposanto di Mili, altre nel territorio più a valle, come già ricordato nell'articolo <a href="http://ritornoamili.blogspot.it/2011/09/le-dodici-piaghe-di-mili-san-marco.html">Le dodici piaghe di Mili San Marco</a>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Le incursione aeree sulla città iniziarono il <b>9 Gennaio 1941</b>, ma è nel periodo compreso tra la notte del 29 Luglio e il 17 Agosto 1943 che si registrò il maggior numero di attacchi sul centro abitato, con bombardamenti non più, in prevalenza, notturni ma anche diurni. Solo nelle prime due settimane dell'Agosto '43, vennero sganciati sul nostro territorio <b>6542</b> tonnellate di esplosivo.</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Il perché di un simile accanimento è presto spiegato: dopo il sisma catastrofico del <b>1908</b> i governatori della città costruirono le abitazioni e gli edifici pubblici rispettando le norme antisismiche del tempo e ricorrendo al <b>cemento armato</b>. Messina fu la prima città in Italia a sperimentare tale tipologia costruttiva, e la cosa riuscì davvero bene al punto che, pur avendo subito già numerosi bombardamenti, chi navigava nei cieli dello Stretto vedeva la città sempre integra e perfetta, quindi, pensando che non fosse passato ancora nessuno, iniziava a bombardare con maggiore accanimento e ferocia.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La città divenne ben presto un luogo fantasma. I messinesi esasperati dai continui bombardamenti si rifugiarono nelle campagne vicine, sulle colline e nei villaggi periferici, compreso il nostro <b>Mili San Marco</b>, dove vennero costruite numerose baracche per accogliere gli sfollati della città.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-cli-bn6bslE/T7PILvt73DI/AAAAAAAABAU/GqkoGK4L814/s1600/Contraerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="310" src="http://2.bp.blogspot.com/-cli-bn6bslE/T7PILvt73DI/AAAAAAAABAU/GqkoGK4L814/s400/Contraerea.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Contraerea nel porto di Messina, 28/05/1942</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
I velivoli alleati furono ostacolati dal fuoco delle <b>52</b> batterie italiane e tedesche, dislocate a protezione del traffico dello Stretto. Ed è proprio da una di queste unità che partirono le raffiche di fuoco che abbatterono il Liberator poi precipitato a Mili. </div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Quel giorno, alle ore <b>3.20</b> i quadrimotori alleati tornano all'attacco. Numerose bombe esplodono nei pressi della stazione marittima, sui binari della centrale, nello specchio di mare antistante la Torre della Lanterna. Il serbatoio di nafta per le navi traghetto è incendiato. Le fiamme si alzano nel cielo illuminato a giorno da centinaia di bengala lanciati dagli aerei civetta. Anche la fotoelettrica di Gesso viene colpita. L'incursione ha termine alle <b>5.56</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Alle <b>12.20</b>, undici Liberator in due formazioni, una di 5 aerei proveniente da Locri (RC) e la seconda di 6 aerei provenienti da Alì (ME), investono la città. L'allarme è suonato 9 minuti prima, alle <b>12.11</b>. Le bombe della prima formazione colpiscono numerose abitazioni a Valle degli Angeli, in via Catania, via Piemonte, via Porta Imperiale, Piazza del Popolo, via Nino Bixo; quelle della seconda prendono d'infilata il centro urbano da villa Mazzini fino all'Università coinvolgendo via Romagnosi, via Cavour, via San Camillo, via Consolato del Mare, via Cesare Battisti. Sono colpiti oltre a numerose case, il Palazzo Municipale, la Filarmonica Laudamo, la facoltà di Chimica dell'Ateneo. L'allarme ha termine alle <b>12.42</b>. Il dramma si è concluderà in 31 minuti: i morti accerati saranno <b>46</b>, i feriti <b>105</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel pomeriggio alle<b> 17.15</b> l'offensiva delle fortezze volanti riprende. Cinque velivoli provenienti da nord-est sganciano sull'abitato e si allontano in direzione di Bova Marina (RC). Risultano seriamente colpiti: la stazione marittima, le invasature delle navi traghetto, via S. Cecilia, via Maddalena, via Dei Mille, l'albergo Venezia. Altri <b>5</b> morti e numerosi feriti.</div>
<br />
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</style>
<div id="bullettinu" style="margin-top: -5px;">
Il <b>bollettino n. 980 del 30 Gennaio 1943</b> comunica: «Nel cielo di Messina la caccia italiana intercettava ieri un apparecchio incursore che si schiantava in mare presso S. Margherita. Un altro velivolo veniva distrutto dal tiro della difesa. Nelle prime ore di stamane bombardieri nemici hanno nuovamente volato su Messina lanciando numerose bombe: danni notevoli. L'artiglieria contraerea ha abbattuto due velivoli nemici, uno precipitato in mare presso Mili in contrada Milese, l'altro nel porto a levante della Cittadella.»
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il bollettino non è chiaro. Parla di un aereo precipitato a mare, a Mili (Marina) ma poi specifica in «contrada Milese», quindi una località ben precisa del territorio. Dunque l'aereo è precipitato a mare o si è schiantato a terra? Ho chiesto a molte persone dove potesse essere caduto quest'aereo ma nessuno mi ha saputo specificare una contrada con tale nome. Tra i ricordi appannati di vecchi racconti, qualcuno ha fatto il nome del ponte della ferrovia a Mili Marina, come luogo dell'impatto, e questo potrebbe giustificare gli «avvistamenti» degli spiriti di alcuni soldati morti che molti dicevano di vedere proprio in quel luogo.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Oppure, più <b>verosimilmente</b>, è precipitato nel «nostro» mare, e da qualche parte laggiù, ci sono i resti del bombardiere che forse, un giorno, qualcuno scoprirà.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-TdslP9ahHLk/T7QMpM0m2vI/AAAAAAAABAk/xfCmO3d5m7o/s1600/Impatto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="310" src="http://1.bp.blogspot.com/-TdslP9ahHLk/T7QMpM0m2vI/AAAAAAAABAk/xfCmO3d5m7o/s400/Impatto.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">(Im)Probabile luogo dell'impatto</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Una cosa certa però l'abbiamo: la vita quotidiana dei messinesi in quegli anni è stata un vero incubo scandita com'era dalle sirene d'allarme e dall'angoscia. Alla fine le cifre ufficiali parleranno di <b>7000</b> morti ma sono molti i dispersi, fatti a pezzi dalle bombe, sepolti dalle macerie o bruciati dal fuoco, che non figurano in questo triste conteggio. E non vanno dimenticati neanche i casi di delirio senile che hanno afflitto molti giovani del tempo, «rintronati» dalle continue deflagrazioni.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>17 Agosto 1943</b> le truppe alleate entrarono in città, ponendo fine alla guerra a Messina e liberando la Sicilia. L'Italia, tuttavia, rimaneva ancora sotto la barbarie nazi-fascista e molti giorni sanguinosi dovevano ancora venire.
</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
<i>Messina: 1943</i>, <a href="http://www.revestito.it/?id1=25&id2=1030" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">www.revestito.it</a>, [27/05/2012]
</div>
<!-- START ULTIME NOTIZIE AGGIORNAMENTI DEL GIORNO DOPO --- -->
<br />
<img border="0" height="82" src="http://1.bp.blogspot.com/-mOZneeS62Ns/UNHf7Nyy8cI/AAAAAAAABQQ/R7dYYXwDN-U/s1600/Shout.jpg" style="border: 0;" width="400"/><b>21/11/2012</b>
<br />
<div id="cummentu" style="margin-bottom:20px;margin-top:0px;">
Una discussione con <b>Pippo Messina</b> (ATM) ha fornito nuovi ed interessanti indizi su questa storia. Pippo mi riferiva di aver sentito da un testimone del tempo, il sig. <b>Passeri</b> (<span style="font-size: small;">† 2011</span>), come sono andate realmente le cose. Siamo nel <b>1943</b> e il nostro uomo lavora presso una sezione dell'Arsenale Militare di Messina dislocata a Tremestieri destinata alla riparazione e al rifornimento dei sommergibili. Quel giorno era un Venerdì e l'aereo precipitò nel tratto di mare tra <b>Mili Moleti</b> e <b>Galati Marina</b>.
Il comandante dell'aereo ripescato da un gommone ancora in vita, forse non ha retto alla tensione, e si è sparato un colpo alla nuca subito dopo. Era un giovane di circa 25 anni. Gli altri membri dell'equipaggio, 8/9 persone, vennero tratti in salvo da una motovedetta.
</div>
<br />
<!-- END ULTIME NOTIZIE AGGIORNAMENTI DEL GIORNO DOPO ---- -->Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-42471396312239332432012-05-26T12:00:00.000+02:002013-08-29T13:20:35.682+02:0010.000 volte grazie!<div style="text-align: justify;">
È con una certa emozione che inizio questo post «celebrativo» per annunciarvi che <b>Ritorno a Mili</b> dalla sua apertura, avvenuta il <b>28 Agosto</b> del <b>2011</b>, ha già collezionato più di 10.000 visite, grazie al vostro affetto.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-hDJdPON5sS8/T3cUbdo823I/AAAAAAAAAxQ/fdRppH7SKxI/s1600/10000.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="http://2.bp.blogspot.com/-hDJdPON5sS8/T3cUbdo823I/AAAAAAAAAxQ/fdRppH7SKxI/s400/10000.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">10.000!</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Certo mi rendo conto che rispetto ai grossi blog, quelli seguiti da milioni di persone, questi sono numeri irrisori ma non per questo mi sento meno orgoglioso del traguardo raggiunto; e poi bisogna aggiungere che il blog ha una «platea» fortemente locale e a parte qualche articolo di interesse più generale, come quelli su <a href="http://ritornoamili.blogspot.it/2011/10/sante-calogero-indimenticabile-attore.html">Sante Calogero</a> o <a href="http://ritornoamili.blogspot.it/2011/09/gia-scala-la-diva-venuta-da-mili-san.html">Gia Scala</a>, ha una bassa attrattività.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
A dire il vero, non pensavo che avrei avuto la costanza e la pazienza di aggiornare in maniera quanto meno dignitosa il blog, non certo per mancanza di passione o voglia, ma proprio per mancanza materiale del tempo. Fortunatamente fino ad ora sono riuscito a smentirmi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Naturalmente il ringraziamento maggiore va a <b>tutti voi</b> che avete avuto la pazienza di leggermi, di lasciarmi un commento di feedback, di farmi una critica, insomma di entrare in contatto con me anche per una «battuta» veloce.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Sperando di continuare a migliorare sempre di più e di fornirvi nuovi interessanti contenuti, vi lascio offrendovi un pezzo (virtuale) della grande torta preparata per <b>Ritorno a Mili</b> gentilmente offerta da <a href="http://www.facebook.com/arcakesLeDolciCreazioniDiCristina" target="_blank">Arcakes, le dolci creazioni di Cristina</a>.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-41479895297192111832012-05-12T22:30:00.000+02:002013-08-29T13:19:57.063+02:00Un torneo di biliardo tutto da ricordare<div style="text-align: justify;">
Nell'<b>Aprile 1972</b> presso il «bar degli sportivi» di Mili, il <b>Bar De Domenico</b>, si sono svolte le finali di quello che può considerarsi, in assoluto, il primo torneo di biliardo della storia del nostro paese (ne seguiranno altri).</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-KZbEqaMJLLg/T6zDAgQ20RI/AAAAAAAAA-A/VrMW4_hNzoA/s1600/Torneo01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://1.bp.blogspot.com/-KZbEqaMJLLg/T6zDAgQ20RI/AAAAAAAAA-A/VrMW4_hNzoA/s400/Torneo01.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Torneo di Biliardo, 1972</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il torneo ha raccolto attorno a sé un alto numero di partecipanti, tra cui due «grossi nomi» di questa specialità, <b>Carmelo De Salvo</b> e <b>Marco Spadaro</b>, ed ha visto la presenza di un significativo numero di spettatori durante l'intero arco di svolgimento della manifestazione.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La competizione, iniziata nel mese di Febbraio dello stesso anno con la fase a gironi, è andata avanti per quasi tre mesi giungendo al suo epilogo, come dicevo, nell'Aprile del 1972, quando si giocarono le tanto attese finali.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Favorito assoluto del torneo era <b>Carmelo De Salvo</b>, abile giocatore dei più blasonati tornei cittadini. <i>Melu cantanti</i> era anche lo «sponsor ufficiale» dell'evento che di fatto portava il nome della piccola rivendita di strumenti musicali che egli stesso aveva avviato dopo aver interrotto la collaborazione con il «più famoso» Nino Sanfilippo: <b>L'angolo della musica</b>.
</div>
<br />
<a name='more'></a><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-R0uKzoK4pug/T6zDIWufx9I/AAAAAAAAA-8/RjIAj_iWoHA/s1600/Torneo04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://4.bp.blogspot.com/-R0uKzoK4pug/T6zDIWufx9I/AAAAAAAAA-8/RjIAj_iWoHA/s400/Torneo04.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carmelo De Salvo, Nino Cucinotta</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La vittoria, invece, contro ogni previsione è andata al milese <b>Nino Cucinotta</b>, al tempo dei fatti poco più che ventenne. Il torneo ha visto disputare partite piene di agonismo ed emozione. Ognuno dei ventuno partecipanti voleva a tutti i costi raggiungere il traguardo della finale dove in palio c’erano i trofei per i primi tre classificati. Dopo qualificazioni e scontri ad eliminazione diretta finalmente si sono sono disputate le finali. Vittoria per <b>Nino Cucinotta</b>, davanti a <b>Salvatore Messina</b> e <b>Nicola Merlino</b>.
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella lista seguente sono enumerati, in ordine alfabetico, tutti coloro che hanno partecipato a quello storico <b>I Torneo di Biliardo "L'angolo della Musica"</b>:
</div>
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<br/>
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</thead>
<tbody>
<tr><td>1.</td><td>Bombara Pippo</td></tr>
<tr><td>2.</td><td>Caucinio Nino (<i>buraccio</i>)</td></tr>
<tr><td>3.</td><td>Costantino Pippo (<i>pippolino</i>)</td></tr>
<tr><td>4.</td><td><b>Cucinotta Nino</b> (<i>rizzu</i>) - 1° class.</td></tr>
<tr><td>5.</td><td>Cucinotta Nino (<i>piparolo</i>)</td></tr>
<tr><td>6.</td><td>De Domenico Mimmo (<i>lamparina</i>)</td></tr>
<tr><td>7.</td><td>De Salvo Carmelo (<i>cantanti</i>)</td></tr>
<tr><td>8.</td><td>Di Blasi Pippo (<i>sinnacu</i>)</td></tr>
<tr><td>9.</td><td>La Valle Pippo</td></tr>
<tr><td>10.</td><td>Leonardo Pippo</td></tr>
<tr><td>11.</td><td>Mangano Pietro (<i>spaccamuntagna</i>)</td></tr>
<tr><td>12.</td><td><b>Merlino Nicola</b> - 3° class.</td></tr>
<tr><td>13.</td><td><b>Messina Salvatore</b> (<i>'da rota</i>) - 2° class.</td></tr>
<tr><td>14.</td><td>Minutoli Giovanni</td></tr>
<tr><td>15.</td><td>Motta Gino (<i>catta fausa</i>)</td></tr>
<tr><td>16.</td><td>Pecorelli Renato</td></tr>
<tr><td>17.</td><td>Rumeo Pippo (<i>camperi</i>)</td></tr>
<tr><td>18.</td><td>Scoglio Luciano</td></tr>
<tr><td>19.</td><td>Spadaro Marco (<i>bumma</i>)</td></tr>
<tr><td>20.</td><td>Todaro Francesco (<i>balestra</i>)</td></tr>
<tr><td>21.</td><td>Todaro Giacomo (<i>cantalanotte</i>)</td></tr>
</tbody>
</table>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Un piccolo aneddoto: a festeggiamenti conclusi, <b>Carmelo De Salvo</b> andando via dal bar ha avuto un incidente a bordo della sua vettura, che per fortuna si è risolto solo con qualche ammaccatura dell'automobile. I più maliziosi hanno subito decretato che la causa dell'incidente fosse stata il nervosismo che aveva invaso De Salvo dopo la sconfitta con un «ragazzino inesperto». Tuttavia, meglio credere che il motivo sia da attribuire ad un accumulo di stanchezza da parte del soggetto, che sicuramente è più «politically correct».
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-HTwWkucDVBg/T6zDAg2EIjI/AAAAAAAAA98/cyTzR86IFz8/s1600/Torneo02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://4.bp.blogspot.com/-HTwWkucDVBg/T6zDAg2EIjI/AAAAAAAAA98/cyTzR86IFz8/s400/Torneo02.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nino Cucinotta</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il nostro villaggio sarà spettatore muto di altri due tornei, organizzati ben <b>25</b> anni dopo: il <b>2° Torneo di Biliardo</b> del <b>1997</b>, svoltosi presso il <i>Circolo Culturale</i> e il <b>3° Torneo di Biliardo</b> del <b>Dicembre 1998</b> svoltosi presso il <i>Circolo Ricreativo</i>. Nonostante il nome diverso, che è possibile leggere sui vari trofei realizzati per i premiati, i tornei si sono tenuti nello stesso luogo: «l'endas» di Mili San Marco gestito, al tempo, da <b>Sebastiano La Rosa</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>2012</b> l'ultima edizione in un redivivo <i>endas</i> e con una nuova gestione.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Con l'augurio che il nostro paese continui questa tradizione, iniziata ormai nel lontano '72, vi lascio ad una <b>carrellata di foto</b> che documentano proprio quelle giornate, ed in cui i volti da riconoscere e ricordare e sono davvero tanti.
</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-ayDL_dKKQBg/T6zDA0a2CEI/AAAAAAAAA-E/a1-Cr33zGro/s1600/Torneo03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://3.bp.blogspot.com/-ayDL_dKKQBg/T6zDA0a2CEI/AAAAAAAAA-E/a1-Cr33zGro/s400/Torneo03.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nino Cucinotta</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-LDjyvYoc4w0/T6zDBtblvII/AAAAAAAAA-I/OcPqvp1onN4/s1600/Torneo05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://1.bp.blogspot.com/-LDjyvYoc4w0/T6zDBtblvII/AAAAAAAAA-I/OcPqvp1onN4/s400/Torneo05.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nicola Merlino</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-iKVLUY8tGR4/T6zDB8Rm0dI/AAAAAAAAA-M/hr5uLfMWkoI/s1600/Torneo06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://4.bp.blogspot.com/-iKVLUY8tGR4/T6zDB8Rm0dI/AAAAAAAAA-M/hr5uLfMWkoI/s400/Torneo06.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marco Spadaro</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-iJb0oQ6jRZo/T5qw5E8slMI/AAAAAAAAA7o/5wlKmFs-Olg/s1600/Coppa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-iJb0oQ6jRZo/T5qw5E8slMI/AAAAAAAAA7o/5wlKmFs-Olg/s400/Coppa.jpg" width="276" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Coppa L'Angolo della Musica, 1972<br /></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-FTzDXMkaFfg/T6zDCU-6SkI/AAAAAAAAA-U/grjAu_-CqaQ/s1600/Torneo07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-FTzDXMkaFfg/T6zDCU-6SkI/AAAAAAAAA-U/grjAu_-CqaQ/s400/Torneo07.jpg" width="276" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giacomo De Salvo premia Nicola Merlino<br/> con la meritata coppa del terzo posto</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-hK7ZWfGHuzo/T6zDCmRlFHI/AAAAAAAAA-Y/ZLq4WOdWzfo/s1600/Torneo08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-hK7ZWfGHuzo/T6zDCmRlFHI/AAAAAAAAA-Y/ZLq4WOdWzfo/s400/Torneo08.jpg" width="276" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marco Spadaro riceve da Turuccio Messina<br/>una medaglietta ricordo della manifestazione</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-H3qMG96d3F8/T6zDDGBK-CI/AAAAAAAAA-k/jeuBLirxfvk/s1600/Torneo09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://1.bp.blogspot.com/-H3qMG96d3F8/T6zDDGBK-CI/AAAAAAAAA-k/jeuBLirxfvk/s400/Torneo09.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di gruppo n.1</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Terza fila:</b> Giacomo Todaro, Aurelio Fazio, Pippo Rumeo, Pippo Bombara, Pippo Fazio, Santino Gatto. <b>Seconda fila:</b> <span style="color: grey;">???</span>, Renato Pecorelli, Pietro Mangano, Pippo Leonardo, Lorenzo Todaro, Pippo Villari, Gianni Gatto, Concetto Calatozzo. <b>Prima Fila:</b> Ciccio Di Blasi, Mimmo De Domenico, Turuccio Messina, Nino Cucinotta, Nicola Merlino, Ciccino De Domenico.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-ZMuyqD04vik/T6zDHSRF3lI/AAAAAAAAA-4/O-iFWOSIOfQ/s1600/Torneo10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://3.bp.blogspot.com/-ZMuyqD04vik/T6zDHSRF3lI/AAAAAAAAA-4/O-iFWOSIOfQ/s400/Torneo10.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di gruppo n.2</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>In secondo piano:</b> Ciccio Di Blasi, Gianni Minutoli, Aurelio Fazio, Pippo Rumeo, Lorenzo La Rosa, Pippo Bombara, Santino Gatto, Pippo Fazio, Lorenzo Todaro, Giacomo Todaro, Pippo Villari, Gianni Gatto, Pippo Di Blasi e Nicola Merlino. <b>In primo piano:</b> Nino Caucinio, Salvatore Minutoli, Turuccio Messina, Pippo Leonardo, Nino Cucinotta, Renato Pecorelli, Pietro Mangano, Marco Spadaro, De Salvo, Luciano Scoglio, Pietro Lo Vecchio, Pippo Todaro, Pippo Costantino.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-vMFqT0YAEuw/T6zDJtLZRmI/AAAAAAAAA_E/qsenPBrQ2cg/s1600/Torneo11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="276" src="http://1.bp.blogspot.com/-vMFqT0YAEuw/T6zDJtLZRmI/AAAAAAAAA_E/qsenPBrQ2cg/s400/Torneo11.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di gruppo n.3</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Terza fila:</b> Salvatore Minutoli, Pippo Di Blasi, Nicola Merlino, Giacomo Todaro, Luciano Scoglio, Nino Cucinotta (<i>rizzu</i>), Turuccio Messina, Nino Cucinotta. <b>Seconda fila:</b> Pippo Bombara, Gianni Minutoli, Ciccio Di Blasi, Mario Minutoli, Pippo Villari, Pippo Rumeo, Pippo Leonardo, Pietro Mangano, Carmelo De Salvo. <b>Prima fila:</b> Nino Caucinio, Renato Pecorelli, Pietro Lo Vecchio, Pippo Costantino, Ciccino De Domenico, Pippo Todaro.</div>
<br />
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio <b>Nicola Merlino</b>, <b>Nino Cucinotta</b> e <b>Francesco Spadaro</b>, figlio del compianto Marco (<i>bumma</i>), per avermi fornito le foto utilizzate nell'articolo.</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-42592465386925184762012-04-28T22:00:00.000+02:002015-08-23T17:13:16.252+02:00Squadre da fiumara: il calcio a Mili<div style="text-align: justify;">
Il paese di <b>Mili San Marco</b> ha una grossa tradizione calcistica che più volte l'ha visto primeggiare in campionati di rilievo e contro squadre di tutto rispetto, senza dimenticare che ha «formato» grandi giocatori come <b>Filippo Caprì</b>, vero alfiere del calcio messinese, o <b>Carlo Ciancio</b>, portiere in seconda dell'ACR Messina nelle stagioni 1954-55, 1955-56 e 1956-57.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-2ZLmedSEjFw/T3m6vHgxyWI/AAAAAAAAAzI/bZvkVL2xxqs/s1600/Stadio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="http://3.bp.blogspot.com/-2ZLmedSEjFw/T3m6vHgxyWI/AAAAAAAAAzI/bZvkVL2xxqs/s400/Stadio.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il campo nella fiumara di Mili. Ricostruzione virtuale.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Sul campo in <b>terra battuta</b> della fiumara di Mili hanno corso, anno dopo anno, decennio dopo decennio, numerose generazioni di miloti. Il terreno di gioco era il frutto del lavoro di volenterosi compaesani che appena la siccità lo permetteva, trasformavano la «ciumara» in un campo «sopraffino» in cui trascorrere il proprio tempo libero e divertire i locali spettatori con entusiasmanti tornei.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A parte qualche anno in cui il campo è stato realizzato nel tratto di fiumara alla spalle della <b>fontana dell'amore</b>, o nel tratto di fiumara <b>a valle della passerella</b>, il terreno di gioco è sempre stato nella medesima posizione, la stessa che è possibile osservare nella foto da me ricostruita.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Nel fotomontaggio mi sono preso la libertà di disegnare un campo in erba naturale, ma nella realtà il terreno era duro e polveroso. Anzi, prima dell'avvento di trattori e ruspe meccaniche, era anche abbastanza surreale con pietre grosse quanto pugni disseminati lungo l'intera area di gioco (i cosiddetti «mazzacani»).</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le memorie storiche del nostro paese, <b>circolo sportivo</b> <i>docet</i>, ricordano almeno due decenni il cui la squadra del Mili San Marco era temuta e rispettata: gli anni a ridosso del <b>1950</b> e quelli a ridosso del <b>1960</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli anni <b>'50</b> sono quelli in cui il Mili San Marco aveva una squadra formidabile che giocava su molti campi importanti della provincia messinese. Indimenticabili sono state le «battaglie» contro le squadre del Camaro, del Mili San Pietro o del Santa Teresa di Riva.
Tra i tanti che vi facevano parte non possiamo non ricordare <b>Ciccio Todaro</b> (portiere), <b>Ciccio Intersimone</b> (terzino), <b>Nino Parisi</b> (capitano), <b>Marco Mangano</b> (<i>litru</i>) o il già citato <b>Filippo Caprì</b> dopo il suo definitivo ritiro dalle scene calcistiche maggiori (leggi articolo <a href="http://ritornoamili.blogspot.it/2012/03/filippo-capri-il-grande-difensore.html">Filippo Caprì: il grande difensore</a>).</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli anni <b>'60</b> sono quelli maggiormente documentati da ritagli di giornale ed articoli vari. Sono gli anni in cui la <b>Zancle</b> di Mili San Marco ha vinto contro il <b>Giardini</b>, neo-promossa in prima categoria, e contro la <b>Juvenilia</b>; sono gli anni delle «bastonate in campo» contro il Santo Stefano e degli scontri da «tutto esaurito» con il Mili Marina e il Mili San Pietro; sono gli anni in cui il Mili, forte di una rosa di giocatori spesso tesserata con importanti squadre della provincia e anche della Calabria, era lo spauracchio di molte formazioni.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ripropongo in versione «digitale» alcuni degli articoli che parlano proprio delle gesta appena ricordate, per tutti coloro che vorranno cimentarsi nella lettura e compiere un bellissimo viaggio nel tempo.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-TSirlw2DU0w/T5LRXL2wTJI/AAAAAAAAA5o/R5JYapTIBFw/s1600/Articolo1.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-yzQEZHDKCrs/T5LRVKpcA_I/AAAAAAAAA5g/zXNrva1-HRk/s200/Articolo1_low.jpg" width="140" /></a></td>
<td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-XSKCpbvg68Q/T5LRcX3iQRI/AAAAAAAAA6I/5HwqEsWEcYI/s1600/Articolo2.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-QGlhbE7s9aw/T5LRZ_LEPPI/AAAAAAAAA5w/P72Na_wfZ-Q/s200/Articolo2_low.jpg" width="140" /></a></td>
<td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-gu__LBb8HNA/T5LRhXpDVvI/AAAAAAAAA6g/MuD6oDml83g/s1600/Articolo5.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://4.bp.blogspot.com/-Y9zNsfPQnDY/T5LRg27o_vI/AAAAAAAAA6c/beed4DQlOYw/s200/Articolo5_low.jpg" width="140" /></a></td></tr>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-niFS_0KSkS4/T5LRkUpPCXI/AAAAAAAAA64/qrxyTOJJcow/s1600/Articolo6.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://2.bp.blogspot.com/-ydJdyVYaGOk/T5LRjCgTFUI/AAAAAAAAA6w/GKCDX2P-CM4/s200/Articolo6_low.jpg" width="140" /></a></td>
<td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-T27EaymDekM/T5LRgapERCI/AAAAAAAAA6Y/amoBGHe7tJM/s1600/Articolo4.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-GrceHYqXoOI/T5LRdzgqxVI/AAAAAAAAA6Q/RN5UvmKXq_Q/s200/Articolo4_low.jpg" width="140" /></a></td>
<td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Goxjq3DUJU8/T5LRbNO2bTI/AAAAAAAAA54/kA5Z0guZRU4/s1600/Articolo3.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="140" hspace="5" src="http://2.bp.blogspot.com/-M5fhVkl752M/T5LRbq9QDaI/AAAAAAAAA6A/ueeNX83JGbs/s200/Articolo3_low.jpg" width="140" /></a></td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E arriviamo al «momento» tanto atteso. Di seguito, infatti, troverete una carrellata di foto di <b>squadre da fiumara</b> che coprono circa 60 anni di storia.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non sono riferite solo al «grande Mili» ma anche a squadre minori costituitesi per i tornei paesani del periodo, quelli per intenderci che riempivano lo stradale e la passerella di spettatori e simpatizzanti, e che hanno ravvivato molte estati milesi.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo tutto questo appartiene al passato e il <b>2011</b> può essere ricordato come l'anno in cui il campo non è stato realizzato. Ma non è stata una sorpresa. La «sua» agonia è iniziata quasi dieci anni fa, e tra alti e bassi non poteva che avere un triste epilogo. A «seppellirlo» sono stati in <i>primis</i> i campi di calcetto, più comodi e disponibili tutto l'anno, in <i>secundis</i>, quell'apatia generalizzata a cui spesso ci assoggettiamo, e in <i>tertiis</i> l'inevitabile mutamento dei tempi.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Itb0NxN9k70/T3m6mvoT8HI/AAAAAAAAAx4/XlB2b_Lqx-U/s1600/Calcio1938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://3.bp.blogspot.com/-Itb0NxN9k70/T3m6mvoT8HI/AAAAAAAAAx4/XlB2b_Lqx-U/s400/Calcio1938.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Calcio Mili, 1938</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1938.</b></span> Sono riconoscibili Pasquale Sanfilippo, Michele Messina e Nino Parisi (<i>capitanu</i>) ma restano senza un nome tutti gli altri immortalati dallo scatto.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-WQw-b_oqnsg/T5KOJPs23-I/AAAAAAAAA4A/wpJ3H5H7X_w/s1600/Circolo3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-WQw-b_oqnsg/T5KOJPs23-I/AAAAAAAAA4A/wpJ3H5H7X_w/s400/Circolo3.jpg" width="296" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1949 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1949.</b></span> <b>In piedi:</b> Peppino Pandolfino, Ciccino De Domenico, Sarino D'Angelo, <span style="color: grey;">???</span>, <span style="color: grey;">???</span>, Angelo De Salvo. <b>Accosciati</b>: Nino Parisi (<i>capitanu</i>), Ciccio Messina (<i>gilati</i>), Marco Mangano (<i>litru</i>). </div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-epkJoc9iUdo/T5KOJSCmd0I/AAAAAAAAA4E/dc0uPjuYjyI/s1600/Circolo4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-epkJoc9iUdo/T5KOJSCmd0I/AAAAAAAAA4E/dc0uPjuYjyI/s400/Circolo4.jpg" width="285" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1948 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1949.</b></span> <b>In piedi:</b> Sebastiano Raffa, Nino Parisi, Pippo De Salvo (<i>cunigghiu</i>), Sarino D'Angelo, Rotondo, Fortunato Mondello, sig.re Famulari (Presidente). <b>Accosciati</b>: Matteo Frassica, <span style="color: grey;">???</span>, Carlo Ciancio.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-GA77zxznVJc/T3n01xqO6dI/AAAAAAAAAz4/pBxrYyTPHAU/s1600/Foto9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="296" src="http://1.bp.blogspot.com/-GA77zxznVJc/T3n01xqO6dI/AAAAAAAAAz4/pBxrYyTPHAU/s400/Foto9.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1950 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1950.</b></span> <b>In piedi:</b> Marco Mangano (<i>litru</i>), Filippo Caprì, Sarino D'Angelo, Rotolo, Nino De Pasquale, Nino Parisi (<i>capitanu</i>). <b>Accosciati</b>: Ciccino De Domenico, Santino Magale, Nino Cucinotta</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-QbA8ib90Ehk/T3m6s79FV8I/AAAAAAAAAyo/xUFhXIlqncU/s1600/Foto8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://2.bp.blogspot.com/-QbA8ib90Ehk/T3m6s79FV8I/AAAAAAAAAyo/xUFhXIlqncU/s400/Foto8.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1950 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1950.</b></span> Pasquale Sanfilippo, Filippo Caprì, Marco Mangano, Nino Cucinotta, Antonino De Pasquale, Santino Magale, Ciccino De Domenico (<i>scommendatori</i>), Sarino D'Angelo, Nino Parisi, Rotolo, Don Peppino Spadaro (<i>muzzuni</i>)</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XPrVFD0k_3M/T3nypz9pGjI/AAAAAAAAAzs/JMsa-DVyilw/s1600/Foto7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://3.bp.blogspot.com/-XPrVFD0k_3M/T3nypz9pGjI/AAAAAAAAAzs/JMsa-DVyilw/s400/Foto7.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1950 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1950.</b></span> <b>In piedi:</b> Pasquale Sanfilippo, Marco Mangano (<i>litru</i>), Nino Cucinotta, Sarino D'Angelo, Don Peppino Spadaro (<i>muzzuni</i>), Padre Antonio Irrera, Rotolo, Marco Sanfilippo, Ciccio De Domenico, Santino Magale, Giovanni De Pasquale. <b>Accosciati:</b> Nino De Pasquale, Nino Parisi, Filippo Caprì, Giovannino Caprì. Il piccolo tra le braccia <i>du capitanu</i> dovrebbe essere Marco Spadaro.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-dVBZmPSpu7M/T5KODK0UqXI/AAAAAAAAA3w/6QYhiSYb0_E/s1600/Circolo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://1.bp.blogspot.com/-dVBZmPSpu7M/T5KODK0UqXI/AAAAAAAAA3w/6QYhiSYb0_E/s400/Circolo1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Calciatori, 1952 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1952.</b></span> <b>In piedi:</b> Ciccio De Domenico, Nino Messina (<i>babberi</i>), Santino Magale. <b>Accosciati:</b> Matteo La Torre (<i>balilla</i>), Ciccio Messina, Mimmo De Domenico. In arriva, sulla destra, Nino Messina (<i>tram</i>).</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Sz2MFBdvhTg/T5KODszG9_I/AAAAAAAAA30/VT58tdOfhAw/s1600/Circolo2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://1.bp.blogspot.com/-Sz2MFBdvhTg/T5KODszG9_I/AAAAAAAAA30/VT58tdOfhAw/s400/Circolo2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Calciatori, 1952 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1952.</b></span> <b>In piedi:</b> <span style="color: grey;">???</span>, Rotolo, Rotondo, Salvatore Pandolfino, Sarino D'Angelo, Peppino Pandolfino, <span style="color: grey;">???</span>. <b>Accosciati:</b> Nino Parisi (<i>capitanu</i>), Ciccio Intersimone, Peppino Silipigni.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-A6fOrilByjk/T3m6qanTNzI/AAAAAAAAAyQ/artjeCoVGb8/s1600/Foto6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="252" src="http://4.bp.blogspot.com/-A6fOrilByjk/T3m6qanTNzI/AAAAAAAAAyQ/artjeCoVGb8/s400/Foto6.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Squadra di calcio, 1960 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1960.</b></span> <b>In piedi:</b> Giovannino Caprì, Gino Motta (<i>catta fausa</i>), Mimmo Cucinotta, Nino Parisi (<i>ministraru</i>), Mimmo De Salvo (<i>bafucco</i>), Lorenzo Cirinà. <b>Accosciati:</b> Pippo Costantino, Pippo Cirinà, Mimmo De Domenico, Pippo Todaro.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-mbmvPgRw5p4/T3m6qiJoIbI/AAAAAAAAAyc/9ZU2sNJQFuc/s1600/Foto5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="285" src="http://2.bp.blogspot.com/-mbmvPgRw5p4/T3m6qiJoIbI/AAAAAAAAAyc/9ZU2sNJQFuc/s400/Foto5.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1968 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1968.</b></span> <b>In piedi:</b> Gino Motta, Pippo, Marco Cucinotta, Turuccio Messina, Santino Magale, Peppino Pandolfino <b>Accosciati:</b> Dino Todaro, Pippo Cirinà, Pippo Costantino, Mimmo De Domenico.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-fyUSN5Y5ve4/T6QGbQLKeFI/AAAAAAAAA8s/rDKDvXeFnTE/s1600/Premiazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-fyUSN5Y5ve4/T6QGbQLKeFI/AAAAAAAAA8s/rDKDvXeFnTE/s400/Premiazione.jpg" width="288" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Premiazione calciatori, 1972 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1972.</b></span> Una classica premiazione calciatori di fine stagione. Siamo all'incirca nei primi anni '70, probabilmente nel <b>1972</b>, e in questo scatto troviamo immortalati: Santo Mondello, Luciano Scoglio, Pippo Di Blasi e il piccolo Carmelo Todaro.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-KUb9ghVxMRY/T3m6oOfs31I/AAAAAAAAAyI/Ld-eZnBRyqA/s1600/Foto2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://4.bp.blogspot.com/-KUb9ghVxMRY/T3m6oOfs31I/AAAAAAAAAyI/Ld-eZnBRyqA/s400/Foto2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Squadra di calcio, 1984 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1984.</b></span> <b>In piedi:</b> Luciano Scoglio, Concetto Bombara, Pippo Leonardo, Turuccio Messina. <b>Accosciati:</b> Salvatore Prisa, Pippo Todaro, Pietro Romeo, Pippo Costantino.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-xFokktgenoc/T3m6o1PfJvI/AAAAAAAAAyE/iFDflf-uQ7c/s1600/Foto3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://2.bp.blogspot.com/-xFokktgenoc/T3m6o1PfJvI/AAAAAAAAAyE/iFDflf-uQ7c/s400/Foto3.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Squadra di calcio, 1984 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1984</b><b>.</b></span> <b>In piedi:</b> Turiccio Messina (<i>da rota</i>), Pippo Todaro, Luciano Scolgio, Pippo Leonardo, Pippo Costantino, Pietro Romano. <b>Accosciati:</b> Pietro Romeo, Gino Motta, Luciano Pecorelli, Salvatore Prisa.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-vrjM3pCK2TY/T3m6prJ5yoI/AAAAAAAAAy0/kMPT2LjZ0A8/s1600/Foto4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://3.bp.blogspot.com/-vrjM3pCK2TY/T3m6prJ5yoI/AAAAAAAAAy0/kMPT2LjZ0A8/s400/Foto4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Squadre di calcio, 1984 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1984</b><b>.</b></span> <b>In piedi:</b> Pippo Todaro, Pino Sisalli, Marco Oliveri, Pippo Costantino, Pietro Cucinotta, Concetto Bombara, Luciano Pecorelli, Paolo Lo Vecchio, Luciano Scoglio, Nicola Merlino, Salvatore Prisa, Gino Motta (<i>catta fausa</i>), Demetrio Costantino. <b>Accosciati:</b> Pasquale Calderone, Giovanni Bitto, Turuccio Messina, Pietro Romano, Piero Mauro, Pietro Romeo, Giacomo Spadaro, Pippo Leonardo, Pietro Lo Vecchio.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-7_Ztv-9RXTQ/T3m6oc6s95I/AAAAAAAAAx8/uvZFmuXG5vM/s1600/Foto1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://2.bp.blogspot.com/-7_Ztv-9RXTQ/T3m6oc6s95I/AAAAAAAAAx8/uvZFmuXG5vM/s400/Foto1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Squadra di calcio, 1982</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1982.</b></span> <b>In piedi:</b> Pietro Romeo, Franco Viscuso, Pippo Todaro (<i>napulitanu</i>), Turuccio Messina (<i>da rota</i>), Luciano Scoglio. <b>Accosciati:</b> Ciccino De Domenico, Pietro Cucinotta, il piccolo Paolo Romeo, Pippo Costantino, Gino Motta</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-qMVXl-ssTG4/T3m6mb9RotI/AAAAAAAAAxs/1S7MxuBLoSo/s1600/Cosmos2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="287" src="http://4.bp.blogspot.com/-qMVXl-ssTG4/T3m6mb9RotI/AAAAAAAAAxs/1S7MxuBLoSo/s400/Cosmos2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cosmos, 1990 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1990.</b></span> <b>In piedi:</b> Pietro Scoglio, Salvatore De Salvo (<i>riva</i>), Paolo Mangano, Paolo Cocuzza, Marco Totaro. <b>Accosciati:</b> Enzo D'Arrigo, Pippo De Salvo, Salvo D'Arrigo, Filippo Cucinotta, Angelo Fimognari con un bimbo, Lino Messina.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-RcTlHbAHLR4/T3m6mUIeFxI/AAAAAAAAAxw/b7CZUuRnbIo/s1600/Cosmos1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="287" src="http://1.bp.blogspot.com/-RcTlHbAHLR4/T3m6mUIeFxI/AAAAAAAAAxw/b7CZUuRnbIo/s400/Cosmos1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cosmos, 1992 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><b>1992.</b></span> <b>In piedi:</b> Marco Mauro, Paolo Mangano, Pietro Scoglio, Marco Totaro, Paolo Cocuzza, Tanino Pietropaolo. <b>Accosciati:</b> Pippo Parisi, Pippo Calatozzo, Salvo D'Arrigo, Stefano Delfino, Angelo Fimognari.</div>
<br />
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio il <b>Circolo Sportivo</b> di Mili, <b>Caterina Todaro</b> e <b>Pietro Bitto</b> (attraverso il sito <a href="http://www.milisanmarco.it/" target="_blank">milisanmarco.it</a>) per avermi fornito alcune delle foto pubblicate nel presente articolo.</div>
<br />Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-62954905925532463762012-04-22T22:48:00.000+02:002015-08-15T16:02:02.331+02:00Vincenzo Nibali: tappa a Mili San Marco<div style="text-align: justify;">
Nel Gennaio 2009 il campione di ciclismo <b>Vincenzo Nibali</b> è stato il gradito ospite di una serata all'insegna della cordialità e dell'amicizia organizzata dal circolo sportivo di <b>Mili San Marco</b> proprio per omaggiare l'atleta messinese.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-oSupkLcOs-c/T4gVf1Pq3cI/AAAAAAAAA18/vWSSgv8XHiI/s1600/Nibali2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-oSupkLcOs-c/T4gVf1Pq3cI/AAAAAAAAA18/vWSSgv8XHiI/s400/Nibali2.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vincenzo Nibali, 2012</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Vincenzo Nibali</b> è un ciclista su strada italiano. Al suo attivo annovera già numerosi risultati tra cui la Vuelta a España 2010, la Tirreno-Adriatica 2012, un Giro del Trentino, un Giro della Toscana e due tappe del Giro d'Italia. Non spetta certamente a questo blog ripercorrere in maniera analitica e dettagliata tutta la sua carriera per cui rimando ogni approfondimento al sito personale del ciclista (<a href="http://www.vincenzonibali.it" target="_blank">www.vincenzonibali.it</a>) o a <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Nibali" target="_blank">Wikipedia</a> e vado avanti con il racconto.</div>
<br/>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Arrivato in una fredda serata invernale, il campione, finiti i convenevoli di turno, ha visitato i locali dell'associazione soffermandosi sul <b>ricco patrimonio</b> di foto presenti nel circolo e ascoltando, da vari interlocutori, i racconti delle vecchie glorie raffiguratevi e le cronache di alcuni memorabili incontri.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
<i>Lo squalo dello Stretto</i> ha così, indirettamente, reso onore alle <b>vecchie glorie</b> del calcio milese che tanto hanno dato alla locale squadra e più in generale a tutto il calcio provinciale giocando in grosse società del tempo, quali la Società Sportiva Milazzo, la Pro Iuventute Nizza o il Santa Teresa di Riva.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Il ricordo poi è andato a due grandi ciclisti del passato, della «nostra zona», il tremestierese <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Corrieri" target="_blank">Giovanni Corrieri</a>, corridore professionista tra il <b>1941</b> ed il <b>1956</b>, e il <i>milisanmarcoto</i> <b>Marco Sisalli</b>, corridore dilettante di gran talento.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-QRRbw4_RffA/T4gVgnn0l9I/AAAAAAAAA2E/v79G9seDqKI/s1600/Nibamili3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-QRRbw4_RffA/T4gVgnn0l9I/AAAAAAAAA2E/v79G9seDqKI/s400/Nibamili3.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gino Motta, Vincenzo Nibali</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il presidente dell'associazione <b>Gino Motta</b> ha quindi omaggiato <b>Vincenzo Nibali</b> con una targa ricordo, che a sua volta ha ricambiato, regalando un suo poster debitamente autografato da esporre nel circolo. Poi tutti a concedersi di fronte alla macchina fotografica per le rituali foto ricordo che mai mancano.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-G8NElE-sjvE/T4gVguvqOpI/AAAAAAAAA2I/o1IqEe1QfKE/s1600/Nibamili4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-G8NElE-sjvE/T4gVguvqOpI/AAAAAAAAA2I/o1IqEe1QfKE/s400/Nibamili4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nino Messina, Pietro Lo Vecchio, Vincenzo Nibali, Nino Mangano<br />Pietro Cucinotta, Pippo Todaro, Tanino De Salvo</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-aJ8gONwGCEQ/T4gVhNHU49I/AAAAAAAAA2Q/f_7jFunVPVM/s1600/Nibamili5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://3.bp.blogspot.com/-aJ8gONwGCEQ/T4gVhNHU49I/AAAAAAAAA2Q/f_7jFunVPVM/s400/Nibamili5.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pietro Lo Vecchio, Vincenzo Nibali, Nino Mangano<br />Marco Todaro, Pippo Todaro, Tanino De Salvo</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-YFMhWN_UaZI/T4gVf_zIshI/AAAAAAAAA14/zZNskYFO5vE/s1600/Nibamili1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://2.bp.blogspot.com/-YFMhWN_UaZI/T4gVf_zIshI/AAAAAAAAA14/zZNskYFO5vE/s400/Nibamili1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tanino De Salvo, Gino Motta, Pasquale Ilari, Pietro Cucinotta<br />Vincenzo Nibali, Nino Messina, Pippo Todaro, Franco Intersimone</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-enayeoQoMhE/T4gVgZW3ZRI/AAAAAAAAA2A/lQDpsj--6uY/s1600/Nibamili2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-enayeoQoMhE/T4gVgZW3ZRI/AAAAAAAAA2A/lQDpsj--6uY/s400/Nibamili2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pasquale Ilari, Nino Mangano, Cosimo Calatozzo, Tanino De Salvo<br/>Pippo Costantino, Vincezo Nibali, Pietro Lo Vecchio, Ciccio Cucinotta</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-GMlcmL4GxbU/T4gVhLehLhI/AAAAAAAAA2U/bS22XE00zjo/s1600/Nibamili6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://1.bp.blogspot.com/-GMlcmL4GxbU/T4gVhLehLhI/AAAAAAAAA2U/bS22XE00zjo/s400/Nibamili6.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nino Messina, Vincezo Nibali, due amici, Gino Motta, Nino Mangano</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-ZZr90RskGb0/T4gVsCiOu2I/AAAAAAAAA28/aaPIxklPSSI/s1600/Nibamili8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://1.bp.blogspot.com/-ZZr90RskGb0/T4gVsCiOu2I/AAAAAAAAA28/aaPIxklPSSI/s400/Nibamili8.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pasquale Ilari, Pippo Costantino, Nino Messina<br/>Giacomino Bombara, Nino Cucinotta, Vincenzo Nibali</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-_-aZeBj0lyA/T4gVhXlK0eI/AAAAAAAAA2Y/SXBK9CpA-aQ/s1600/Nibamili7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-_-aZeBj0lyA/T4gVhXlK0eI/AAAAAAAAA2Y/SXBK9CpA-aQ/s400/Nibamili7.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giacomino Bombara, Nino Cucinotta, Tanino De Salvo, un amico<br/>Vincenzo Nibali, Pippo Todaro, Gino Motta, un amico, Santino Gatto</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine, come nelle migliori occasioni, dolci e spumante per tutti i presenti sia per festeggiare l'avvenimento sia per auto-festeggiarsi.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La visita di <b>Vincenzo Nibali</b> costituisce solo un piccolo racconto del nostro presente che però va a costituire una delle tante pagine di storia e avvenimenti legati al paese di Mili, destinate col tempo a diventare «storia da ricordare».</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-45262292230159299602012-04-08T12:52:00.000+02:002014-10-12T16:17:23.739+02:00U fuddittu: tra storia, leggenda e realtà<div style="text-align: justify;">
Nel paese di <b>Mili San Marco</b> si credeva che in alcune case dislocate all'interno del villaggio, durante la notte, uno spiritello stravagante, <b>u fuddittu</b>, uscisse dal proprio <i>rifugio</i> e si aggirasse indisturbato per le abitazioni dei malcapitati.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-ETfdMLR-EL4/T3ceWdwvmyI/AAAAAAAAAxg/OOhVAzlIQBM/s1600/Folletto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-ETfdMLR-EL4/T3ceWdwvmyI/AAAAAAAAAxg/OOhVAzlIQBM/s400/Folletto.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">U fuddittu</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Diverse persone mi hanno raccontato queste leggende e per molte di loro erano fatti <b>veramente</b> accaduti o vissuti <b>realmente</b> dai soggetti da cui ne erano venuti a conoscenza.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Una di queste persone era la mia nonna materna, <b>Peppina Munafò</b> che spesso mi raccontava che da bambina, quando dormiva nella casa di sua nonna (la mia trisavola) ogni notte sentiva qualcuno dal passo pesante percorrere le scale della loro abitazione, e per tutti «quel qualcuno» era senza alcun dubbio <i>u fuddittu</i>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La tradizione locale messinese descrive <b>il folletto</b> come un'emanazione spiritica molto ambigua e mutevole, dispettosa e molesta. Capace di rendersi invisibile, è schivo per natura, ma al contempo non riesce a vivere lontano dai centri abitati proprio per la sua voglia di giocare tiri mancini agli esseri umani.</div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Si racconta inoltre che con i neonati sia particolarmente benevolo tant'è che ama divertirli durante il sonno. Fino a qualche tempo fa quando un bambino rideva nel sonno i nonni dicevano: «saravi u fuddittu cu fa scialari».</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Preferisce frequentare i <b>villaggi di campagna</b>, che gli permettono di fare la spola tra il suo habitat naturale, boschi e campagna, e le abitazioni degli uomini, spesso <i>infestate</i> per puro dispetto. L’enorme mole di leggende sul suo conto ne danno più di una descrizione anche se buona parte di esse lo connota come un essere piccolo che porta sulla testa un berrettino rosso.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Proprio il piccolo <b>copricapo rosso</b> sarebbe la sede di tutti i suoi poteri, senza il quale il folletto diverrebbe uno spiritello privo di ogni qualsiasi essenza. Si dice infatti che chi riesce a rubargli il berretto lo avrà in pugno e potrebbe farsi consegnare le grande ricchezze di cui solitamente dispone.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un antica filastrocca riassume quanto detto fin qui, con la sola aggiunta che lega <i>u fuddittu</i> alla giurisdizione di <b>Auriel</b> arcangelo reggente della Terra col compito di portare la luce della Conoscenza di Dio all'umanità:
</div>
<blockquote>
<i>U fuddittu, ci fussi e non ci fussi</i><br />
<i>figghiu di matri terra,</i><br />
<i>sutta o dominiu di l'altissumu Auriel</i><br />
<i>patruni du munnu elementari</i><br />
<i>e principi da terra</i><br />
<i>se u sa pigghiari ti mustra i tesori</i><br />
<i>mucciati sutta a terra.</i>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Sempre nel nostro paese si raccontava che la <i>santota</i>, la compianta sig.ra <b>Maria</b>, avesse strappato il berretto rosso ad un <i>fuddittu</i>, visto la fortuna economica posseduta (derivata in verità dalla sua attività commerciale) e la stessa è sempre stata al gioco delle dicerie confermando sempre quanto le attribuivano.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Altri personaggi noti per essere venuti in contatto con un <i>fuddittu</i> sono stati <b>Marco Cucinotta</b>, fondatore dell'omonima azienda di fiori artificiali e accessori moda, di cui si racconta che uno spiritello vivesse proprio nella sua vecchia casa in paese, e la sig.ra <b>Ciccina</b>, detta <i>filu i spaghettu</i>, anch'ella coabitante con un folletto nella sua abitazione di via Bottesco.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Andando ancora più indietro nel tempo, interessante è ricordare l'episodio che successe al nonno del compianto <b>Santo Leonardo</b> (<i>cabbuni</i>), il sig. <b>Ciccio</b>. Si racconta che durante la notte un <i>fuddittu</i> apparve sulla pancia della moglie. La signora accortasi del visitatore inizio a chiamare il marito nel sonno «Cicciu, Cicciu» e il folletto quasi a doppiarla ripeteva «Cikku, Cikku». Il marito svegliatosi riuscì ad afferrare il berretto dello spiritello e questi fu costretto a rivelare un posto della casa dove scavare per trovare dell'oro. Tale luogo il sig. Ciccio non avrebbe dovuto rivelarlo a nessuno. Recatosi in cantina iniziò a scavare ma invece del prezioso metallo portò alla luce delle <b>ossicine</b>, probabilmente di un bambino seppellito in quel punto anni e anni prima. Il sig. Ciccio in realtà aveva raccontato del luogo alla moglie. Oppure, come si diceva, il folletto era proprio lo spirito di quel bambino che desiderava farsi trovare.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-9HXskSHY0sE/T4FcU-nlViI/AAAAAAAAA04/eFfg0LH8zkU/s1600/VillaMuscianisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="283" src="http://2.bp.blogspot.com/-9HXskSHY0sE/T4FcU-nlViI/AAAAAAAAA04/eFfg0LH8zkU/s400/VillaMuscianisi.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Villa Muscianisi, Milazzo (ME)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Per la cronaca, sembra che oggi un folletto abiti l'abbandonata <b>Villa Muscianisi</b> di Milazzo. Per documentare la presunta presenza nell'Ottobre del 2009 è giunto nel comune della provincia messinese anche <b>Enrico Ruggeri</b>, cantante e conduttore televisivo, insieme alla troupe della sua trasmissione, <b>Mistero</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
La prima apparizione del folletto nella villa risale al <b>2006</b>, quando venne diffuso un video amatoriale, girato dal alcuni ragazzi in visita dell'edificio, che riprendeva «qualcosa» alto circa un metro.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Al lavoro di Ruggeri si è affiancato, in supporto, quello di <b>Luigi Cama</b>, persona da anni interessata ad accadimenti e presenze sovrannaturali nonché esperto nella comunicazione audio-video con altre dimensioni e forme di vita, nel tentativo di trovare possibili spiegazioni al curioso fenomeno.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
Marco Boncoddo, <i>Grimorium Messanae. U fuddittu, lo spiritello che ama fare dispetti</i>, 2011, <a href="http://messina.sicilians.it/2011/01/15/u-fuddittu-spiritello-capriccioso-che-ama-la-citta/" target="_blank">messina.sicilians.it</a>, [08/04/2012]<br/>
</div>
<br/>
<div style="background-color: #f4f4f4; font-size: small; padding: 5px; text-align: justify;">
<b>RINGRAZIAMENTI:</b> ringrazio ancora una volta l'utente <b>theboss</b> che, attraverso un suo commento sul sito <a href="http://www.milisanmarco.it/" target="_blank">milisanmarco.it</a>, mi ha suggerito l'argomento trattato in questo articolo, e <b>Giuseppe Venuto</b> per il «raccordo» con l'episodio milazzese.</div>
Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-6482375292686334282012-03-25T12:48:00.000+02:002014-10-12T16:07:01.359+02:00Filippo Caprì: il grande difensore<div style="text-align: justify;">
Il <b>27 Novembre 1919</b> nasceva nel villaggio di Mili <b>Filippo Caprì</b> portabandiera del calcio peloritano nonché, a detta degli esperti del settore, uno dei più grandi difensori messinesi di tutti i tempi.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-a2cucCZVgiU/T2zKVnCN7eI/AAAAAAAAAwk/YM_zWROnW4Y/s1600/FilippoCapri1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-a2cucCZVgiU/T2zKVnCN7eI/AAAAAAAAAwk/YM_zWROnW4Y/s400/FilippoCapri1.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Filippo Caprì</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Filippo</b> aveva spiccate attitudini offensive e realizzatrici e per questo è stato addirittura considerato, nelle varie squadre in cui ha militato, un attaccante aggiunto, come si evince dai tabellini delle partite del tempo, ove viene inserito come centravanti, ala sinistra o altri ruoli dell'attacco.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Si forma nel difficile campo della fiumara di Mili dove inizia a muovere i primi passi e a mostrare le sue innegabili qualità. Giovanissimo gioca nel Contesse; nel <b>1937-38</b> è all'U.S. Messinese; nel <b>1938-39</b> e <b>1939-40</b> è al Messina in serie C.</div>
<br />
<a name='more'></a><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-rPRZ8-gZ92A/T2zgjiQ2tjI/AAAAAAAAAws/6ugP9DnApRk/s1600/FilippoCapri2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-rPRZ8-gZ92A/T2zgjiQ2tjI/AAAAAAAAAws/6ugP9DnApRk/s400/FilippoCapri2.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interlandi e Caprì in una foto scattata il 5/11/1939</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Dopo lo scioglimento dell'A.C. Messina, gioca i primi tre mesi del <b>1940-41</b> nel Siracusa; in seguito a problemi di menisco, ritorna a Messina e gioca prima nell'U.S. Messinese e poi nella Peloro.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
All'inizio del <b>1941</b> è all'U.S. Tenente Carlo De Meo (già Messinese).</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il <b>7 Aprile 1941</b> la Peloro, insieme alla Carlo De Meo, viene intitolata al tenente dell'esercito <b>Mario Passamonte</b>, eroe di guerra morto in Africa ed ex giocatore della Peloro; con la maglia della Passamonte il <b>4 Maggio 1941</b> è autore di una delle due reti nel confronto con una rappresentativa tedesca in occasione della <b>Festa dell'Asse</b>. L'incontro alla fine terminerà in perfetta parità, 2-2.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-CxtsJC7oCtU/T22eDHKSdaI/AAAAAAAAAxA/J1H9DQmHBKA/s1600/Festa_Asse_Capri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="http://4.bp.blogspot.com/-CxtsJC7oCtU/T22eDHKSdaI/AAAAAAAAAxA/J1H9DQmHBKA/s400/Festa_Asse_Capri.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Passamonte-Rappresentativa Tedesca 2-2, 4 Maggio 1941</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Permettetemi una parentesi. Incuriosito dalla foto precedente ho chiesto ad un mio amico, <b>Armando Donato</b>, maggiori lumi sui soldati tedeschi rappresentati nella foto. Armando è uno studioso di storia bellica, con particolare riferimento al secondo conflitto mondiale, nonché autore del libro <a href="http://www.editoriasiciliana.it/k2/edas/messina-obiettivo-strategico" target="_blank">Messina Obiettivo Strategico</a>, ed è stato ben lieto di rispondermi.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
«I tedeschi sono della <b>Luftwaffe</b> (aeronautica) che gestivano anche le batterie contraeree della <b>FlaK</b> (<b>Fl</b>ug<b>a</b>bwehr<b>K</b>anone). La Luftwaffe arrivò a Messina nel dicembre <b>1940</b> col il <b>X Fliegerkorps</b> (corpo aereo). Il campo di gioco dovrebbe essere in città, a giudicare dall'araucaria visibile accanto alla ciminiera, mentre l'occasione potrebbe essere riferita ai festeggiamenti degli 80 anni dell'esercito, costituito esattamente il <b>4 Maggio 1861</b>. Il patto chiamato Asse fu firmato nel Settembre del 1940» e probabilmente la «Festa» venne definita «dell'Asse» per compiacere gli alleati tedeschi. Chiusa parentesi.
</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1942-43</b> partecipa, sempre con la maglia della Passamonte, al campionato di serie C; nel <b>1943-44</b> per un breve periodo gioca nella risorta A.C. Messina, ma la guerra comporterà presto il nuovo scioglimento di questa mitica società.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1944-45</b> con la maglia della S.S.Lega Arsenale partecipa al campionato siciliano, vinto dal Palermo, dove la squadra giungerà ai quarti di finale.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1945-46</b> è al Messina che a fine campionato si fonderà con il Gazzi per dar vita all'A.C. Messina. La fusione non è ben vista da molti giocatori, compreso Caprì, che passa ad irrobustire le file del Giostra per la stagione <b>1946-47</b>; nel <b>1947-48</b> è all'Arsenale Augusta, in 1ª divisione, ma in seguito al riacutizzarsi dei problemi al menisco rientra nuovamente a Messina ove giocherà sino al <b>1950-51</b> nell'Arsenale Messina.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Accanto alla sua carriera agonistica ufficiale vanno ricordati gli anni in cui militerà nella nostra locale squadra di calcio, il <b>Mili San Marco</b>, ogni volta che gli impegni societari gli permetteranno di farlo e dopo il suo ritiro in maniera più costante.</div>
<br/>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-N6EkYAasmpM/T2znHAZ2a5I/AAAAAAAAAw0/6KLdHCcLiTE/s1600/Mili_con_Capri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="305" src="http://2.bp.blogspot.com/-N6EkYAasmpM/T2znHAZ2a5I/AAAAAAAAAw0/6KLdHCcLiTE/s400/Mili_con_Capri.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mili San Marco, 1950 (circa)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Quest'ultima foto mostra risale proprio a quegli ultimi anni, e mostra una formazione del <b>Mili San Marco</b> di gran rilievo. Siamo all'incirca nel <b>1950</b> e in formazione troviamo: Marco Mangano (<i>litro</i>), Filippo Caprì, Sarino D'Angelo, il portiere Rotolo, Nino De Pasquale e Nino Parisi (il <i>capitano</i>). Accosciati: Ciccino De Domenico, Santino Magale e Nino Cucinotta
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La tabella seguente riassume dettagliatamente e in maniera cronologica tutte le militanze ufficiali del calciatore milese:
</div>
<br/>
<style type="text/css">
#hor-minimalist-b
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}
</style>
<table id="hor-minimalist-b" summary="Employee Pay Sheet">
<thead>
<tr>
<th scope="col">Stagione</th>
<th scope="col">Società</th></tr>
</thead>
<tbody>
<tr><td>1936-37</td><td>Contesse</td></tr>
<tr><td>1937-38</td><td>U.S. Messinese</td></tr>
<tr><td>1938-39</td><td>A.C. Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1939-40</td><td>A.C. Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1940-41</td><td>Siracusa (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1940-41</td><td>U.S. Messinese, poi Peloro (<b>1ª divisione</b>)</td></tr>
<tr><td>1941 </td><td>U.S. Carlo De Meo</td></tr>
<tr><td>1941-42</td><td>U.S. Passamonte</td></tr>
<tr><td>1942-43</td><td>U.S. Passamonte (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1943-44</td><td>A.C. Messina</td></tr>
<tr><td>1944-45</td><td>S.S. Lega Arsenale (<b>Campionato Siciliano</b>)</td></tr>
<tr><td>1945-46</td><td>A.S. Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1946-47</td><td>U.S. Giostra (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1947-48</td><td>Arsenale Siracusa (<b>1a divisione</b>)</td></tr>
<tr><td>1948-49</td><td>U.S. Arsenale Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1949-50</td><td>U.S. Arsenale Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
<tr><td>1950-51</td><td>U.S. Arsenale Messina (<b>serie C</b>)</td></tr>
</tbody>
</table>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
<b>Filippo Caprì</b> ha poi vissuto tutta la propria vita nel villaggio di <b>Mili Marina</b>, avvolto dall'affetto dei suoi cari e dalla stoma e dall'amicizia di tutti i compaesani che lo hanno conosciuto, spegnendosi alla veneranda età di 92 anni.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
<i>FCM Story: I campioni del novecento. Filippo Caprì</i>, <a href="http://web.tiscali.it/campionidelmessina/campioni/cartelle/CapriFilippo.htm" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">web.tiscali.it</a>, [25/03/2012]
</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-10860582755195066562012-03-18T23:19:00.000+01:002014-10-12T16:01:00.246+02:00Storie di tifosi: Palermo-Messina 0-2<div style="text-align: justify;">
Il <b>21 Dicembre</b> del <b>1958</b> si giocava la 13ª giornata del campionato di calcio di Serie B. Nel capoluogo siciliano l'<b>A.C.R. Messina</b> affrontava il <b>Palermo</b>, e quel particolare derby è stato l'occasione d'oro che ha spinto un gruppo speciale di tifosi a seguire la propria squadra in trasferta.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-gsK76ojCifM/T10GqcJjZVI/AAAAAAAAAvQ/pWbmYV2utXY/s1600/ACR_Messina_1958.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-gsK76ojCifM/T10GqcJjZVI/AAAAAAAAAvQ/pWbmYV2utXY/s400/ACR_Messina_1958.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Messina, 1958/59: Bernini, Sellani, Melonari, Orlando, Kirchmayr, Bosco<br />
Accosciati: Alicata, Salerno, Angelo Stucchi, Ennio Lenuzza, Bettini</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La stagione <b>1958/59</b> può considerarsi come una stagione di svolta per la società calcistica messinese. Difatti si era giunti ad un bivio: o si imboccava una nuova strada oppure la squadra sarebbe scomparsa dalle scene calcistiche.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La crisi dirigenziale viene gestita politicamente dal primo cittadino di allora, il sindaco <b>Michelangelo Trimarchi</b>, che si adopera alla costituzione di un direttivo straordinario. Al vertice si pone l’avvocato <b>Goffredo Muglia</b> seguito dall'avvocato Aurelio Mazza, dall'ingegnere Lillo D’Andrea, dal capitano Domenico Fusco, dal prof. Domenico La Corte, dal dott. Antonino Saitta e, unico rappresentante dei soci, dal sig. Giovanni Pistorino.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questa dirigenza trova subito accordo e compattezza e si pone criteri nuovi di amministrazione e gestione delle risorse.</div>
<br />
<a name='more'></a><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-JIL6D9yzcwU/T10HjUC-sYI/AAAAAAAAAvY/aPhPEM71XC8/s1600/Gol_Orlando.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-JIL6D9yzcwU/T10HjUC-sYI/AAAAAAAAAvY/aPhPEM71XC8/s400/Gol_Orlando.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">1958-59 - Palermo-Messina 0-2 - Il goal di Orlando al 4' del I tempo</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La squadra viene affidata al tecnico <b>Bruno Arcari</b> e si procede con la formazione di una rosa quasi del tutto nuova. Arriva Stucchi dal Lecco, Alicata dal Siracusa, Renosto dalla Triestina e, in prestito dalla Roma, l’attaccante <b>Alberto Orlando</b>, che a fine campionato, con le sue <b>17</b> reti, si laureerà vice cannoniere alle spalle di Vernazza del Palermo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La squadra assume un volto ed un gioco e il suo decimo posto è strameritato; fra l'altro sarà l'unica squadra a non subire sconfitte interne.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come da titolo, il derby <b>Palermo-Messina</b> è stato vinto dalla squadra messinese per <b>due</b> reti a <b>zero</b>. Il Messina passa quasi subito in vantaggio con un bellissimo gol di <b>Orlando</b>, al 4° minuto del I tempo. Dominerà per tutta la partita e il suo gioco verrà premiato ulteriormente al 65°, quando <b>Sebastiano Alicata</b> sigla il gol del raddoppio. Arbitro dell'incontro il sig. Menchini di Udine.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr> <td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-EbKWJvRleCE/T0t6yMyzGgI/AAAAAAAAAnw/SR7phYZQ8Sc/s1600/Tifosi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-EbKWJvRleCE/T0t6yMyzGgI/AAAAAAAAAnw/SR7phYZQ8Sc/s320/Tifosi.jpg" width="196" /></a></td> <td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-ch1ISuAXYk4/T4b9sYfXDHI/AAAAAAAAA1Y/zOPgA6fnzYI/s1600/Monreale_retro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" hspace="5" src="http://1.bp.blogspot.com/-ch1ISuAXYk4/T4b9sYfXDHI/AAAAAAAAA1Y/zOPgA6fnzYI/s320/Monreale_retro.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nino Messina, Lorenzo e Pippo Cirinà<br />Gino Motta, Mimmo Cucinotta, Pippo Todaro</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Autografi dei giocatori</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Quel giorno allo stadio <b>La Favorita</b> di Palermo c'era anche un gruppo speciale di tifosi: il compianto Nino Messina, i fratelli Lorenzo e Pippo Cirinà, Pippo Todaro, Gino Motta e il compianto Mimmo Cucinotta .</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Partiti da Mili alle <b>23.00</b> del Sabato precedente, arriveranno a Palermo soltanto nella mattinata della Domenica dopo avere affrontato un viaggio di quasi di <b>7 ore</b> per coprire i circa 230 km che separano le due città.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un rapido giro per la città, un pasto fugace e poi subito allo stadio a tifare i loro beniamini. E alla fine di tutto una bellissima foto che descrive pienamente il momento di libertà, di spensieratezza e di amicizia che hanno vissuto questi ragazzi di allora, alcuni dei quali neanche maggiorenni.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-GtQPHyZ4yI8/T2eCmjPpYTI/AAAAAAAAAwI/2PZ1aQnmlms/s1600/Monreale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="256" src="http://3.bp.blogspot.com/-GtQPHyZ4yI8/T2eCmjPpYTI/AAAAAAAAAwI/2PZ1aQnmlms/s400/Monreale.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piazza Vittorio Emanuele, Monreale (PA)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La foto è stata scattata in <b>Piazza Vittorio Emanuele</b>, a Monreale (PA), ma a giudicare da quanto e possibile vedere in uno screenshot fatto con Street View di Google nulla sembra essere cambiato, dopo più di mezzo secolo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sul retro gli autografi dei giocatori <b>Sellani</b>, <b>Alicata</b>, <b>Alberto Orlando</b>, <b>Bernini</b>, <b>Melonari</b>, <b>Angelo Stucchi</b> e <b>Mario Kirchmayr</b>.</div>
<br/>
<div style="text-align: justify;">
Rientreranno a <b>Mili San Marco</b> nelle prime ore del Lunedì seguente, dopo un altro interminabile viaggio in treno, ma il ricordo di quella giornata resterà scolpita nei loro cuori a tal punto che ogni volta che la racconteranno una piccola luce di gioia si accenderà nei loro occhi e di riflesso in quelli di ogni interlocutore.</div>
<br/>
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
Sergio Leonardi, <i>Storia del Messina calcio</i>, <a href="http://www.messinacalcio.org/storia.htm" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">www.messinacalcio.org</a>, [18/03/2012]
</div>Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5580383578961342746.post-81129914440611331712012-03-04T23:03:00.000+01:002014-10-12T15:54:39.772+02:00Santo Messina: la battaglia di Capo Spada<div style="text-align: justify;">
Alle <b>9.00</b> del <b>19 Luglio</b> <b>1940</b>, a seguito di una violenta battaglia navale contro una formazione britannica, il regio incrociatore <i>Bartolomeo Colleoni</i> si inabissava a circa 6 miglia da Capo Spada. Tra i <b>superstiti</b> di quel tragico combattimento c'era anche il <i>miloto</i> <b>Santo Messina</b> di cui cercheremo di ricordarne le gesta.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-VDyx89gvTqc/TtYasW0lr7I/AAAAAAAAAjU/txCi4ju3KGw/s1600/Santo+Messina1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-VDyx89gvTqc/TtYasW0lr7I/AAAAAAAAAjU/txCi4ju3KGw/s400/Santo+Messina1.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santo Messina</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Terzo di sei fratelli, Santo Messina nacque a Mili San Marco il <b>6 gennaio 1918</b>. Trascorsi gli anni giovanile circondato dal calore dei suoi cari e nell'<i>abbraccio</i> del nostro paese, non trovando lavoro, decise a soli 17 anni di arruolarsi in Marina. Dopo il periodo di addestramento a <b>Maridepocar Taranto</b>, oggi Maricentro, fu imbarcato sul regio incrociatore <i>Bartolomeo Colleoni</i> con cui condividerà ben cinque anni delle propria vita, fino al giorno del tragico affondamento.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'incrociatore leggero <i><b>Bartolomeo Colleoni</b></i>, battezzato così in onore del capitano di ventura del XIV secolo, apparteneva insieme ad altre tre navi, alla cosìddetta classe <b>condottieri</b>. Si trattava di un <b>nuovo tipo di incrociatori</b>, pesantemente armati, ma dotati di scarsa protezione, al fine di aumentarne la velocità e potere così fronteggiare le nuove navi francesi, ipotetiche future nemiche, che difatto non incontrarono mai. La protezione subacquea era inesistente per cui le quattro unità furono tutte affondate da siluri che esplosero sotto la linea di galleggiamento.</div>
<br/>
<a name='more'></a><table id="hor-minimalist-b" summary="Employee Pay Sheet">
<thead>
<tr>
<th scope="col">Classe condottieri</th>
<th scope="col">Servizio</th></tr>
</thead>
<tbody>
<tr><td>Alberto di Giussano</td><td>1930-1941</td></tr>
<tr><td>Alberico da Barbiano</td><td>1930-1941</td></tr>
<tr><td>Bartolomeo Colleoni</td><td>1930-1940</td></tr>
<tr><td>Giovanni dalle Bande Nere</td><td>1930-1942</td></tr>
</tbody>
</table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Colleoni</i>, in particolare, venne costruito dai <b>Cantieri Ansaldo</b> di Genova tra il <b>1928</b> e il <b>1930</b> e preso in consegna dalla Regia Marina il 10 Febbraio 1932. Progettato dal Generale del Genio Navale <b>Giuseppe Vian</b> era lungo 170 metri e poteva raggiungere i 37 nodi di velocità. Disponeva, inoltre, di due idrovolanti per la ricognizione aerea che sarebbero stati la sua salvezza e che invece non furono mai usati.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-qFq3SNGp-wg/Tob6m96ovnI/AAAAAAAAAT0/9h9bHBwpdfQ/s1600/Colleoni2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://3.bp.blogspot.com/-qFq3SNGp-wg/Tob6m96ovnI/AAAAAAAAAT0/9h9bHBwpdfQ/s400/Colleoni2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Regio Incrociatore Bartolomeo Colleoni, 1930</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Santo Messina</b> aveva solo 18 anni quando s'imbarca sul <i>Colleoni</i>. L'incrociatore effettua dapprima diverse crociere e missioni di scorta ai piroscafi per poi recarsi nell'Ottobre del <b>1936</b> a Barcellona per la protezione di nostri connazionali durante la guerra civile spagnola.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il <b>16 Novembre 1938</b> la nave salpa dal porto di La Spezia diretta in Cina. Viene mandata a sostituire il <i>Raimondo Montecuccoli</i> di stanza in Estremo Oriente e raggiungerà Shanghai il 23 Dicembre dello stesso anno, dopo aver sostato a Napoli, Port Said, Suez, Massaua, Colombo ed Hong Kong.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Durante la sua permanenza in Estremo Oriente <b>Santo</b> visita Tsingtao, Chefoo, Chingwantao, Dairen, Kobe, Yokohama, Nagasaki, Wei-Hai-Wei e Petaiho. Ma il <b>1° Ottobre 1939</b>, dopo l'attacco della Germania alla Polonia, il <i>Colleoni</i> riceve l'ordine di rimpatriare e lascia Shanghai, giungendo a Gaeta il 28 Ottobre dello stesso anno, passando per Singapore, Colombo e Massaua.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il <b>10 giugno 1940</b>, giorno stesso della dichiarazione di guerra, viene mandato a proteggere un'operazione di posa di mine nel Canale di Sicilia. Dal 2 al 4 Luglio partecipa alla scorta di un convoglio, il piroscafo <i>Esperia</i> e la motonave <i>Victoria</i>, partito da Tripoli per Napoli. Fra il 6 e l'8 Luglio assicura la scorta ad un convoglio diretto da Napoli a Bengasi. Dopodichè la Seconda Divisione, composta dallo stesso <i>Colleoni</i> e dal <i>Bande Nere</i>, viene dislocata a <b>Tripoli</b>.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;">
<tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-X_eGRqb1Gi8/Tob6mAa-6MI/AAAAAAAAATw/hjCaUGjjpMc/s1600/Colleoni1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://1.bp.blogspot.com/-X_eGRqb1Gi8/Tob6mAa-6MI/AAAAAAAAATw/hjCaUGjjpMc/s400/Colleoni1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'incrociatore Bartolomeo Colleoni in navigazione di guerra</td></tr>
</tbody>
</table>
<div style="text-align: justify;">
La sera del <b>17 Luglio 1940</b> Supermarina, decide di trasferire gli incrociatori alla base navale dell'isola di Lero, nel Mare Egeo, per iniziare ad effettuare scorrerie contro il traffico navale inglese. Per la cronaca: <b>Supermarina</b> era il nome dato al Comando Superiore della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alle ore <b>21.00</b> la nave, al comando del Capitano di Vascello <b>Umberto Novaro</b>, lasciò Tripoli unitamente all’incrociatore <i>Giovanni delle Bande Nere</i>. Il comando di questa formazione composta dai due incrociatori era affidato all’Ammiraglio di Divisione <b>Ferdinando Casardi</b> imbarcato sul <i>Bande Nere</i>. Il viaggio comincia senza intoppi ma non vengono inviati in avanscoperta gli idrovolanti, perchè il loro lancio rallenterebbe la navigazione e sottoporrebbe le navi al rischio di un attacco dei sommergibili, sopratutto nelle fasi di recupero dei velivoli.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La mattina del <b>19 Luglio 1940</b> le due navi furono intercettate da una formazione navale inglese composta da un incrociatore, il <i>Sydney</i>, e dai cacciatorpedinieri <i>Hyperion</i>, <i>Ilex</i>, <i>Hero</i>, <i>Hasty</i> e <i>Havock</i>.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-lOO1BPCTns4/Toce2k3IXOI/AAAAAAAAAUE/gPHGgrSP3eQ/s1600/Grecia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="383" src="http://2.bp.blogspot.com/-lOO1BPCTns4/Toce2k3IXOI/AAAAAAAAAUE/gPHGgrSP3eQ/s400/Grecia.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Battaglia di Capo Spada, 14 Luglio 1940</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Le navi inglesi <b>aprirono subito</b> il fuoco e, benché avessero cannoni da 120 mm rispetto ai 152 mm degli incrociatori italiani, senza adeguata protezione verticale, il <i>Sydney</i> riuscì a colpire il <i>Bande Nere</i> che reagì al fuoco ma senza risultato. Dopo circa una ora di scambi di colpi, il <i>Colleoni</i> fu colpito all’apparato motore ed al timone, rimanendo immobile, ciò nonostante continuò a sparare con i cannoni da 100 mm <b>manovrati a mano</b> per la conseguente avaria degli impianti.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Bande Nere</i>, riuscito a sfuggire al <i>Sydney</i> che era rimasto senza munizioni, ebbe la possibilità di rientrare a <b>Bengasi</b>. Il <i>Colleoni</i> rimase in balia delle navi inglesi che concentrarono tutte le artiglierie su di esso. Un altro colpo centrò la sala macchine ed il fumo invase tutti i locali sottocoperta.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-HegRLZEUN6M/Tob6omdg-fI/AAAAAAAAAT8/I21IyBTNaA8/s1600/Colleoni4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://2.bp.blogspot.com/-HegRLZEUN6M/Tob6omdg-fI/AAAAAAAAAT8/I21IyBTNaA8/s400/Colleoni4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Colleoni, già colpito, sotto il tiro delle navi britanniche</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La nave aveva già la prua immersa, quando un’altra <b>salva di cannonate</b> distrusse completamente la parte prodiera. Alle ore <b>8.30</b> i cacciatorpedinieri <i>Havack</i> e <i>Ilex</i> completarono l’opera con il lancio di altri siluri. Il <i>Colleoni</i>, con l’acqua che arrivava alla coperta, sbandò sul lato sinistro e scomparve negli abissi, a circa sei miglia da <b>Capo Spada</b>, punta nord-ovest dell’isola di <b>Creta</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Porterà con se <b>4</b> ufficiali, <b>17</b> sottufficiali e <b>100</b> tra sottocapi e comuni.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-0BK307BI6jE/Tob6nxpLsEI/AAAAAAAAAT4/dN10_5f-Ysg/s1600/Colleoni3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://4.bp.blogspot.com/-0BK307BI6jE/Tob6nxpLsEI/AAAAAAAAAT4/dN10_5f-Ysg/s400/Colleoni3.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Colleoni in preda alle fiamme poco prima dell'affondamento</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Santo Messina</b> venne scaraventato in mare dalle forte esplosioni. Issatosi su di una scialuppa di salvataggio fu salvato da una nave inglese e portato, insieme ad altri <b>525</b> suoi compagni, in un campo provvisorio di <b>P.O.W</b>, <i>Prisonier Of War</i> a <b>Geneifa</b> in Egitto, nei pressi del Grande Lago.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La Regia Marina intanto aveva prontamente comunicato alla famiglia che il proprio congiunto era <b>disperso</b>. E fu sempre il regio comando che sollevò i famigliari del marinaio dall'angoscia e dallo sconforto in cui erano caduti.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quella mattina le sue sorelle, <b>Maria</b>, <b>Agata</b> e <b>Peppina Messina</b>, avevano appena finito di ricamare una tovaglia da donare alla nostra chiesa quando un portalettere consegna loro un telegramma. Era proprio quello della <b>Regia Marina</b> che in modo conciso e lapidario comunicava che <b>Santo</b> era «salvo et prigioniero in Egitto».</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo un breve soggiorno nel campo di prigionia egiziano fu imbarcato, assieme ad altri prigionieri su un piroscafo per essere trasferito in India. Giunti nello stato asiatico fu internato nel <b>Campo n.6</b>, nelle vicinanze di <b>Bombay</b> (oggi Mumbai).</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-9zejejA7OyI/TtYcnYP8k-I/AAAAAAAAAjQ/XuHDmL1f84s/s1600/Santo-Messina2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-9zejejA7OyI/TtYcnYP8k-I/AAAAAAAAAjQ/XuHDmL1f84s/s400/Santo-Messina2.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santo Messina nel Campo n.6, Bombay</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ancora, la Regia Marina fece sapere alla famiglia che il loro congiunto si trovava prigioniero in India e diede indicazioni di come fargli pervenire la corrispondenza, ovvero inoltrata a mezzo del Ministero della Marina, secondo le Convenzioni Internazionali sui prigionieri di guerra. Anche <b>Santo</b> scrisse alla sua famiglia come testimonia questa lettera spediata dal campo di prigionia il <b>14 Gen 1943</b> e indirizzata alla sorella <b>Peppina</b>, abitante in Via Marodda, Mili San Marco.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-C8NeP1eT7-0/T0ZRe1pZ5qI/AAAAAAAAAm4/7efW_SLhAEg/s1600/Lettera1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hspace="5" src="http://4.bp.blogspot.com/-C8NeP1eT7-0/T0ZRe1pZ5qI/AAAAAAAAAm4/7efW_SLhAEg/s200/Lettera1.jpg" width="220" /></a></td><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-qWfc1FBhD38/T0ZRfIt96yI/AAAAAAAAAm8/wGeE2xsZrcI/s1600/Lettera2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hspace="5" src="http://3.bp.blogspot.com/-qWfc1FBhD38/T0ZRfIt96yI/AAAAAAAAAm8/wGeE2xsZrcI/s200/Lettera2.jpg" width="220" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lettera (fronte)</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lettera (retro)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche tempo ancora fu trasferito in <b>Inghilterra</b>. Il viaggio su vecchie navi a vapore fu avventuroso perché queste carrette del mare erano spesso preda dei siluri dei sommergibili tedeschi ed italiani. E infatti, molti prigionieri italiani in corso di trasferimento per via mare trovarono la morte proprio per via di «fuoco amico».</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Finalmente arriva nel <b>Regno Unito</b> dove viene internato in un nuovo campo di concentramento, e sempre sotto prigionia, inizia a lavorare per gli Inglesi. Principalmente viene impiegato nel lavoro dei campi ma anche, in fabbrica e per la costruzione delle ferrovie regionali.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I prigionieri italiani non crearono mai problemi di ordine pubblico e il periodo inglese fu, tutto sommato, un periodo relativamente calmo dove anche il cibo era accettabile rispetto agli altri campi sparsi per il mondo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <b>1945</b>, finita la guerra venne rimpatriato in Italia, nella sua <b>Mili San Marco</b>. Purtroppo, neanche dieci anni dopo la situazione sembrava cambiata, e il giovane <b>Santo</b> non riuscì mai a trovare un lavoro soddisfacente nella sua città.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Venne persuaso da un capitano della Polizia di Messina a presentare domanda nel Corpo di Pubblica Sicurezza e qualche tempo dopo divenne un agente.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dapprima prestò servizio a <b>Mirandola</b> (Modena) e in seguito a <b>Pontedera</b> (Pisa) dove si sposò con la <i>milota</i> <b>Sarina Cucinotta</b> (<span style="font-size: small;">† 2011</span>) e da cui ebbe due figli, Maria e Giuseppe.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-zry6EadvlZU/T0epGT0GGiI/AAAAAAAAAnM/tbic-g7T4Ok/s1600/Santo+Messina3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-zry6EadvlZU/T0epGT0GGiI/AAAAAAAAAnM/tbic-g7T4Ok/s400/Santo+Messina3.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santo Messina in divisa da poliziotto</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Santo Messina</b> moriva il 23 Marzo del 2013, all'età di 95 anni. Questo articolo è dedicato al suo <b>coraggio</b> e alla sua memoria nonché al ricordo di tutti i valorosi marinai che parteciparono a quello scontro epico.</div>
<br />
<div id="bibliografia">
<span style="margin-top:4px"><b>Sitografia:</b></span><br/>
Antonio Cimmino, <i>Il marinaio Pietro Turi dall'affondamento dell'incrociatore Colleoni alla prigionia in India ed Inghilterra</i>, <a href="http://www.marinai.it/marinai/stabiesi/turi.pdf" title="Vai al sito della fonte" target="_blank">www.marinai.it</a>, [04/03/2012]
</div>
Marco Todarohttp://www.blogger.com/profile/02521808878293060000noreply@blogger.com8